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“La famiglia: speranza e futuro per la società”

E’ stato questo il tema del convegno, organizzato dalla Pastorale Familiare della Ceam, svoltosi ieri a L’Aquila

Si è svolto ieri a L’Aquila il sedicesimo convegno regionale dedicato alla famiglia, promosso dall’Ufficio di Pastorale Familiare della Conferenza Episcopale Abruzzese e Molisana. Una scelta di un luogo “difficile” da un punto di vista logistico ma certamente significativa per i suoi aspetti umani, fortemente voluta da Don Sabatino Fioriti, responsabile dell’Ufficio, per dare un segno e un contributo alle speranze di rinascita della città.

Mons. Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano

La relazione introduttiva di monsignor Giancarlo Maria Bregantini sulla famiglia che educa alla custodia del Creato, che la Chiesa festeggia proprio il 1° settembre, parte dalle sue impressioni salendo verso L’Aquila e ammirando il Gran Sasso, immaginando la salita verso la montagna come una salita che avvicina al Cuore di Gesù. E lo stupore della bellezza del Creato e l’importanza di custodirlo (che, come ci dice saggiamente, è diverso dal salvaguardarlo) si traduce semplicemente nel racconto delle sue esperienze di Pastore trentino chiamato qualche tempo fa a servire in Calabria.

E’ lì che nella tremenda alluvione di qualche anno addietro, in base al racconto di monsignor Bregantini, una casa ed i suoi abitanti si salvano perché un ulivo saldamente piantato sulla terra devia un masso staccatosi dalla montagna. Lo stesso ulivo che era stato salvato da quegli uomini qualche mese prima durante un incendio. A dimostrare che ciò che Dio ha creato e che l’uomo rispetta e custodisce, non mancherà all’occorrenza di ricambiare difendendoci. Nello stesso modo le ricorrenze della pace, del creato, del turismo, del ringraziamento per i frutti della terra (tutti concetti legati al Creato) attraversano il calendario liturgico come il concetto di giardino attraversa la Bibbia, da Adamo al giardino della morte e resurrezione di Gesù, fino al giardino dell’Apocalisse.

Se lo sviluppo è il risultato del coraggio dell’innovazione e della forza della conservazione, a detta dell’arcivescovo di Campobasso Bojano, occorre allora abbandonare la cultura dello scarto, che, come ammonisce Papa Francesco, è anche spreco e scarto alimentare laddove molti soffrono di fame e malnutrizione, e bisogna abbinare una ecologia umana strettamente legata ad una ecologia ambientale. Ecologia che nasce nei gesti quotidiani della famiglia nella preghiera di ringraziamento ai pasti, nell’uso responsabile dell’acqua e nel riciclo dei rifiuti, gesti che educano a comprendere che tutto è dono che possiamo meritarci solo se capaci di custodirlo. Monsignor Bregantini, ha quindi chiuso il suo intervento con una considerazione sulla famiglia che è luogo dove apprendiamo a comprendere che lo stupore del dono è la gratuità che ci fa dire grazie, il rispetto ci porta alla reciprocità che ci fa dire prego e il perdono è riparazione dal male che ci fa dire scusa.

Luigino Bruni, editorialista di "Avvenire"

Luigino Bruni, docente universitario ed editorialista di Avvenire, ha poi presentato la sua relazione su “Famiglia e lavoro : perché è possibile sperare nel tempo della crisi”. Prendendo spunto dalla considerazione che è nelle famiglie, specie quelle più giovani o di ceto medio basso, che si concentrano le sofferenze in tempo di crisi, ha fatto una panoramica su 4 aspetti che fotografano la situazione: lavoro, bambini, anziani e giovani. Il lavoro, così come sancito all’articolo 1 della Costituzione, è il fondamento della nostra nazione ma non solo strumento di reddito e fonte di sopravvivenza. Il lavoro attiene alla dignità umana e alla costruzione di relazioni, per cui strumenti come il reddito di cittadinanza vanno bene come soluzione temporale ma non come sostituzione di un lavoro in senso ampio.

E questo anche quando non è un lavoro propriamente ideale e conforme a studi e aspirazioni, dove la componente dovere/sacrificio prevale o annulla la componente piacere, perché anche un lavoro “sbagliato”, se fatto bene, assolve alla funzione sociale a cui è destinato. Ci sono poi quei lavori, specialmente quelli casalinghi ma in generale quelli di cura, che non sono considerati per il valore sociale che hanno e che in tempi di crisi sono e debbono essere invece riconosciuti come ricchezza e possibile via di uscita. I bambini sono l’espressione di una fragilità che, anche per sbagliati approcci culturali ed economici, rischia di pesare non solo sull’oggi ma anche sul nostro futuro.

Bisogna proteggere i bambini dai mercanti della pubblicità che usano spazi impropri e soprattutto bisogna recuperare una dimensione di attività cooperative e relazionali anche nel gioco, perché bambini abbandonati a televisioni, videogiochi e computer non sanno cooperare e relazionarsi e non sapranno farlo nella scuola e nel lavoro. E non bisogna utilizzare incentivi per far bene le cose, perché non bisogna incentivare la virtù per non perdere il valore intrinseco delle cose buone, dando solo eventualmente un premio a cose fatte ( e bene), facendo fare esperienza a questa generazione del tutto e subito che c’è un limite e si possono ricevere dei no.

La tavola rotonda, coordinata da mons. Vincenzo D'Ercole

Gli anziani, che ormai hanno aspettative di vita di 20 anni superiori a quelli di pochi decenni fa, rischiano di uscire da un recinto di reciprocità se il modello rimane quello del percorso studio-lavoro-pensione. E’ invece possibile e auspicabile che si lavori quando si studia, si studi quando si lavora e si lavori quando si è in pensione. Senza abbandonare gli anziani a riempire le loro giornate con il gratta e vinci ed i videopoker. I giovani debbono recuperare la dimensione della bellezza in tutti i suoi aspetti ma soprattutto nell’essere protagonisti del proprio futuro. Abbandonare il pessimismo è condizione per non infrangersi contro gli scogli della vita, riappropriandosi della loro natura che li vuole artefici e motore del cambiamento. Ruolo della scuola e delle famiglie è quello di stimolare questo desiderio e anche quando si accettano lavori meno premianti è indispensabile sia farli bene, per recuperare l’autostima e perché ogni lavoro a suo modo è degno, sia immaginare e progettare un futuro.

Dopo il pranzo al sacco nei giardini del Castello, la tavola rotonda moderata da monsignor Vincenzo D’Ercole, vescovo ausiliare de L’Aquila, Bruno Vichi e Giuseppe Dardes hanno accompagnato i presenti nell’esplorare i tre capitoli (La famiglia e la persona umana – La famiglia, bene per tutti – Famiglia, società e economia) che costituiranno l’ossatura della Settimana Sociale dei Cattolici, grazie anche alle numerose domande dei presenti si sono potuti evidenziare molti temi che saranno al centro del dibattito nelle nostre diocesi. Doverosi ringraziamenti da parte di Don Sabatino a tutti coloro che hanno permesso la realizzazione del convegno, specialmente agli aquilani.

Nell’omelia della messa monsignor Emidio Cipollone, vescovo di Lanciano-Ortona, ha ricondotto i presenti a quello che la Parola del giorno ci vuole comunicare: se Gesù accetta il rischio di partecipare alle mense dove è invitato ed essere soggetto di critica per ciò che dice, anche noi dobbiamo accettare il rischio che le Sue parole ci facciano ridiscutere chi siamo e cosa facciamo se lo invitiamo alla nostra mensa. In una cultura in cui è solo il primo ad essere importante dobbiamo imparare ed essere testimoni che è agli ultimi che alla fine del nostro cammino terreno saranno riservati i posti migliori e il premio destinato agli umili è infinitamente maggiore a chi sgomita, lecitamente ed illecitamente, per essere primo.

About Davide De Amicis (3843 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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