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In Afghanistan inaugurato il Consiglio nazionale dei bambini

Da lontano una lodevole iniziativa, magari da "esportare"

E’ stato formato a Kabul il Consiglio nazionale dei bambini, “Afghan National Children Shura”, per far conoscere meglio i loro problemi alle autorità competenti e ai vari ministeri. Formato da 450 bambini e bambine provenienti da nove province e da dieci campi di sfollati interni, il Consiglio, nel suo primo incontro, ha denunciato i rapimenti dei bambini, la mancanza di scuole, di aule e di campi da gioco nelle scuole, il lavoro minorile e forzato, i matrimoni precoci, le molestie, l’uso dei bambini nel commercio illegale delle droghe, ma anche l’inaccessibilità delle strutture sanitarie. Durante l’incontro molti hanno criticato il governo per la sua incapacità a raggiungere i bambini nelle province e ad essere al loro fianco nell’affrontare le difficoltà. Dagli interventi, come riferiti dai media locali, gli adolescenti risultano di gran lunga più esposti alla violenza e a duri lavori nelle province che non nella capitale, mentre per le ragazze che vivono nelle province è spesso impossibile continuare gli studi in molte aree del paese. Nazia, una ragazza di 12 anni che vive in un campi di sfollati, ha detto che i bambini sfollati hanno dovuto affrontare molti problemi durante l’inverno e ha invitato i funzionari del governo a dare terra alle famiglie sfollate così che possano costruirsi una casa. [fonte MISNA]

Intanto, da pochi minuti è giunta la notizia che almeno cinque membri di Save the Children sono stati rapiti da uomini armati sconosciuti, proprio in Afghanistan, precisamente nella provincia meridionale di Uruzgan. «E’ da lundedì sera che abbiamo perso i contatti con loro» ha detto Zubaida Akbar, portavoce di Save the Children a Kabul, specificando che gli operatori sono stati sequestrati mentre stavano viaggiando verso il centro di Surkab per monitorare l’avanzamento di un progetto di fornitura di acqua potabile alla popolazione locale. Il capo della polizia ha accusato i militanti talebani, ma da questi ultimi non c’è stata conferma o rivendicazione.

L’organizzazione Save the Children è presente in Afghanistan dal 1976 e lavora a stretto contatto con la società a tutti i livelli. Quasi tutto il loro personale è afghano ed i loro interventi riguardano in particolare i bambini, i genitori, gli insegnanti, e i consigli di villaggio. Il loro modo di lavorare vicino alla gente e alle loro condizioni ha permesso alla Ong di sostenere il miglioramento delle condizioni di decine di migliaia di bambini nel paese.