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Comunità di Sant’Egidio: incontro in carcere con i più deboli

Seguendo l’invito di Papa Francesco di vivere nel concreto le opere di misericordia, i volontari pescaresi hanno visitato la sezione giudiziaria e l’articolazione della salute mentale dell’istituto di via San Donato

La Comunità di Sant’Egidio, in collaborazione con la Caritas diocesana di Pescara-Penne, ha incontrato ed ascoltato circa 120 persone detenute nella Casa circondariale di Pescara distribuendo camicie e il necessario per l’igiene.

Roberta Casalini, responsabile pescarese della Comunità di Sant'Egidio

Roberta Casalini, responsabile pescarese della Comunità di Sant’Egidio

Un’amicizia con le carceri d’Abruzzo che va avanti da 25 anni e che ha fatto nascere l’iniziativa di ieri mattina nella struttura del capoluogo adriatico alla presenza del direttore della struttura il il dott. Franco Pettinelli, dei volontari della Comunità di Sant’Egidio guidati da Roberta Casalini, di Fabio Gui, volontario Sant’Egidio impegnato nelle carceri romane e di suor Livia Ciaramella, per la Caritas diocesana.

«Una bella esperienza di collaborazione e una presenza – racconta Fabio Gui – che auspichiamo possa essere un piccolo segno per queste persone che vivono una particolare situazione di fragilità. E’ stato particolarmente emozionante vedere come nelle celle diversi detenuti avessero un’immagine del logo del Giubileo; speriamo di essere stati “strumento di misericordia” come suggerisce Papa Francesco».

Il gruppo dei volontari con il direttore del carcere Franco Pettinelli

Il gruppo dei volontari con il direttore del carcere Franco Pettinelli

L’incontro si è svolto nella sezione giudiziaria e nell’articolazione della salute mentale dove insieme alla distribuzione del materiale c’è stata l’occasione di ascoltare le difficoltà e le necessità di ognuno.

«Abbiamo incontrato – continua Gui – alcune persone che Roberta, suor Livia e gli amici di Pescara conoscono perché incrociati nelle attività a sostegno dei senza fissa dimora nelle vie della città. La loro presenza ci dice quanto sia importante creare un legame tra il “dentro e il fuori” per aiutare le persone a non cadere negli stessi errori».

Il materiale consegnato ed alcuni kit da consegnare a chi termina di scontare la pena, lasciati in deposito alla religiosa che ogni giorno presta servizio presso la struttura, sono provenienti da alcuni sequestri eseguiti alle dogane degli aeroporti: «un modo per evitare sprechi e abbattere i costi» – ha concluso Gui.