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Bellisario, una “fusione” artistica

Intervista al preside dell’istituto d’arte “Bellisario” sui cambiamenti locali della riforma Gelmini

A quasi due mesi dall’inizio del corrente anno scolastico, gli istituti di istruzione secondaria hanno inaugurato un nuovo corso, sotto l’insegna della riforma del ministro Gelmini. Numerose le novità che hanno interessato il settore artistico, della cui attivazione parla il preside dell’istituto d’arte “V. Bellisario” di Pescara, professor Carlo Di Michele.

Si è parlato e si parla molto dell’accorpamento, in base alla riforma Gelmini, degli istituti d’arte ai licei artistici. In tal senso, cosa significa, concretamente, la dicitura applicata al Bellisario di “nuovo liceo artistico”?

‹‹Dalla Riforma Gentile del 1923 finora esistevano due percorsi artistici: quello del liceo artistico e quello dell’istituto d’arte. L’uno era riservato all’arte cosiddetta alta, cioè pittura, scultura, ecc.; l’altro, invece, all’arte applicata, ovvero la lavorazione della ceramica, del ferro, l’ebanisteria, ecc.

Gli istituti d’arte, molto legati alla produzione artigianale, hanno accusato la crisi di questo settore lavorativo, per cui il legame tra scuola e territorio si è un po’ perso negli ultimi anni; tant’è che nel percorso di riforma, a lungo contrattato e discusso, questi istituti – e, ovviamente, anche il Bellisario – sono confluiti nei nuovi licei artistici, insieme al liceo artistico appartenente al vecchio ordinamento››

Quindi, si può parlare di accorpamento dell’istituto “V. Bellisario” rispetto al liceo artistico “G. Misticoni”di Pescara?

‹‹Più che di accorpamento, parlerei di fusione, per una questione di razionalizzazione delle risorse territoriali, che si sta appunto discutendo e che penso si deciderà nelle prossime settimane. Tuttavia, a livello di offerta formativa, questo non compromette assolutamente né l’uno né l’altro istituto, ma è un problema legato all’organizzazione interna della scuola››

 

In relazione al nuovo liceo artistico, come preside, cosa pensa della riforma?

‹‹Sicuramente, inserita in un contesto liceale, la scuola consente ai ragazzi di acquisire una preparazione culturale più profonda rispetto a quella che poteva offrire prima. L’arte non è un’operazione meccanica, ha alle spalle una certa capacità espressiva e un utilizzo dei linguaggi a tutti i livelli, per cui aver potenziato l’ insegnamento dell’italiano, aver inserito la filosofia nel triennio, nonché la lingua straniera, sono elementi positivi. Il rischio è che si trascuri l’aspetto manuale, della laboratorialità, che è la caratteristica dell’istituto d’arte; credo che su questo si possa, però, intervenire anche con la quota di flessibilità che la riforma prevede, ovvero con la possibilità di modificare il piano di studi nazionale per il 20 o 30%. Questo lascia alle scuole lo spazio per rivitalizzare i laboratori; per il Bellisario, avevamo pensato di introdurre questa proposta già da settembre, ma ci sono stati problemi tecnici e non è stato più possibile. Tuttavia, penso che l’efficacia di una riforma si veda a lungo termine e che non sia la responsabile della qualità di una scuola, merito che invece spetta al corpo docenti››

Qual è stata la reazione degli studenti al varo della riforma?

‹‹Nella scuola si è discusso a lungo sulla bontà o meno di questa riforma, ma non c’è stata una grande opposizione da parte degli studenti. Inoltre, da quest’anno gli iscritti sono aumentati, anche grazie all’attivazione dei nuovi corsi previsti proprio dal riordino delle scuole di istruzione secondaria››

Cosa è cambiato a livello di didattica?

‹‹Prima della riforma l’istituto d’arte aveva due percorsi diversi: uno tradizionale e un altro sperimentale. Il primo, con i corsi di fotografia o di stampa, permetteva alla fine del terzo anno di studi di acquisire la licenza di maestro d’arte e la possibilità o meno di proseguire con il biennio successivo; già da diversi anni, però, era stata introdotta un indirizzo sperimentale che aveva in qualche modo avvicinato l’istituto d’arte al percorso liceale, a base quinquennale: il cosiddetto “progetto Michelangelo”, che riguardava l’immagine fotografica, filmica e televisiva. Questa divisione non esiste più con la riforma. A livello nazionale esistono sei indirizzi diversi; il Bellisario da quest’anno ne ha attivati tre: grafica, audiovisivi e multimedia e il tradizionale di pittura e scultura. Tuttavia, se avverrà la fusione con l’altro liceo, Pescara avrà almeno cinque di questi sei percorsi. Se questo non dovesse concretizzarsi, la nostra scuola ne chiederà l’avvio almeno di un quarto, cioè quello di design››

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