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“Il Signore non si stanca di perdonarci”

E’ questa la riflessione espressa da Papa Francesco nel corso del suo primo Angelus domenicale, svoltosi alla presenza di 150 mila fedeli

Erano oltre 150 mila i fedeli che, questa mattina, hanno gremito piazza San Pietro, ma anche via della Conciliazione e le altre strade limitrofe, per assistere al primo Angelus di Papa Francesco che, a mezzogiorno, si è affacciato per la prima volta dalla finestra del suo studio, nel Palazzo Apostolico, finalmente tornata a riaprirsi. Il Papa, con il suo ormai inconfondibile e amato stile semplice ed informale, ha così parlato solamente in italiano entusiasmando i fedeli accorsi: «Fratelli e sorelle, buongiorno! – ha esordito il Santo Padre – Dopo il primo incontro di mercoledì scorso, oggi posso rivolgere di nuovo il mio saluto a tutti! E sono felice di farlo di domenica, nel giorno del Signore! Questo è bello è importante per noi cristiani: incontrarci di domenica, salutarci, parlarci come ora qui, nella piazza. Una piazza che, grazie ai media, ha le dimensioni del mondo».

Inoltre, come ha fatto anche nell’omelia della messa celebrata stamani nella chiesa vaticana di Sant’Anna, il Papa ha citato il Vangelo di questa quinta domenica di Quaresima con l’adultera che, pur andando incontro alla condanna a morte, viene salvata da Gesù: «Colpisce l’atteggiamento di Gesù – ha riflettuto Papa Francesco – non sentiamo parole di disprezzo, non sentiamo parole di condanna, ma soltanto parole di amore, di misericordia che invitano alla conversione. “Neanche io ti condanno: va’ e d’ora in poi non peccare più! Eh, fratelli e sorelle, il volto di Dio è quello di un padre misericordioso, che sempre ha pazienza! Avete pensato voi alla pazienza di Dio, la pazienza che lui ha con ciascuno di noi? Eh, quella è la sua misericordia. Sempre ha pazienza: ha pazienza con noi, ci comprende, ci attende, non si stanca di perdonarci se sappiamo tornare a lui con il cuore contrito. Grande è la misericordia del Signore».

Un pensiero, quello sulla misericordia, che il Papa ha approfondito citando il libro del cardinale Kasper: «Il cardinale – ha aggiunto il Pontefice – diceva che sentire la parola misericordia cambia tutto. É il meglio che noi possiamo sentire: cambia il mondo. Un po’ di misericordia rende il mondo meno freddo e più giusto. Abbiamo bisogno di capire bene questa misericordia di Dio, questo padre misericordioso che ha tanta pazienza. Ricordiamo il profeta Isaia, che afferma che anche se i nostri peccati fossero rosso scarlatto, l’amore di Dio li renderà bianchi come la neve».

Papa Francesco durante l'Angelus

Così, sempre colloquiando amichevolmente con i migliaia di presenti in piazza San Pietro, il Pontefice ha poi condiviso una propria esperienza personale relativa al significato della misericordia: «Ricordo – ha raccontato il Papa -, appena vescovo nell’anno 1992, è arrivata a Buenos Aires la Madonna di Fatima e si è fatta una grande Messa per gli ammalati. Io sono andato a confessare, a quella Messa. E quasi alla fine della Messa mi sono alzato, perché dovevo amministrare una cresima. E’ venuta da me una donna anziana, umile, molto umile, ultraottantenne. Io l’ho guardata e le ho detto: “Nonna – perché da noi si dice così agli anziani: nonna – lei vuole confessarsi?”. “Sì”, mi ha detto. “Ma se lei non ha peccato …”. E lei mi ha detto: “Tutti abbiamo peccati …”. “Ma forse il Signore non li perdona …”. “Il Signore perdona tutto”, mi ha detto: sicura. “Ma come lo sa, lei, signora?”. “Se il Signore non perdonasse tutto, il mondo non esisterebbe”. Io ho sentito una voglia di domandarle: “Mi dica, signora, lei ha studiato alla Gregoriana?”, perché quella è la sapienza che dà lo Spirito Santo: la sapienza interiore verso la misericordia di Dio. Non dimentichiamo questa parola: Dio mai si stanca di perdonarci, mai! “Eh, padre, qual è il problema?”. Eh, il problema è che noi ci stanchiamo di chiedere perdono! Lui, mai si stanca di perdonare, ma noi, a volte, ci stanchiamo di chiedere perdono. Non ci stanchiamo mai, non ci stanchiamo mai! Lui è il Padre amoroso che sempre perdona, che ha quel cuore di misericordia per tutti noi. E anche noi impariamo ad essere misericordiosi con tutti».

Al termine dell’Angelus, infine, il Papa ha invocato l’intercessione della Madonna che ha avuto tra le sue braccia la Misericordia di Dio fatta uomo. Quindi il saluto rivolto ai pellegrini, tornando alle motivazione per la scelta di chiamarsi Francesco, con il tono di chi saluta un familiare: «Grazie della vostra accoglienza e delle vostre preghiere. Pregate per me, ve lo chiedo. Rinnovo il mio abbraccio ai fedeli di Roma e lo estendo a tutti voi, e lo estendo a tutti voi che venite da varie parti dell’Italia e del mondo, come pure a quanti sono uniti a noi attraverso i mezzi di comunicazione. Ho scelto il nome del Patrono d’Italia, San Francesco d’Assisi, e ciò rafforza il mio legame spirituale con questa terra dove, come sapete, sono le origini della mia famiglia. Ma Gesù ci ha chiamati a far parte di una nuova famiglia: la sua Chiesa, in questa famiglia di Dio, camminando insieme sulla via del Vangelo. Che il Signore vi benedica, che la Madonna vi custodisca. Che non dimenticate questo: il Signore mai si stanca di perdonare! Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere il perdono. Buona domenica e buon pranzo!».

About Davide De Amicis (3845 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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