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“Il tempo s’è fatto breve: portiamo il Vangelo a quanti non vi aderiscono”

"Se non lo conosciamo attraverso la lettura assidua della Parola di Dio - ammonisce l‘arcivescovo Valentinetti -, se non lo conosciamo attraverso la lettura assidua della Parola di Dio, dell’esercizio continuo della Lectio divina - come raccomandava Papa Benedetto XVI ancora Prefetto della Congregazione della Dottrina della fede -, se non entriamo in una preghiera intensa e forte di contemplazione e adorazione, non porteremo il Vangelo, dell’esercizio continuo della Lectio divina , se non entriamo in una preghiera intensa e forte di contemplazione e adorazione, non porteremo il Vangelo"

Lo ha affermato ieri sera l’arcivescovo Valentinetti, presiedendo la Santa messa crismale nel Palasport Giovanni Paolo II di Pescara

Monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne, consacra gli olii santi

«Non possiamo più, cari fratelli, rimanere inerti di fronte alla grande massa di persone che purtroppo non aderiscono al Vangelo, che sono lontane della fede o che, magari, sono nella fede tiepida e tradizionale ma che non scende nella profondità dello Spirito».

Lo ha affermato ieri sera l’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti, presiedendo la Santa messa crismale presso il Palasport Giovanni Paolo II di Pescara gremito da oltre 2 mila persone, tra fedeli partecipanti, clero concelebrante e giovani cresimandi, che hanno assistito alla consacrazione degli olii santi.

Nell’ordine, ripetendo il tradizionale, solenne e suggestivo rito, il presule ha dapprima alitato sull’ampolla di colore viola, contenente l’olio per l’unzione degli infermi; quindi sull’ampolla di colore verde, contenente l’olio per ungere i catecumeni che stanno per ricevere il battesimo; infine l’ampolla di colore bianco, nella quale l’arcivescovo ha mescolato olii e profumi ottenendo il sacro crisma usato nei sacramenti del battesimo, della confermazione e dell’ordine sacro.

L‘arcivescovo Valentinetti pronuncia l‘omelia della messa concelebrata dal vicario generale don Lucio Giacintucci e dal vescovo emerito Giuseppe Di Falco

L‘arcivescovo Valentinetti pronuncia l‘omelia della messa concelebrata dal vicario generale don Lucio Giacintucci e dal vescovo emerito Giuseppe Di Falco

Una liturgia alla quale l’assemblea ha partecipato in religioso silenzio, prima di ascoltare il la proclamazione del Vangelo e l’omelia in gran parte ispirata dalle ultime encicliche papali: «Dice Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium – ricorda monsignor Valentinetti – che dev’esserci un’evangelizzazione di popolo, e non di “addetti ai lavori”, per il popolo affinché si senta amato e rinvigorito nella fede. Tutto questo, mettendo in pratica le parole espresse dallo stesso Pontefice al Convegno ecclesiale nazionale di Firenze “Vorrei una Chiesa italiana inquieta, per annunciare il Vangelo e portarlo ad ogni creatura”».

Ma l’evangelizzazione non può essere solamente frutto di metodi e azioni: «Se non troviamo la presenza di Gesù nella nostra vita – ammonisce l’arcivescovo di Pescara-Penne -, di Cristo nel nostro cuore, se non lo conosciamo attraverso la lettura assidua della Parola di Dio, dell’esercizio continuo della Lectio divina – come raccomandava Papa Benedetto XVI ancora Prefetto della Congregazione della Dottrina della fede -, se non entriamo in una preghiera intensa e forte di contemplazione e adorazione, non porteremo il Vangelo». A detta dell’arcivescovo, ciò sarà possibile solo mettendosi in ginocchio davanti al Signore: «Perché è lì – aggiunge – che troveremo la radice, la fonte inesauribile del nostro slancio missionario e pastorale».

Uno slancio da ritrovare in fretta: «Il tempo s’è fatto breve – avverte l’arcivescovo Valentinetti -, l’anno di grazia è stato proclamato e dobbiamo consegnare a quelli che vengono dopo di noi la verità del Vangelo. Dobbiamo consegnarlo a questi ragazzi, presenti in questo palasport, ma quale Chiesa gli consegneremo? Una Chiesa che capace di attirarli e di farli sentire fortemente legata a sé, o una Chiesa che si duole costantemente perché essi, finito il tempo della preparazione alla cresima, sfuggono da quella che dev’essere l’obbedienza al Vangelo, alla Parola di Dio, alla preghiera, alla vita impegnata nelle azioni di amore e di carità?».

Una parte deigli oltre cento sacerdoti concelebranti

Una parte deigli oltre cento sacerdoti concelebranti

Il rischio che si corre, compiendo la scelta di sbagliata, è quello far scivolare i fedeli nell’ateismo: «È possibile – s’interroga provocatoriamente il presule – che senza inquietarci, come chiede il Papa, noi possiamo consentire che tanti ci possano dire di essere diventati atei o che, forse, vivono una vita disordinata non secondo il Vangelo? Per questo, dobbiamo impegnarci a sentire fortemente quanto sia importante consegnare una testimonianza d’amore».

Una testimonianza che, secondo monsignor Tommaso Valentinetti, passa attraverso la rimeditazione delle opere di misericordia corporali (dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi, alloggiare i pellegrini, visitare gli infermi, visitare i carcerati e seppellire i morti) e spirituali (consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste e pregare Dio per i vivi e per i morti): «Cosicché – continua l’arcivescovo Valentinetti – entrino a far parte del patrimonio genetico del nostro essere credenti».

Ma la testimonianza dei cristiani, deve passare anche attraverso la realizzazione di una consapevolezza ecologica: «Papa Francesco – osserva l’arcivescovo – ci ha dato un’altra bellissima enciclica, come la “Laudato si”. Cominciamo ad aprire gli occhi, la mente e il cuore sulla nostra casa comune, che è il creato. Ma quale creato consegneremo ai nostri giovani? Consegneremo un creato inquinato, distrutto o saccheggiato o consegneremo ancora un creato capace di essere una casa ospitale per tutti i popoli del mondo?».

Il Palasport Giovanni Paolo II gremito da fedeli e concelebranti

Il Palasport Giovanni Paolo II gremito da fedeli e concelebranti

Una riflessione, quest’ultima, di cui monsignor Tommaso Valentinetti si è sempre fatto portavoce specie negli ultimi anni quando, insieme agli altri vescovi della Conferenza episcopale abruzzese e molisana, ha fortemente contrastato e respinto la deriva petrolifera a cui andava in contro il litorale costiero abruzzese: «Una volta – racconta Valentinetti, che recentemente intervistato dal network radiofonico cattolico In Blu ha espresso la propria preoccupazione in vista del referendum sulle trivelle del prossimo 17 aprile – ho parlato con un esperto di estrazioni petrolifere (Sergio Morandi, amministratore delegato della Rockhopper Italia) e alla mia contestazione, relativa alla possibilità di ricorrere a fonti di energie alternative a quelle ricavate dagli idrocarburi, mi disse “Ma così diventeremo tutti più poveri?!”. Va bene, se questa è la strada che dobbiamo fare, un passo indietro per non vivere più al di sopra delle nostre possibilità, se la strada è quella di rivedere i nostri stili di vita, rivediamoli. Il mondo ha realmente bisogno di uomini e donne che sappiano dire “Questa casa comune è per i nostri figli e per i figli dei nostri figli, perché essi non si trovino in situazioni difficili nel momento in cui dovranno affrontare la vita e l’esistenza”».

Da qui l’appello rivolto ai tanti giovani presenti sugli spalti del Palasport Giovanni Paolo II: «Carissimi ragazzi – esorta l’arcivescovo di Pescara-Penne in conclusione – il mondo è vostro. Voi siete il futuro della nostra storia e di questa Chiesa. Abbiate il coraggio di spronarci in queste strade del bene, siate informati, siate pronti a capire cosa sta succedendo intorno a noi. Non rinunciate a dire la vostra parola, perché sia di stimolo al mondo adulto, a volte, passivo e addormentato. Ci aiutino in questo cammino i nostri santi patroni, Cetteo e Massimo, e ci aiuti l’intercessione della Vergine Maria».

About Davide De Amicis (3928 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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