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“La Croce è la certezza dell’amore di Dio per noi”

Lo ha affermato ieri sera Papa Francesco presiedendo la Via Crucis della Ggm, a Copacabana, davanti ad una moltitudine di giovani

«Nessuno può toccare la Croce di Gesù, senza lasciarvi qualcosa di se stesso e senza portare qualcosa della Croce di Gesù nella propria vita». Lo ha affermato ieri sera il Papa, rivolgendosi alla moltitudine di giovani presenti per la Via Crucis sul lungomare di Copacabana. Aprendo il suo discorso ha richiamato il “mandato” del Beato Giovanni Paolo II che nel 1984, al termine dell’Anno Santo della Redenzione, proprio ai giovani aveva affidato la Croce perché la portassero nel mondo come segno dell’amore di Gesù per l’umanità. Papa Francesco ha ricordato che da allora la Croce ha percorso tutti i Continenti e ha attraversato i più svariati mondi dell’esistenza umana, restando quasi impregnata dalle situazioni di vita dei tanti giovani che l’hanno vista e l’hanno portata.

Quindi il Papa ha posto tre domande: «Che cosa avete lasciato nella Croce voi, cari giovani del Brasile, in questi due anni in cui ha attraversato il vostro immenso Paese? E che cosa ha lasciato la Croce di Gesù in ciascuno di voi? E, infine, che cosa insegna alla nostra vita questa Croce?». Dopo aver posto queste domande, Papa Francesco ha narrato l’episodio dell’Apostolo Pietro che uscendo dalla città di Roma per fuggire dalla persecuzione di Nerone vide Gesù che camminava nella direzione opposta.

È l’antica tradizione del “Quo vadis?” quando Pietro capì che doveva seguire il Signore con coraggio, lo stesso che il Papa ha chiesto ai giovani. Il Papa, a questo punto, ha illustrato il senso della Croce di Gesù nella vita dell’umanità che prende su di sé le nostre paure, i nostri problemi, si unisce al silenzio delle vittime della violenza, si unisce alle famiglie che sono in difficoltà o che soffrono nel vedere i figli preda di paradisi artificiali come la droga.

Papa Francesco alla Gmg di Rio de Janeiro

Ancora ha detto che Gesù si unisce a tutte le persone che soffrono la fame, a chi è perseguitato per la religione, per le idee, o semplicemente per il colore della pelle, ai tanti giovani che hanno perso la fiducia nelle istituzioni politiche perché vedono egoismo e corruzione o anche che hanno perso la fede nella Chiesa, e persino in Dio, per l’incoerenza di cristiani e di ministri del Vangelo. Papa Francesco ha sintetizzato tutto questo affermando che nella Croce di Cristo c’è la sofferenza, il peccato dell’uomo, anche il nostro, e Lui accoglie tutto con le braccia aperte: «La Croce – ha poi spiegato – è la certezza dell’amore incrollabile di Dio per noi. Un amore così grande che entra nel nostro peccato e lo perdona, entra nella nostra sofferenza e ci dona la forza per portarla».

Rivolgendosi in particolare ai brasiliani presenti alla “Via Crucis”, Papa Francesco ha detto: «Il primo nome dato al Brasile è stato proprio quello di “Terra de Santa Cruz”. La Croce di Cristo – ha proseguito il Pontefice – è stata piantata non solo sulla spiaggia più di cinque secoli fa, ma anche nella storia, nel cuore e nella vita del popolo brasiliano e non solo. Il Cristo sofferente lo sentiamo vicino, uno di noi che condivide il nostro cammino fino in fondo. Non c’è croce, piccola o grande, della nostra vita che il Signore non condivida con noi».

Rimandando a questo amore di Dio per l’uomo, il Papa si è poi sollecitato i giovani presenti ad essere a loro volta amorevoli: «La Croce di Cristo – ha riflettuto il Pontefice – ci invita anche a lasciarci contagiare da questo amore, ci insegna allora a guardare sempre l’altro con misericordia e amore, soprattutto chi soffre, chi ha bisogno di aiuto, chi aspetta una parola, un gesto e ad uscire da noi stessi per andargli incontro e tendergli la mano. Un appello che si fonda sulla certezza che con lui, il male, la sofferenza e la morte non hanno l’ultima parola, perché Lui ci dona speranza e vita».

Nella parte finale della sua meditazione sulla “Via Crucis” il Papa ha quindi invitato i giovani a scegliere chi impersonare delle figure narrate dai Vangeli: «Tanti volti – ha ricordato Papa Francesco – hanno accompagnato Gesù nel suo cammino verso il Calvario: Pilato, il Cireneo, Maria, le donne… Anche noi davanti agli altri possiamo essere come Pilato che non ha il coraggio di andare controcorrente per salvare la vita di Gesù, e se ne lava le mani, oppure come il Cireneo, che aiuta Gesù a portare quel legno pesante, o come Maria e le altre donne, che non hanno paura di accompagnare Gesù fino alla fine, con amore, con tenerezza».

A questo punto il Papa ha chiesto: «E tu, come sei? Come Pilato, come il Cireneo, come Maria?», esortando i giovani a fidarsi della croce di Cristo, portando le nostre gioie, le nostre sofferenze, i nostri insuccessi. In chiusura, Papa Bergoglio ha assicurato che troveremo un Cuore aperto che ci comprende, ci perdona, ci ama e ci chiede di portare questo stesso amore nella nostra vita, di amare ogni nostro fratello e sorella con questo stesso amore.

About Davide De Amicis (3845 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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