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Bimbi rom senza calcio per mancanza di fondi

L’Asd Rom Lamezia, in cui giocano anche bambini non rom, lancia l’appello a contribuire online per potersi iscrivere al campionato di pertinenza

“Sognare non costa nulla”. A volte questa affermazione potrebbe scontrarsi duramente con la realtà. E’ il caso dell’Asd Rom Lamezia, società calcistica dilettantistica che rischia di non poter partecipare al campionato di pertinenza per motivi economici. Così, per far si che il sogno continui, il presidente Massimo Bevilacqua e i suoi collaboratori hanno deciso di attivare una campagna di crowdfunding chiedendo alla comunità locale di sostenere il loro progetto, donando un po’ di tempo ed anche un piccolo contributo economico.

Una società giovane, nata nel 2012, che ha ben presto messo insieme un bel gruppo di ragazzi accomunati dalla passione per il calcio e legati da grandi sentimenti di amicizia e rispetto. Una squadra che pensa il gioco del calcio non come una competizione rivolta esclusivamente alla vittoria, ma alla comprensione del necessario rispetto delle regole, della non esclusione di nessun componente della squadra, nella riconoscenza di chi tra mille sacrifici conduce tutta la squadra. Tutto questo è messo a rischio dalla mancanza dei fondi necessari per acquistare i tesserini e quindi per registrarsi alla federazione. Mancano inoltre le divise e anche in questo caso il piatto piange. Le casse della società non hanno risorse a sufficienza.

Il presidente Bevilacqua, cittadino lametino di etnia rom, dopo un’infanzia e una prima adolescenza vissute nell’accampamento di Scordovillo, luogo di emergenza sociale da oltre quarant’anni, si è messo a lavorare riuscendo a farsi una famiglia. E così ha messo su il suo sogno di poter offrire un’opportunità a bambini rom e non solo che, come lui, possano crescere insieme agli altri senza discriminazioni.

La speranza e l’augurio è che, attraverso questa azione di raccolta fondi dal basso, ci possa essere una mobilitazione di persone e risorse per dire si all’integrazione e perché i bambini della scuola calcio non debbano rinunciare al campionato e a crescere insieme con i valori sani dello sport.