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“Chi sta più in alto, deve essere al servizio degli altri”

Con semplicità e umiltà ancora una volta sorprendenti, ieri, Papa Francesco ha lavato i piedi a 12 detenuti del Carcere Minorile di Casal di Marmo

È stata un’omelia durata non oltre i cinque minuti, quella condotta ieri pomeriggio da Papa Francesco nel corso della Messa in Coena Domini celebrata nell’Istituto di pena minorile di Casal del Marmo, quasi a volersi concentrare sul rito che sarebbe avvenuto subito dopo: lavare i piedi a 10 ragazzi e due ragazze come Gesù fece con gli apostoli: «Questo segno – ha spiegato il Papa iniziando l’omelia – è una carezza di Gesù, perché Gesù è venuto proprio per questo, per servire, per aiutarci l’un l’altro. Questo è commovente, Gesù che lava i piedi ai suoi discepoli». Un gesto unico per la sua umiltà non compreso dagli stessi discepoli: «Pietro non capiva nulla – ha aggiunto il Pontefice citando il Vangelo di Giovanni – rifiutava, ma Gesù ha spiegato: “Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate Maestro, e fate bene, perché lo sono. Se dunque io, il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi l’uno dell’altro. Vi ho dato un esempio».

Papa Francesco lava i piedi ai 12 detenuti

Un esempio che il Pontefice ha approfondito, rivolgendosi ai giovani detenuti, con il suo inconfondibile linguaggio chiaro e semplice: «Tra noi – ha sottolineato Papa Francesco – quello che è più in alto deve essere al servizio degli altri. Lavare i piedi l’uno dell’altro, dunque, significa: “Io sono al tuo servizio, dobbiamo aiutarci l’uno con l’altro”». E a proposito di questo, il Papa ha rivolto un consiglio ai ragazzi per favorire umanità e solidarietà nei rapporti con il prossimo: «Delle volte – ha ammonito il Santo Padre – sono arrabbiato con uno o con l’altro. Lascia perdere, e se ti chiede un favore, fatelo. Aiutatevi l’uno con l’altro: è quello che Gesù ci ha insegnato, ed è quello che io faccio. Lo faccio di cuore, perché è un mio dovere, lo faccio come sacerdote e come vescovo, ma è un dovere che mi viene dal cuore, lo amo. Ma anche voi aiutatevi, aiutatevi sempre, l’uno all’altro: così, aiutandoci, ci faremo del bene. Ciascuno di voi pensi: io davvero sono disposto a servire, ad aiutare l’altro?. Ciascuno di voi pensi: questo segno è una carezza di Gesù, che ci fa Gesù, perché è venuto proprio per questo, per servirci, per aiutarci».

Questa liturgia, estremamente semplice per volere del Papa che ha voluto proseguire a Roma ciò che a Buenos Aires era una consuetudine, è stata concelebrata dal cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, e padre Gaetano Greco, cappellano del carcere minorile di Casal del Marmo. Presenti due diaconi, il primo del Seminario San Carlo, fra Roi Jenkins Albuen, terziario cappuccino dell’Addolorata e confratello di padre Greco, e due giovani del Seminario romano, di cui uno è vice cappellano, padre Pedro Acosta, colombiano.

Alla celebrazione hanno partecipato 49 ragazzi dell’Istituto penitenziario minorile, 38 maschi e 11 femmine, che hanno letto le letture e le preghiere dei fedeli. Undici erano gli italiani e 38 gli stranieri, per lo più nordafricani e slavi. Al termine della messa, si è svolto un incontro in palestra, con il saluto del Santo Padre ai ragazzi e alle 150 persone della famiglia dell’Istituto. Il dono dei ragazzi al Papa: un crocifisso in legno e un inginocchiatoio, sempre in legno, realizzato da loro stessi nel laboratorio artigianale del carcere. Papa Francesco, infine, ha regalato uova e colombe pasquali a tutti.

About Davide De Amicis (3613 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Oltre ad essere redattore del portale La Porzione.it è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa metropolitana di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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