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“Essere mariani per essere cristiani, ma Maria non è una santina”

"Mettiamo da parte ogni forma di paura e timore - esorta Bergoglio -, perché non si addice a chi è amato. Ogni volta che guardiamo a Maria torniamo a credere nella forza rivoluzionaria della tenerezza e dell’affetto"

Lo ha ricordato ieri Papa Francesco, citando Paolo VI, benedicendo le candele della Cappellina della Apparizioni durante il suo pellegrinaggio a Fatima

Papa Francesco a Fatima

Ieri sera, nel corso del suo pellegrinaggio a Fatima, Papa Francesco ha benedetto le candele della Cappellina delle apparizioni, salutando i fedeli: «Grazie per avermi accolto fra voi – esordisce, – ed esservi uniti a me in questo pellegrinaggio vissuto nella speranza e nella pace».

Il Santo Padre è intervenuto prima della recita del Rosario, davanti a una folla sterminata: «Fin d’ora – afferma – desidero assicurare a quanti vi trovate uniti con me, qui o altrove, che vi porto tutti nel cuore. Sento che Gesù vi ha affidati a me e abbraccio e affido a Gesù tutti, specialmente quelli che più ne hanno bisogno, come la Madonna ci ha insegnato a pregare – aggiunge citando l’apparizione del luglio 1917 -. Ella, Madre dolce e premurosa di tutti i bisognosi, ottenga loro la benedizione del Signore! Su ciascuno dei diseredati e infelici ai quali è stato rubato il presente, su ciascuno degli esclusi e abbandonati ai quali viene negato il futuro, su ciascuno degli orfani e vittime di ingiustizia ai quali non è permesso avere un passato, scenda la benedizione di Dio incarnata in Gesù Cristo “Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace”. Questa benedizione si è adempiuta pienamente nella Vergine Maria, poiché nessun’altra creatura ha visto risplendere su di sé il volto di Dio come lei, che ha dato un volto umano al Figlio dell’eterno Padre; e noi adesso possiamo contemplarlo nei successivi momenti gaudiosi, luminosi, dolorosi e gloriosi della sua vita, che rivisitiamo nella recita del Rosario».

Dalla spianata di fronte alla Cappellina delle Apparizioni, gremita di pellegrini provenienti da tutto il mondo, Papa Francesco ha ripetuto ieri sera le parole pronunciate da Paolo VI nel 1970, durante la visita al Santuario della Madonna di Bonaria a Cagliari: «Se vogliamo essere cristiani – cita Bergoglio – dobbiamo essere mariani, cioè dobbiamo riconoscere il rapporto essenziale, vitale e provvidenziale che unisce la Madonna a Gesù, e che apre a noi la via che a Lui ci conduce. Così ogni volta che recitiamo il Rosario, in questo luogo benedetto oppure in qualsiasi altro luogo, il Vangelo riprende la sua strada nella vita di ognuno, delle famiglie, dei popoli e del mondo, essendo pellegrini con Maria».

Il Papa nella Cappellina delle Apparizioni

A questo punto, Papa Francesco si è chiesto “Quale Maria?”: «Una Maestra di vita spirituale – osserva -, la prima che ha seguito Cristo lungo la “via stretta” della croce donandoci l’esempio, o invece una Signora irraggiungibile e quindi inimitabile? La “Benedetta per avere creduto” sempre e in ogni circostanza alle parole divine, o invece una “Santina” alla quale si ricorre per ricevere dei favori a basso costo? La Vergine Maria del Vangelo, venerata dalla Chiesa orante, o invece una Maria abbozzata da sensibilità soggettive, che la vedono tener fermo il braccio giustiziere di Dio pronto a punire: una Maria migliore del Cristo, visto come Giudice spietato; più misericordiosa dell’Agnello immolato per noi? Grande ingiustizia si commette contro Dio e la sua grazia, quando si afferma in primo luogo che i peccati sono puniti dal suo giudizio, senza anteporre – come manifesta il Vangelo – che sono perdonati dalla sua misericordia!».

Questo l’ammonimento del Papa, secondo cui dobbiamo anteporre la misericordia al giudizio: «E, comunque, – precisa il Pontefice – il giudizio di Dio sarà sempre fatto alla luce della sua misericordia. La misericordia di Dio non nega la giustizia, perché Gesù ha preso su di sé le conseguenze del nostro peccato insieme al dovuto castigo. Egli non negò il peccato, ma ha pagato per noi sulla Croce. E così, nella fede che ci unisce alla Croce di Cristo, siamo liberi dai nostri peccati».

Da qui l’invito: «Mettiamo da parte ogni forma di paura e timore – esorta Bergoglio -, perché non si addice a chi è amato. Ogni volta che guardiamo a Maria torniamo a credere nella forza rivoluzionaria della tenerezza e dell’affetto – ribadisce con le parole dell’Evangelii Gaudium “In lei vediamo che l’umiltà e la tenerezza non sono virtù dei deboli ma dei forti, che non hanno bisogno di maltrattare gli altri per sentirsi importanti”-. Questa dinamica di giustizia e di tenerezza, di contemplazione e di cammino verso gli altri, è ciò che fa di Lei un modello ecclesiale per l’evangelizzazione».

Quindi l’auspicio finale: «Possa ognuno di noi diventare, con Maria, – conclude Francesco – segno e sacramento della misericordia di Dio che perdona sempre, perdona tutto. Presi per mano della Vergine Madre e sotto il suo sguardo, possiamo cantare con gioia le misericordie del Signore. Possiamo dire: “La mia anima canta per Te, Signore!” La misericordia, che ha avuto verso tutti i tuoi santi e verso l’intero popolo fedele, è arrivata anche a me. A causa dell’orgoglio del mio cuore, ho vissuto distratto dietro le mie ambizioni e i miei interessi, senza riuscire però a occupare alcun trono, o Signore! L’unica possibilità di esaltazione che ho è questa: che la tua Madre mi prenda in braccio, mi copra con il suo mantello e mi collochi accanto al tuo Cuore. E così sia».

About Davide De Amicis (3860 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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