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“Trentamila ragazzi sono qui per dire che non siete soli contro la mafia”

"Non sono libere - osserva don Ciotti - le persone vittime della povertà, dell’insicurezza, del bisogno di beni primari. Non è libero chi è costretto a fare i conti con i ricatti delle mafie, con il lavoro nero; non sono libere le donne vittime della tratta e costrette a prostituirsi; non è libero chi è schiacciato dalle guerre, chi è costretto a fuggire dalla propria terra, chi non si vede riconosciuto nella sua dignità e nei suoi diritti"

Lo ha affermato don Luigi Ciotti, davanti a 30 mila giovani giunti a Messina per la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e di Libera

«Occorre superare le distinzioni, ogni distinzione, perché tutte le persone appena ricordate sono morte per la democrazia, per il bene del nostro Paese, per la nostra libertà». Lo ha affermato quest’oggi don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, dopo la lettura di 900 nomi di vittime di mafia durante il suo intervento alla ventunesima “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”.

La manifestazione nazionale si è svolta a Messina, sul tema “Ponti di memoria, luoghi di impegno”, e ha visto la partecipazione di 30 mila persone giunte in corteo sotto il palco della manifestazione. La stessa, in segno di vicinanza alla Sicilia, è avvenuta contemporaneamente anche a Torino, Perugia, Napoli, Roma, Avellino, Fano, Milano, Reggio Emilia, Imperia e numerose altre città grandi e piccole.

Ciotti, al suo arrivo, ha salutato le migliaia di giovani presenti: «Questi ragazzi sono qui per dire (ai parenti delle vittime delle organizzazioni mafiose) che non siete soli; sono venuti per metterci la faccia, per dire da che parte si sta. Sentiamo prepotente dentro di noi il bisogno di portare un contributo contro la mafia e la corruzione».

Don Ciotti ha poi fatto riferimento all’impegno educativo alla cittadinanza responsabile e democratica, che ha incontrato nei giorni scorsi in Sicilia: «La libertà – aggiunge – oltre che il più prezioso dei beni, è la più esigente delle responsabilità».

I 30 mila giovani manifestanti riuniti oggi a Messina

I 30 mila giovani manifestanti intervenuti oggi a Messina

Da qui l’impegno da parte dei singoli, della società civile, della politica, delle istituzioni a contrastare corruzione, violenza, tratta e lavoro nero. Lungo l’elenco, da parte di Ciotti, degli ambiti in cui intervenire, mettendo al centro uno sforzo rinnovato dalle scuole: «Scuole – sottolinea il fondatore di Libera – che siano magiche, simbolo di una società che educa a riconoscersi uguali come cittadini e diversi come persone, che educano alla giustizia e al senso civico».

Questo consente di diventare persone libere: «Non sono libere – ammonisce il sacerdote antimafia – le persone vittime della povertà, dell’insicurezza, del bisogno di beni primari. Non è libero chi è costretto a fare i conti con i ricatti delle mafie, con il lavoro nero; non sono libere le donne vittime della tratta e costrette a prostituirsi; non è libero chi è schiacciato dalle guerre, chi è costretto a fuggire dalla propria terra, chi non si vede riconosciuto nella sua dignità e nei suoi diritti».

Intervenendo a Messina, don Luigi Ciotti ha affrontato anche il tema delle migrazioni: «L’accordo tra Unione europea e Turchia – denuncia – è davvero umiliante, frutto dell’ipocrita distinzione tra profugo di guerra e migrante economico».

Ha poi più volte richiamato il dettato costituzionale sull’uguaglianza tra i cittadini, ha citato il problema delle trivellazioni (sul quale si terrà ad aprile il referendum nazionale). Ha rivolto un pensiero ai ragazzi morti nell’incidente stradale in Spagna, presenti nel Paese per un periodo Erasmus.

Quindi ha lodato un parroco di Messina, che sulla chiesa della sua comunità ha steso uno striscione con la scritta “Sì al Vangelo, no alla mafia”. Infine, ha richiamato l’impegno di magistrati, forze dell’ordine, amministratori pubblici e giornalisti che lottano contro la mafia: «Non vi lasceremo soli», ha concluso il sacerdote.

About Davide De Amicis (4380 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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