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“Se la famiglia non annuncia la Risurrezione di Gesù, che famiglia è?”

"Fratelli, sorelle - invita monsignor Tommaso Valentinetti - credo che dobbiamo pregare molto in questi giorni per il Sinodo, per il Papa, per tutti i vescovi, per tutti i vescovi, per i vescovi che magari conosciamo e sono al Sinodo. Preghiamo intensamente, perché si riaffermi la bellezza e la grandezza della vocazione della famiglia"

Lo ha affermato ieri sera l‘arcivescovo Valentinetti, alla Veglia diocesana per il Sinodo sulla famiglia nella parrocchia di Sant‘Antonio di Padova a Montesilvano

Mons. Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne, pronuncia l'orazione alla Veglia per il Sinodo

«Se la famiglia non annuncia la Risurrezione di Gesù, se non annuncia la gioia, la speranza, la verità e la carità che promana dalla Risurrezione di Gesù, che famiglia è? Che sacramento è?».

L‘accensione dei ceri dall‘icona della Sacra famiglia

L‘accensione dei ceri dall‘icona della Sacra famiglia

È stato questo l’interrogativo posto ieri sera dall’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti, durante l’orazione pronunciata nella Veglia diocesana di preghiera per il Sinodo sulla famiglia, da titolo “Le famiglie illuminano il Sinodo,” ospitata nella parrocchia di Sant’Antonio di Padova a MontesilvanoLa celebrazione è stata aperta dalla tante famiglie presenti che hanno acceso un cero, dal lume posto al di sotto di un’icona raffigurante la Sacra famiglia posizionata davanti l’ambone.

Quindi l’assemblea riunita, insieme all’arcivescovo, ha assistito alla riproposizione dell’intervento di Papa Francesco alla Veglia sinodale di piazza San Pietro dove, tra l’altro, era presente una delegazione di 500 pescaresi, per poi ascoltare la proclamazione del Vangelo che ha toccato l’episodio biblico dei discepoli di Emmaus: «Un brano – spiega monsignor Valentinetti – che, apparentemente, non dice molto sulla famiglia mentre invece, leggendolo più approfonditamente, dice molto a partire dall’Eucaristia durante la quale Gesù viene riconosciuto dai discepoli chiamati a proclamare la grande verità della Risurrezione. Ecco, il collegamento con la famiglia sta proprio qui a partire dalla celebrazione del matrimonio, che inizia il giorno delle nozze per poi durare tutta la vita ed è l’evento straordinario che annuncia la Risurrezione di Cristo come ogni sacramento del resto».

L‘arcivescovo Valentinetti, insieme all‘assemblea, ascolta il discorso di Papa Francesco

L‘arcivescovo Valentinetti, insieme all‘assemblea, ascolta il discorso di Papa Francesco

D’altra parte è la dinamica familiare della tavola ad accomunare lo spezzare il pane di Gesù con i discepoli di Emmaus, con l’ultima cena: «È la tavola – osserva l’arcivescovo di Pescara-Penne – il luogo più importante della vita familiare. Il desco mattutino, il desco meridiano e il desco vespertino: sono questi i tre momenti più importanti in cui la famiglia, sostanzialmente, si riunisce per consumare ciò che diventa il nostro corpo, ma per ridire l’amore che diventa il proprio spirito, per ridire la verità di questo amore che porta, poi, nel tempo, nella storia, nel lavoro, le amicizie e la bellezza della vita nuova, della vita da risorti. Anche perché la Risurrezione non l’annunciamo solo con le parole, anzi voi famiglie l’annunciate principalmente con la vita e con l’esperienza costante del crescere e del rinnovarsi con l’amore».

Successivamente, l’arcivescovo Valentinetti ha ripercorso quelle che sono le situazioni più difficili della vita familiare: «L’individualismo – elenca -, l’interesse, il monologo, la morte, non c’è spazio per chi nasce, per chi bussa alla porta, l’infedeltà e via di questo passo. Ci sono tante situazioni negative e di fragilità, dentro cui dobbiamo riconoscerci e avere il coraggio di dire che, forse, anche noi siamo portatori di queste fragilità. Ci sono tanti, nelle nostre città, che soffrono a causa di queste situazioni e Papa Francesco, al termine del suo discorso, ha posto la domanda “Che Chiesa è questa, se non è capace di fare spazio alla Misericordia”?».

Quindi un riferimento al Vangelo domenicale odierno di Marco, che parla del ripudio “Mosè vi ha dato il consenso per dare il libello del ripudio e rimandare vostra moglie”. Però Gesù aggiunge “All’inizio non era così: chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio e chi ripudia il marito e ne sposa un altro commette adulterio”: «In questa frase del Vangelo – sottolinea Valentinetti – è racchiusa tutta la fragilità della coppia, perché quando si arriva all’adulterio o alla divisione ci sono passaggi scritti in questo testo, che abbiamo nelle mani e che abbiamo rivolto al Signore per cantare la sua misericordia. La dottrina viene riaffermata ed è chiara, precisa. Il progetto di Dio sul matrimonio, sull’uomo e sulla donna, è un progetto creaturale che non nasce solo dalla forza del Vangelo, ma nasce anche dalla forza della Creazione».

Tante le famiglie e i fedeli che ieri sera hanno partecipato alla Veglia diocesana

Tante le famiglie e i fedeli che ieri sera hanno partecipato alla Veglia diocesana

Ciò premesso, emerge l’interrogativo di quale risposta dare alle tante persone che bussano alle porte delle nostre parrocchie e dei nostri gruppi: «Dove li mettiamo – si interroga il presule -, come li accompagniamo, come facciamo sentire a questi fratelli (che sono persone) da un lato la misericordia di Dio e dall’altro la potenza della sua Risurrezione, della Risurrezione di Cristo, e la potenza di un progetto che viene direttamente da Dio».

Quest’ultima è una grande sfida: «Fratelli, sorelle – invita monsignor Tommaso Valentinetti – credo che dobbiamo pregare molto in questi giorni per il Sinodo, per il Papa, per tutti i vescovi, per i vescovi che magari conosciamo e sono al Sinodo. Preghiamo intensamente, perché si riaffermi la bellezza e la grandezza della vocazione della famiglia».

Una preghiera, da abbinare alla lettura e all’approfondimento dell’Instrumentum laboris del Sinodo: «Lì troverete – ricorda l’arcivescovo di Pescara-Penne – l’abbondanza di tutta la bellezza e la capacità straordinaria che ha la famiglia di vivere la fede e l’evangelizzazione, ma ci troverete anche la grande responsabilità che noi abbiamo nei confronti di tanti fratelli e di tante sorelle che vivono dolore, fragilità, angoscia e forse divisione. E la vita e la situazione di tanti fratelli e tante sorelle che invece di scegliere il matrimonio nella fede, hanno scelto semplicemente di vivere insieme».

Una situazione, quest’ultima, che altresì richiede la nostra preghiera: «E il nostro impegno – aggiunge l’arcivescovo Valentinetti – perché finalmente, non con le parole ma con la vita possiamo mostrare la bellezza del Vangelo della famiglia, la bellezza di essere famiglia nella fede. Prego per voi e voi pregate per me, perché io sia capace di trasfondere sempre più nei miei fratelli sacerdoti questi sentimenti, perché possiamo realmente realizzare una comunione sempre più perfetta e sempre più forte, nell’incarnare e nell’annunciare il Vangelo di Gesù Cristo».

About Davide De Amicis (3866 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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