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“I beni sono destinati a tutti, su di essi pesa un’ipoteca sociale”

"Così - spiega il Papa - si supera il concetto economico di giustizia, basato sul principio di compravendita, con il concetto di giustizia sociale, che difende il diritto fondamentale dell’individuo a una vita degna"

Lo ha ricordato ieri Papa Francesco, nel suo ultimo giorno di vista in Ecuador, parlando ai rappresentanti della società civile nella chiesa di san Francisco

Papa Francesco, durante il suo viaggio apostolico in Ecuador

«I beni sono destinati a tutti, e per quanto uno ostenti la sua proprietà, pesa su di essi un’ipoteca sociale». A ribadire il principio della destinazione universale dei beni, uno dei cardini della dottrina sociale della Chiesa, è stato Papa Francesco, incontrando i rappresentanti della società civile nella chiesa di san Francisco nel suo ultimo giorno di permanenza in Ecuador: «Così – spiega il Papa – si supera il concetto economico di giustizia, basato sul principio di compravendita, con il concetto di giustizia sociale, che difende il diritto fondamentale dell’individuo a una vita degna».

L’esempio, ancora una volta, è la vita quotidiana delle famiglie: «Per i genitori – osserva il Pontefice – tutti i figli, anche se ciascuno ha la sua indole, sono ugualmente degni d’amore».

Invece, quando il bambino si rifiuta di condividere quello che riceve gratuitamente da loro, rompe questa relazione: «L’amore dei genitori – sottolinea il Santo Padre – lo aiuta ad uscire dal suo egoismo per imparare a vivere insieme agli altri, a rinunciare per aprirsi all’altro».

Papa Francesco incontra gli esponenti della società civile nella chiesa di San Francisco

Papa Francesco incontra gli esponenti della società civile nella chiesa di San Francisco

Nell’ambito sociale, secondo Papa Bergoglio, questo significa che la gratuità non è un complemento, ma un requisito necessario della giustizia: «Quello che siamo – afferma – e abbiamo ci è stato donato per metterlo al servizio degli altri, il nostro compito consiste nel farlo fruttificare in opere buone». Dunque, a detta del Sommo Pontefice, la nostra società vince quando ogni persona, ogni gruppo sociale, si sente veramente a casa.

Ne è convinto il Papa, che ha offerto alla folla sterminata di fedeli che lo acclamavano alcune chiavi del vivere insieme come cittadini, a partire dalla vita familiare: «In una famiglia – riflette Papa Francesco -, i genitori, i nonni, i bambini sono di casa; nessuno è escluso: se uno ha una difficoltà, anche grave, anche quando “se l’è cercata” gli altri vengono in suo aiuto, lo sostengono; il suo dolore è di tutti. Non dovrebbe essere così anche nella società?».

E, tuttavia, le nostre relazioni sociali o il gioco politico, spesso si basano sulla competizione, sullo scarto: «La mia posizione – aggiunge il Papa -, la mia idea, il mio progetto sono rafforzati se sono in grado di battere l’altro, di impormi. È essere famiglia questo? Nelle famiglie, tutti contribuiscono al progetto comune, tutti lavorano per il bene comune, ma senza annullare l’individuo; al contrario, lo sostengono, lo promuovono. Le gioie e i dolori di ciascuno sono fatti propri da tutti. Questo è essere famiglia!».

Quindi il sogno di Papa Francesco: «Se potessimo vedere l’avversario politico – immagina il Santo Padre -, il vicino di casa, con gli stessi occhi con cui vediamo i bambini, le mogli o i mariti, i padri o le madri!».

A questo punto il Pontefice ha posto un interrogativo: «Amiamo la nostra società? Amiamo il nostro Paese, la comunità che stiamo cercando di costruire? La amiamo nei concetti discussi nel mondo delle idee? Amiamola piuttosto con le opere che con le parole! In ogni persona, nel concreto, nella vita che condividiamo. L’amore tende sempre alla comunicazione, mai all’isolamento».

A partire da questo affetto, la convinzione di Francesco, scaturiranno gesti semplici che rafforzano i legami personali, a partire dall’importanza della famiglia come cellula della società: «In famiglia – conclude Papa Bergoglio -, le persone ricevono i valori fondamentali dell’amore, della fraternità e del reciproco rispetto, che si traducono in valori sociali essenziali: la gratuità, la solidarietà e la sussidiarietà».

About Davide De Amicis (3855 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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