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Sgombero migranti a Ventimiglia: “Il fallimento di un’Europa disunita”

"Non si capisce - osserva Forti - perché si stia creando un caso europeo su poche centinaia di migranti, che altrove non troverebbero spazio nemmeno tra le cronache di un giornale locale. Invece, stanno catalizzando l’attenzione di una Europa ripiegata su se stessa, che cerca di difendere strenuamente dei confini che pensavamo di aver superato con Schengen"

Lo ha affermato ieri Oliviero Forti, responsabile Area immigrazione di Caritas Italiana, commentando i respingimenti francesi dei migranti in arrivo dall’Italia

Migranti in partenza dalla stazione ferroviaria di Milano

«Ciò a cui stiamo assistendo è l’immagine del fallimento di una Europa che non riesce a trovare un approccio comune ad un fenomeno migratorio che ha le stesse dinamiche dell’emergenza Nord Africa nel 2011, perciò non è un fatto straordinario».

Lo ha affermato da Tunisi Oliviero Forti, responsabile dell’area immigrazione di Caritas italiana, a proposito dello sgombero di una cinquantina di migranti a Ventimiglia, a Ponte San Ludovico, intenti a raggiungere la Francia. Si tratta principalmente di eritrei, etiopi, somali, sudanesi, maliani.

Oliviero Forti, responsabile Area immigrazione Caritas Italiana

Oliviero Forti, responsabile Area immigrazione Caritas Italiana

È un grido di denuncia che si alza forte da tutte le Caritas diocesane e da 16 Caritas europee e della sponda Sud del Mediterraneo riunite in questi giorni in Tunisia per il Migramed meeting, il coordinamento di tutte le Caritas del Mediterraneo impegnate sul fronte immigrazione: «Non si capisce – osserva Forti, parlando con i giornalisti a margine del convegno – perché si stia creando un caso europeo su poche centinaia di migranti, che altrove non troverebbero spazio nemmeno tra le cronache di un giornale locale. Invece, stanno catalizzando l’attenzione di una Europa ripiegata su se stessa, che cerca di difendere strenuamente dei confini che pensavamo di aver superato con Schengen».

Intanto a Ventimiglia Caritas, Croce Rossa, Protezione Civile ed altre organizzazioni umanitarie continuano a prestare assistenza a circa 200/300 migranti: «Stiamo dando – racconta Maurizio Marmo, direttore della Caritas diocesana di Ventimiglia-Sanremo – aiuti alimentari, vestiario e servizi di accompagnamento e ascolto. Da tre mesi già avevamo iniziato la distribuzione della cena con l’aiuto di alcuni seminaristi. Ora abbiamo incrementato l’intervento, in coordinamento con le altre associazioni».

Maurizio Marmo, direttore della Caritas diocesana di Ventimiglia-Sanremo

Maurizio Marmo, direttore Caritas Ventimiglia-Sanremo

Nella stazione, in particolare, sono stati allestiti dei container con docce e bagni e un salone per l’accoglienza delle mamme con i bambini: «Si stanno cercando – aggiunge Marmo – altri spazi all’esterno. Speriamo aprano un centro di accoglienza temporanea in stazione».

La popolazione locale, tra l’altro, sta mostrando solidarietà senza dare adito ad alcuna tensione: «La gente – sottolinea il direttore della Caritas diocesana di Ventimiglia-Sanremo – porta viveri. La situazione è positiva nonostante i disagi. Non riusciamo a capire i motivi dello scontro tra Francia e Italia, forse è legato a qualche altra ragione o al vertice dell’Unione europea sul piano immigrazione».

Mons. Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana

Mons. Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana

Intanto, sulla vicenda dei migranti bloccati alla frontiera di Ventimiglia, così come a quella di Bressanone, emerge la sconcerto di Caritas Italiana: «La situazione – stigmatizza monsignor Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana – è vergognosa e inaccettabile, è il paradigma di una Europa assente. Dimostra tutta la debolezza di una Europa che non è né solidale, né unita».

La frontiera italo-francese di Ventimiglia invasa dai migranti con, a lato, Padre Lorenzo Prencipe

La frontiera italo-francese di Ventimiglia invasa dai migranti e, a lato, Padre Lorenzo Prencipe

Intanto, nonostante il rifiuto espresso dal governo francese nei confronti dei migranti in attesa di varcare la frontiera, le autorità italiane incassano il sostegno dell’episcopato d’oltralpe contrario ai respingimenti: «La ragione – riflette Padre Lorenzo Prencipe, direttore del Servizio nazionale della pastorale dei migranti della Conferenza episcopale francese – di questo indurimento della politica francese verso l’immigrazione è essenzialmente legata alla situazione politica elettorale in Francia, che il prossimo anno sarà di nuovo chiamata alle urne per eleggere il presidente della Repubblica. Quanto sta accadendo tra Mentone e Ventimiglia è dunque un segnale di forza, in un certo qual modo anche abbastanza ridicolo, che il Governo manda all’opinione pubblica e al bacino elettorale. La Francia da un lato pensa e dice di essere traino in Europa e dall’altro frena su tutto quello che può essere politica di asilo e politica di immigrazione comune. Questo è il vero nocciolo del discorso».

L’Ufficio Migrantes, intanto, ricorda quanto gli immigrati rappresentino una grande risorsa economica: «Perciò – esorta monsignor Giancarlo Perego, direttore della Fondazione Migrantes – siano distribuiti su tutto il territorio nazionale e l’Europa s’impegni per un piano di accoglienza».

Monsignor Giancarlo Perego, direttore Ufficio Migrantes

Monsignor Giancarlo Perego, direttore Ufficio Migrantes

Condannando, poi, la politica dei respingimenti impostata dalle autorità francesi, il direttore della Migrantes si è inoltre soffermato sui controlli alla frontiera francese, che bloccano la libera circolazione, auspicando un incontro tra i ministri dell’Interno europei: «Mentre – avverte monsignor Perego – il blocco e l’abolizione dell’area Schengen sarebbero una penalizzazione soprattutto per chi ha diritto a una protezione internazionale, oltre che creare numerosi disagi nelle città di passaggio come attualmente sta avvenendo. Forse è tempo di pensare anche a un accompagnamento dei migranti dai porti di sbarco fino alle diverse città europee dove sono diretti».

Infine, Caritas Italiana non ha accolto positivamente il cosiddetto piano B, proposto dal Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, per consentire il transito dei migranti negli altri Paesi europei nonostante la contrarietà di questi ultimi: «Comprendiamo le preoccupazioni di Renzi – riprende Oliviero Forti, responsabile dell’Area Immigrazione di Caritas Italiana – e il messaggio provocatorio che vuole dare ad una Europa disunita. Ma le soluzioni sui cui si vocifera ci sembrano insufficienti e inapplicabili».

Matteo Renzi, presidente del Consiglio dei Ministri

Matteo Renzi, presidente del Consiglio dei Ministri

Secondo le indiscrezioni trapelate a mezzo stampa sembra, infatti, che il Governo Renzi abbia intenzione di appellarsi all’articolo 20 del Regolamento di Dublino – come fu per l‘emergenza Nord Africa nel 2011 – per rilasciare permessi per ragioni umanitarie che consentano ai profughi di muoversi liberamente in Europa: «Questa possibilità – commenta Forti – è più provocatoria che realistica e ne comprendiamo i motivi. Ma già sappiamo che l‘Europa non accetterebbe, come è accaduto nel 2011. Il braccio di ferro con la Francia e l‘Austria, ad esempio, o la minaccia della Germania di chiudere Schengen, sono tutti chiari segnali per sconfessare l’agenda europea, perché non hanno intenzione di farsi carico delle quote di profughi previste dal piano europeo».

Lo stesso responsabile dell’Area Immigrazione di Caritas, fa ancora notare la contraddizione che emergerebbe dall’avanzare una simile richiesta all’Europa, quando in Italia le regioni del Nord sono riluttanti all’accoglienza: «Questa situazione – ribadisce Oliviero Forti – di mancata collaborazione tra le regioni e con l‘Europa, che si trascina da mesi, ha poi determinato ciò che vediamo nelle stazioni di Roma e Milano. Istituire delle tendopoli in piena estate, come è avvenuto a Roma vicino alla stazione Tiburtina, è la misura peggiore. Per l’ennesima volta, ci troviamo di fronte a soluzioni emergenziali che stiamo disperatamente cercando di evitare con il Tavolo di coordinamento nazionale sull’asilo».

Anche l‘ipotesi del Governo che cita l’obbligo delle navi che compiono salvataggi in mare di portare i profughi nel Paese di chi li salva, a suo dire, non sembra che sia molto gradita all’Europa.

About Davide De Amicis (3857 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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