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Olimpiadi di Rio 2016: per la prima volta in gara la squadra dei rifugiati

"Gli atleti rifugiati - sottolinea Filippo Grandi, Alto commissario Onu per i rifugiati - avranno finalmente la possibilità di perseguire i loro sogni. La loro partecipazione alle Olimpiadi è un omaggio al coraggio e alla perseveranza di tutti i rifugiati nel superare le avversità e a costruire un futuro migliore"

Lo ha annunciato Ettore Sutti in un servizio apparso sull’ultima edizione di “Scarp de’ tenis”, il mensile di strada della Caritas, dedicato alla squadra olimpica dei rifugiati

La squadra olimpica dei rifugiati di Rio 2016

«Dieci atleti, costretti a lasciare le loro case per sfuggire a guerre e povertà saranno in gara a Rio 2016». Lo ha scritto Ettore Sutti in un servizio apparso sulla nuova edizione di “Scarp de’ tenis”, mensile di strada della Caritas pubblicato lo scorso sabato, dedicato al Rot (Refugee olympic team), la squadra olimpica dei rifugiati che, per la prima volta nella storia, gareggerà in un’Olimpiade.

Durante la cerimonia inaugurale allo stadio Maracana, gli atleti del Rot sfileranno sotto la bandiera olimpica ed entreranno prima della squadra del Paese ospitante. Tra i volti più noti della selezione c’è la siriana Yusra Mardini: «A vederla – racconta Sutti – sembra una ragazzina di 18 anni come tante altre. Eppure, lei è stata quella che, insieme ad altri, nell’agosto del 2015 si è tuffata dal barcone che stava affondando nelle acque del Mare Egeo con 20 migranti a bordo, e per tre ore lo ha trascinato fino a mettere tutti in salvo sulle coste dell’isola di Lesbo».

Filippo Grandi, alto commissario Onu per i rifugiati

Filippo Grandi, alto commissario Onu per i rifugiati

Ma oltre a questa vicenda, ormai nota, ci sono ad esempio quelle dei due judoka originari della Repubblica democratica del Congo: Yolande Mabika e Popole Misenga, un nuotatore siriano, Rami Anis, il maratoneta etiope Yonas Kinde che oggi vive in Lussemburgo: «Inviare una squadra di rifugiati ai Giochi di Rio – si legge in una nota dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) – significa mandare un messaggio di speranza per i rifugiati in tutto il mondo, in un momento in cui il numero di persone costrette ad abbandonare la propria casa a causa di conflitti e persecuzioni è senza precedenti».

La popolazione mondiale di rifugiati, sfollati e richiedenti asilo, specifica la rivista Caritas, ha raggiunto la cifra record di 59,5 milioni alla fine del 2014 ed è in continuo aumento: «Gli atleti rifugiati – sottolinea Filippo Grandi, Alto commissario Onu per i rifugiati – avranno finalmente la possibilità di perseguire i loro sogni. La loro partecipazione alle Olimpiadi è un omaggio al coraggio e alla perseveranza di tutti i rifugiati nel superare le avversità e a costruire un futuro migliore».

Per ulteriori informazioni e video sul Rot, è possibile visitare la pagina web: http://www.unhcr.org/en-us/news/latest/2016/6/575154624/10-refugees-compete-2016-olympics-rio.html

About Davide De Amicis (4378 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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