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Viva Cuba

La deliziosa "rivoluzione della tenerezza" di due simpatiche pesti.

Film – Viva Cuba

 Titolo Originale: VIVA CUBA

Regia: Juan Carlos Cremata; Iraida Malberti Cabrera

Interpreti: Malù Tarrau; Jorgito Milo; Luisa Maria Jimenez; Larisa Vega; Lieter Ledesma; Sara Cabrera

Produzione: Francia, Cuba

Genere: Commedia /sentimentale

Anno: 2005

viva-cubaTRAMA: Viva Cuba è la storia di Malù e Jorgito, due bambini che fanno un patto: si promettono amicizia eterna; quel genere di amicizia assoluta per cui i “cuori bambini” arrivano a sfidare anche i draghi e i mostri. Malù e Jorgito sfideranno i pregiudizi dei compagni di scuola che non capiscono cosa abbiano in comune un maschio, che gioca a calcio, con una femmina, che gioca con le bambole; sfideranno le rispettive famiglie che si detestano e fanno di tutto per impedire la loro amicizia; sfideranno perfino loro stessi perché, nonostante litighino spesso e non vadano d’accordo su molte cose, l’uno non riesce a staccarsi dall’altro. Jorgito vuole proteggere per sempre Malù e lei vuole farsi proteggere dal suo amico, tanto basterà per stringere un patto di amicizia eterna «perché un patto è un patto». Quando la nonna di Malù muore e sua madre decide di trasferirsi all’estero, la bambina si sente persa perché non potrà vedere più Jorgito e non potranno giocare più insieme. La madre ripete alla bambina di non essere triste «perché la vita è lunga e il tempo cancella tutto», ma evidentemente non ha capito che Malù non vuole cambiare una virgola della propria vita e vuole rimanere a Cuba: nella sua casa, nella sua scuola, soprattutto insieme al suo amico e al ricordo della cara nonna morta. Jorgito dà coraggio a Malù, svelandole il segreto per salvare ogni amicizia degna di questo nome: «Se ci terremo stretti stretti, nessuno ci separerà». Dandosi coraggio, i due bambini intercettano una speranza: Malù deve ottenere un documento che vieta la sua partenza da Cuba, firmato dal padre, il guardiano di un faro, che si trova in un luogo molto lontano da L’Avana. Inizia un difficile viaggio attraverso le suggestioni di Cuba – rese dall’ottima fotografia e dalle musiche al ritmo di salsa –, passando per la spiaggia di Varadero, tra le vecchie Chevrolet colorate, le case bianche, le strade affollate e le insegne luminose. Il viaggio sarà lungo, difficile, tanto che Malù e Jorgito litigheranno furiosamente, fino a quando un giovane speleologo infonderà ai bambini rinnovato coraggio, ricordando che «Gli amici veri restano amici anche quando litigano». Così, Malù e Jorgito, riprenderanno il cammino all’inseguimento della speranza che possa salvaguardare il loro affetto: arriveranno al faro, dal padre di Malù, imparando e insegnando che «senza gli amici non si va da nessuna parte».

COMMENTO: Viva Cuba è un film adatto per tutte le età, perchè sa toccare temi profondi senza affondare, con la leggerezza tipica dei bambini che esplorano la vita. È ritenuta dalla critica una delle più belle storie del cinema cubano, sicuramente è il primo film cubano per bambini e con bambini. Se in Italia siamo abituati a vedere bambini talentuosi o aspiranti tali al cinema e in televisione, a Cuba difficilmente partecipano professionalmente a pellicole e spettacoli. Ci sono formazioni artistiche di bambini, i cori, c’è la Colmenita, per esempio, un gruppo famoso in tutta l’America, ma non esiste il “bambino artista” e tanto meno ci sono programmi televisivi o pellicole con bambini “famosi”. I bambini coltivano discipline artistiche, e sono invogliati a farlo, ma i luoghi deputati a sviluppare queste capacità sono la famiglia e la scuola. Per questo, quando il film fu presentato, riscosse molto clamore a Cuba e in tutta l’America Latina. Il regista Juan Carlos Cremata, alla presentazione del film, disse che Viva Cuba «Va visto con occhi da bambino, anche se la pellicola è diretta a tutto il pubblico e la dovrebbero vedere anche gli adulti».

È un film sentimentale che va al cuore delle cose, per ricordare a tutti che, sprezzante delle ideologie, delle appartenenze sociali e culturali, dell’educazione, delle privazioni economiche, il “cuore bambino” – il cuore allo stato puro – ha l’ardire di combattere senza tregua per difendere ciò che vale: affetti autentici, relazioni significative, incontri edificanti, ricordi indelebili, speranze vitali. Malù e Jorgito sfidano tutto e tutti perché inseguono il vento di una tenera speranza: far sopravvivere la loro amicizia, restare con i compagni nella stessa scuola, crescere con quanti condividono la loro quotidianità. Come i due bambini del film, in fondo, siamo tutti: la qualità della vita di ognuno dipende dalle relazioni quotidiane che sa intessere in famiglia, con gli amici, i colleghi, i conoscenti, perfino con gli sconosciuti che incrocia per strada o vicino ai quali siede su una panchina; in una parola, con tutti quelli che ci sono prossimi.

A Cuba i bambini sono tenuti in gran considerazione, anche Malù e Jorgito vengono educati in una scuola senza dubbio efficiente e accogliente, ma dove l’ideologia comunista impone ai bambini di ripetere: «Pionieri siamo noi del comunismo, e saremo come il Che». Entrambi vivono in famiglie a tal punto anaffettive da ostinarsi a voler impedire l’amicizia dei propri figli, sempre per ragioni ideologiche: sulla porta di casa di Jorgito c’è scritto “Esta es tu casa, Fidel”, a casa di Malu, invece, “Esta es tu casa, Señor”; filo-castristi gli uni, cattolici gli altri, si detestano. Siamo a Cuba, ma potremmo essere in qualsiasi altra parte del mondo perché dovunque le persone si detestano per pregiudizi, per ragioni ideologiche, per l’incapacità di entrare in empatia con gli altri quanto più sono prossimi; incapaci di riconoscere l’altro tanto più quanto l’altro si presenta con la fragilità di un bambino, di un bisognoso, di un malato, di un disperato. E cosa fanno Malù e Jorgito, cresciuti a rivoluzione e ideologia? Compiono la loro piccola grande anti-rivoluzione, imbracciando le armi della tenerezza e dell’empatia; puntando alla conquista della speranza, come pionieri dell’amicizia e dell’affetto, per piantare la bandiera vittoriosa della riconciliazione che salva loro e le rispettive famiglie. E tutto questo lo fanno stretti stretti, perché un patto di amicizia è un patto. Il film si chiude con Malù e Jorgito, abbracciati stretti stretti sugli scogli, che esultano per aver vinto la propria anti-rivoluzione della tenerezza e della riconciliazione.

RIFLESSIONI: Chiaramente la scelta di presentare ai lettori il film Viva Cuba, è stata suggerita dal recente viaggio di papa Francesco nell’isola. Al di là delle nostre aspettative, nel film abbiamo trovato spunti di riflessione che richiamano alcune delle cose dette da Francesco durante il viaggio. L’esigenza affettiva di Malù e Jorgito di stringere un patto di amicizia eterna nasce sulle ceneri delle relazioni insignificanti, vuote, inesistenti che i bambini vivono nelle rispettive famiglie. «La famiglia è scuola di umanità, che insegna a mettere il cuore nelle necessità degli altri, ad essere attenti alla vita degli altri», ha detto papa Francesco incontrando le famiglie nella cattedrale di Santiago. E ha aggiunto: «In molte culture al giorno d’oggi vanno sparendo questi spazi, vanno scomparendo questi momenti familiari, la casa viene lasciata vuota. Vuota di relazioni, vuota di contatti, vuota di incontri». Quanti ragazzi, oggi, vivono l’amicizia come surrogato delle relazioni familiari? Quanti giovani caricano le amicizie di aspettative e richieste che sarebbero di competenza delle famiglie, magari lasciandosi trascinare dal “branco”, per supplire al vuoto che vivono nelle proprie case? Nell’omelia della messa a Santiago nel santuario della Virgen de la Caridad del Cobre, patrona di Cuba, Francesco ha invitato cristiani e uomini di buona volontà a compiere la vera rivoluzione di cui il mondo ha bisogno, praticamente l’anti-rivoluzione di ogni ideologia: «La nostra rivoluzione passa attraverso la tenerezza, attraverso la gioia che diventa sempre prossimità, che si fa sempre compassione e ci porta a coinvolgerci, per servire, nella vita degli altri. […] “Chi non vive per servire, non serve per vivere”. Il “servizio” agli altri, non è mai ideologico dal momento che non serve idee, ma le persone». La fede cristiana deve farci uscire di casa e andare incontro agli altri per condividere tutto, per raggiungere chiunque ci è prossimo. E noi, abbiamo un “cuore-bambino” che ha l’ardire di arruolarsi nella rivoluzione della tenerezza? Malù e Jorgito insegnano che si può fare, se si rimane “stretti stretti”.

Trailer -Viva Cuba