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“Il perdono salva le famiglie dalla divisione e la società è meno cattiva”

"Non finire - suggerisce Papa Francesco - la giornata in guerra è il segreto per vivere bene in famiglia. Per fare questo non è necessario fare una grande discussione, ma è sufficiente una carezza ed è finito tutto, e si ricomincia. È indispensabile che, in una società a volte spietata, vi siano luoghi, come la famiglia, dove imparare a perdonarsi gli uni gli altri"

Lo ha affermato ieri Papa Francesco, presiedendo l’udienza generale in piazza San Pietro sul tema del perdono davanti a 15 mila fedeli

Papa Francesco

«La pratica del perdono non solo salva le famiglie dalla divisione, ma le rende capaci di aiutare la società ad essere meno cattiva e meno crudele». È stata questa la ricetta proposta ieri da Papa Francesco ai 15 mila fedeli presenti all’udienza generale dedicata al tema del perdono: «Il Sinodo – osserva il Papa – ha ravvivato la nostra speranza anche su questo. Fa parte della vocazione e della missione della famiglia la capacità di perdonare e di perdonarsi».

Ogni gesto di perdono, a detta del Santo Padre, ripara la casa dalle crepe e rinsalda le sue mura: «La Chiesa – sottolinea il Pontefice -, care famiglie, vi sta sempre accanto per aiutarvi a costruire la vostra casa sulla roccia di cui ha parlato Gesù. Non dimentichiamo queste parole che precedono immediatamente la parabola della casa “Non chiunque mi dice Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demoni nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti”. È una parola forte, non c’è dubbio, che ha lo scopo di scuoterci e chiamarci a conversione: «Senza donarsi e senza perdonarsi – aggiunge Papa Bergoglio – l’amore non rimane, non dura. Voi, care famiglie, siete sempre in cammino e continuamente scrivete già nelle pagine della vita concreta la bellezza del Vangelo della famiglia. In un mondo che a volte diventa arido di vita e di amore, voi ogni giorno parlate del grande dono che sono il matrimonio e la famiglia».

Dunque, a detta del Papa, la famiglia è una grande palestra di allenamento al dono e al perdono reciproco, senza il quale nessun amore può durare a lungo: «Senza donarsi e senza perdonarsi – ribadisce il Sommo Pontefice – l’amore non rimane, non dura».

Insomma, non si può vivere senza perdonarsi, o almeno non si può vivere bene, specialmente in famiglia: «Ogni giorno – rileva Papa Francesco – ci facciamo dei torti l’uno con l’altro. Dobbiamo mettere in conto questi sbagli, dovuti alla nostra fragilità e al nostro egoismo. Quello che però ci viene chiesto è di guarire subito le ferite che ci facciamo, di ritessere immediatamente i fili che rompiamo, perché se aspettiamo troppo, tutto diventa più difficile».

Piazza San Pietro saluta Papa Francesco prima dell'udienza generale

Piazza San Pietro saluta Papa Francesco prima dell’udienza generale

Il riferimento del Papa è alla preghiera che Dio stesso ci ha insegnato, il Padre Nostro, in cui Gesù ci fa chiedere al Padre: “Rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori”. E alla fine commenta: «Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

Così, il segreto per vivere bene in famiglia è uno solo: «Non finire – suggerisce il Papa – la giornata in guerra è il segreto per vivere bene in famiglia. Per fare questo non è necessario fare una grande discussione, ma è sufficiente una carezza ed è finito tutto, e si ricomincia. È indispensabile che, in una società a volte spietata, vi siano luoghi, come la famiglia, dove imparare a perdonarsi gli uni gli altri».

Ma c’è un segreto semplice per guarire le ferite e per sciogliere le accuse: «Non lasciar finire la giornata senza chiedersi scusa – ricorda il Santo Padre -, senza fare la pace tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra fratelli e sorelle, tra nuora e suocera. Se impariamo a chiederci subito scusa e a donarci il reciproco perdono guariscono le ferite, il matrimonio si irrobustisce e la famiglia diventa una casa sempre più solida, che resiste alle scosse delle nostre piccole e grandi cattiverie».

Se impariamo a vivere così in famiglia, secondo il Papa, lo facciamo anche fuori, dovunque ci troviamo: «È facile – ammette il Pontefice – essere scettici su questo. Molti, anche tra i cristiani, pensano che sia un’esagerazione. Si dice: , sono belle parole, ma è impossibile metterle in pratica. Ma grazie a Dio non è così. Infatti è proprio ricevendo il perdono da Dio che, a nostra volta, siamo capaci di perdono verso gli altri».

Comunque, al di là di tutto, la strada da seguire è più che mai quella delle Beatitudini: «Se sarete capaci di camminare sempre più decisamente sulla via delle Beatitudini – assicura Papa Bergoglio -, imparando e insegnando a perdonarvi reciprocamente, in tutta la grande famiglia della Chiesa crescerà la capacità di rendere testimonianza alla forza rinnovatrice del perdono di Dio. Diversamente faremo prediche anche bellissime, e magari scacceremo anche qualche diavolo, ma alla fine il Signore non ci riconoscerà come suoi discepoli! Non ci riconoscerà, perché non abbiamo avuto la capacità di perdonare e di farci perdonare dagli altri».

Dunque, le famiglie cristiane possono fare molto per la società di oggi e anche per la Chiesa: «Per questo – conclude Papa Francesco – desidero che nel Giubileo della Misericordia le famiglie riscoprano il tesoro del perdono reciproco. Preghiamo perché le famiglie siano sempre più capaci di vivere e di costruire strade concrete di riconciliazione, dove nessuno si senta abbandonato al peso dei suoi debiti».

Con questa intenzione, il Papa ha inviato i fedeli a ripetere insieme a lui il versetto del Padre Nostro: “Rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori”.

About Davide De Amicis (4359 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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