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Otto famiglie neocatecumenali pescaresi missionarie nel mondo

"Queste partenze - sottolinea l'arcivescovo Valentinetti - sono un sacramento, non nel senso teologico del termine, sono il segno della vitalità di una comunità che deve esprimersi attraverso l’evangelizzazione dentro la vita, la storia e le situazioni che noi qui a Pescara stiamo vivendo. E allora il senso di chi va e offre generosamente la sua vita è indubbiamente bello e significativo, tanto da ricevere la benedizione del Signore, ma per chi resta è il segno di un impegno maggiore a che l’evangelizzazione, così come ci raccomanda Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium, sia realmente l’impegno primo delle nostre comunità"

Dopo aver ricevuto il mandato dal Papa e dall’arcivescovo Valentinetti, evangelizzeranno in Austria, Spagna, Francia, Serbia, Estonia, Perù, Costa d’Avorio e Giappone

L'arcivescovo di Pescara-Penne, monsignor Tommaso Valentinetti, con le otto famiglie neocatecumenali

Lasceranno la loro casa, il loro lavoro, i loro amici e i loro parenti per trasferirsi all’estero ed evangelizzare le città di Salisburgo (Austria), Nis (Serbia), Abdjan (Costa D’Avorio), Callao (Perù), Ourense (Spagna), Bourdeaux (Francia), Tallin (Estonia) e Osaka (Giappone).

Sono queste otto località in cui presto si recheranno altrettante famiglie neocatecumenali pescaresi, quattro provenienti dalla parrocchia di Sant’Antonio di Padova, una dalla parrocchia della Beata Vergine Maria del fuoco nel capoluogo e altre tre dalla parrocchia di San Giovanni apostolo in Montesilvano, per avviare nuove comunità annunciando la loro testimonianza di vita e di fede.

L'arcivescovo Valentinetti, conferisce il mandato alle otto famiglie

L’arcivescovo Valentinetti, conferisce il mandato alle otto famiglie

Martedì pomeriggio le famiglie, con un totale di 35 figli al seguito, hanno ricevuto ufficialmente il mandato dall’arcivescovo di Pescara-Penne nell’ambito di una celebrazione eucaristica svoltasi nella Cattedrale pescarese di San Cetteo: «“Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore, – esordisce monsignor Tommaso Valentinetti -. Come io ho amato gli altri, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Questa volta, però, la novità è rappresentata dall’amore che viene portato alle estreme conseguenze, ovvero l’amore di Gesù venuto a donare sé stesso che sorpassa ogni capacità umana di comprensione e di conoscenza».

Una vocazione, quella a cui si sentono chiamate queste famiglie, che le porterà davvero lontano: «Partono per annunciare – ricorda il presule nell’omelia -, per testimoniare il Vangelo, far parlare la loro vita e le loro opere, far parlare un surplus d’amore che finalmente siete chiamati ad incarnare nella vostra vita, rendendovi disponibili per la chiamata che già da qualche tempo avete ricevuto attraverso il carisma della vostra comunità».

Una missione, quella evangelizzatrice di queste famiglie, da compiere in coscienza e comunione con le tante altre famiglie che, nel mondo, la stanno vivendo dando il sangue a causa di violenze e persecuzioni verso i cristiani: «Voi andate – osserva l’arcivescovo di Pescara-Penne, ma noi restiamo. “E con ciò?”, direte voi. Queste partenze sono un sacramento, non nel senso teologico del termine, sono il segno della vitalità di una comunità che deve esprimersi attraverso l’evangelizzazione dentro la vita, la storia e le situazioni che noi qui a Pescara stiamo vivendo. E allora il senso di chi va e offre generosamente la sua vita è indubbiamente bello e significativo, tanto da ricevere la benedizione del Signore, ma per chi resta è il segno di un impegno maggiore a che l’evangelizzazione, così come ci raccomanda Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium, sia realmente l’impegno primo delle nostre comunità».

Mons. Valentinetti incontra una delle famiglie missionarie

Mons. Valentinetti incontra una delle famiglie missionarie

Da qui ancora un auspicio: «Auguri a chi parte – aggiunge l’arcivescovo Valentinetti -, vi accompagno con la preghiera, e auguri a chi rimane perché noi che rimaniamo qui, insieme, dobbiamo incarnare questa vocazione rinnovata e bellissima che la Chiesa ci fa. Dobbiamo essere pronti a dire sempre il nostro sì, sotto lo sguardo del Signore Gesù e sotto lo sguardo sempre benedicente di Maria».

Ma tornando alle otto famiglie neocatecumenali in partenza, esse offriranno la loro testimonianza di fede vivendo la loro normale quotidianità laddove sono state destinate: «Daranno vita – spiega Sandro Mantenuto, responsabile diocesano del Cammino neocatecumenale pescarese – ad un “implantatio ecclesiae”, portando la Chiesa dove non c’è come accade in nord Europa, dove le parrocchie stanno chiudendo e vengono messe in vendita. In questi luoghi, le famiglie renderanno visibile una Chiesa viva, fatta di persone e non di mattoni. Realizzeranno anche un luogo dove accogliere le persone, ma il primo contatto con loro sarà proprio quello con la famiglia».

Dunque, la prima Chiesa che verrà annunciata, sarà una comunità domestica: «In questa fase – sottolinea Mantenuto – un ruolo importante verrà svolto dai figli i quali, imparando subito la lingua, andranno a scuola dove si faranno nuovi amici che poi inviteranno a casa a mangiare una pizza o un piatto di pasta asciutta. Poi, attraverso i figli, si conosceranno i genitori e sarà possibile fare un primo annuncio. Successivamente si procederà con una predicazione vera e propria, e quando verrà raggiunto un bel numero di persone intorno alla famiglia, si faranno predicazioni come le facciamo noi qui e nasceranno nuove comunità».

Eusebio e Giulietta Astiaso Catechisti Itineranti e responsabili del Cammino Neocatecumenali Abruzzo, Marche e Malta

Eusebio e Giulietta Astiaso, catechisti itineranti e responsabili del Cammino neocatecumenale Abruzzo, Marche e Malta

Ma queste famiglie, come decidono di compiere questa scelta così radicale per la propria vita? «È una vocazione – precisa il responsabile diocesano della Comunità neocatecumenale pescarese -. C’è una chiamata vocazionale, che viene fatta nella convivenza d’inizio anno che si svolge nel mese di ottobre. In quell’occasione viene fatta la chiamata alle varie missioni e vengono chiamate anche le famiglie che sentono di voler partire. Poi, queste ultime vivono un periodo di discernimento vocazionale, oltre che degli incontri per maturare e vagliare la loro disponibilità. Infine, in primavera, tradizionalmente il Papa tiene un incontro nell’Aula Paolo VI in Vaticano alla presenza di tutte le famiglie, alle quali consegna la croce e invia ad annunciare il Vangelo».

E tra queste 350 famiglie, lo scorso mese di marzo in Vaticano c’erano anche Alessandro e Stefania Di Blasio, della parrocchia di San Giovanni apostolo in Montesilvano, che insieme ai loro otto figli presto raggiungeranno la città spagnola di Ourense, nei pressi di Santiago de Compostela.

Una scelta impegnativa la loro, ma sostenuta da forti motivazioni: «Sono tanti anni – racconta Alessandro, il marito – che diamo la nostra disponibilità a partire in missione, per andare dove la Chiesa ci manda. È il Signore che detta i tempi e mette a posto le cose. Così, superati alcuni impedimenti, siamo riusciti a realizzare questa nostra volontà. L’unico motivo che ci ha spinto ad andare a testimoniare il Vangelo con la nostra vita, è il voler esprimere la nostra gratitudine per quanto Dio ha fatto nella nostra vita. E così andremo a portare la parola di Dio, attraverso la testimonianza della nostra vita per quel poco che possiamo dare in termini d’esperienza, ma il Signore ci aprirà le strade e se ci ha chiamato, qualcosa ci farà fare».

About Davide De Amicis (3928 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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