“L’Italia non è un Paese per famiglie”

«L’Italia non è un Paese per famiglie. Il semestre europeo sia l’occasione per nuove risorse, in linea con la media dell’Unione, e per una reale conciliazione tra tempi del lavoro e della vita. Occorre una strategia di lunga durata». Fabrizio Azzolini, presidente dell’Age (Associazione italiana genitori), ha commentato così il rapporto annuale dell’Istat presentato ieri: «Le famiglie italiane si ricompattano a causa della crisi – spiega Azzolini -, un fenomeno emergente da tempo segnalato dalle associazioni familiari».
L’Istat ha rilevato che erano 370 mila nel 2012-13, con un aumento di 438 mila negli ultimi 5 anni italiani: ovvero 1 milione e 567 mila italiani dai 15 anni di età che vivono con più nuclei familiari. Persone giovani fino a 34 anni, più spesso donne, che ritornano alle famiglie di origine dopo separazioni o divorzi, ma anche per emancipazioni non riuscite o con la coabitazione con parenti a loro volta costituenti nucleo per coppia o filiazione: «Ancora una volta – sottolinea il presidente dell’Age – le famiglie fanno da ammortizzatore sociale, mettendo in atto una strategia di riorganizzazione per fronteggiare la crescente fragilità dei percorsi di emancipazione dei suoi membri più giovani, assicurando la sostenibilità economica in risposta alle attuali difficoltà, in primo luogo quelle del mercato immobiliare».
Inoltre, non solo l’Istat registra un aumento delle difficoltà per le donne di conciliare vita lavorativa e famiglia e delle madri lavoratrici che lasciano il proprio lavoro non per scelta personale, ma fotografa anche la maggiore difficoltà di mutuo sostegno tra le generazioni di madri e di figlie: «C’è di più – puntualizza Fabrizio Azzolini -. Nell’attuale scenario demografico la previsione è che un numero maggiore di donne delle generazioni più recenti, divenute anziane, non avrà figli che potranno prendersi cura di loro. Allora, il nodo cruciale per il futuro del Paese e della famiglia in Italia sono politiche vere di conciliazione dei tempi di vita e il sostegno pubblico alle famiglie con persone con limitazioni dell’autonomia personale».
Ed a completare questo scenario non manca il confronto, impietoso, con l’Europa, che vede l’Italia occupare la penultima posizione tra i Paesi europei per le risorse dedicate alle famiglie, per le quali lo stanziamento, è pari 4,8% della spesa, sostanzialmente stabile dal 2008: «L’auspicio, allora, – conclude Azzolini – è che il semestre di presidenza italiana dell’Unione europea, che si apre il primo luglio, sia l’occasione anche per nuove risorse a favore della famiglia, in linea con quello che avviene negli altri Paesi europei. Perché l’Italia diventi davvero un Paese per famiglie, che finora non è, come registrano puntualmente ormai da anni analisi e studi».