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“Don Alessio, sii uomo di comunione, misericordia e riconciliazione”

"Ho ricevuto molto più di quello che sono - commento don Alessio -. Per il futuro, a livello spirituale, mi auguro di crescere nell’amore per Dio e per gli uomini e le donne che incontrerò"

È stato l’augurio rivolto ieri dall’arcivescovo Valentinetti al giovane neo sacerdote don Alessio De Fabritiis, presiedendo il solenne rito di ordinazione

Il rito di ordinazione sacerdotale di don Alessio De Fabritiis, presieduto dall'arcivescovo Valentinetti

È stata intensa e partecipata ieri sera, presso la Cattedrale di San Cetteo a Pescara, la messa solenne di ordinazione sacerdotale del ventisettenne don Alessio De Fabritiis – originario di Penne – presieduta dall’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti e concelebrata da decine di sacerdoti diocesani. Altrettanto intensa anche l’omelia pronunciata dal presule, quasi interamente dedicata interamente al giovane neo presbitero: «La Parola di questa ventitreesima domenica del tempo ordinario – esordisce monsignor Valentinetti – credo che inviti a fare un esame di coscienza la comunità cristiana e inviti a fare una grande riflessione noi presbiteri, me vescovo e te caro don Alessio, che stai per ricevere l’ordine del presbiterato. Chi siamo noi? Chi è il presbitero? Chi è il vescovo? – s’interroga partendo dai versi del profeta Ezechiele – È l’uomo della profezia. , perché bisogna avere il coraggio di essere profeti, cioè coloro che non hanno nessuna remora nel porre la Parola del Signore davanti agli altri, davanti a tutti».

Mons. Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne pronuncia l’omelia

E in questo tempo della storia, occorre che la Chiesa stessa diventi profetica: «Che ogni comunità – auspica il presule – possa scoprire l’importanza delle profezia, cioè la proclamazione della Parola, la proclamazione della verità, la difesa degli ultimi, la difesa degli abbandonati, la difesa dei poveri. Chi sta facendo profezia oggi di fronte alle migliaia e migliaia di migranti ammassati al confine della Libia, perché non attraversino il Mediterraneo? E intanto la loro sofferenza, la loro morte, le loro angosce, le loro inquietudini, le loro lacrime, i loro stupri chi li vede?».

Questo solo un esempio della profezia che siamo chiamati ad incarnare, senza paura di venire contraddetti: «Perché la profezia – spiega l’arcivescovo di Pescara-Penne – è tale quando viene contraddetta, perché se non è contraddetta è parola vuota. E bada bene – afferma rivolgendosi a don Alessio – che è una parola che il profeta dice di rivolgere al malvagio. Quindi saper discernere perché se c’è una malvagità, se c’è una non verità, se c’è qualcosa che viene nascosto, devi avere il coraggio di avvertirlo il malvagio perché non perisca, in quanto anche nel malvagio il Signore vuole usare misericordia».

Successivamente, la riflessione si è spostata sui versi della lettera di San Paolo apostolo ai romani “Fratelli, non siate debitori di nulla a nessuno se non dell’amore vicendevole, perché chi ama l’altro ha adempiuto alla legge”: «Tutti i comandamenti – ricorda l’arcivescovo Valentinetti – si ricapitolano in questo “Amerai il prossimo tuo come te stesso, perché la carità non fa male al prossimo”. E allora dobbiamo essere uomini d’amore, devi essere uomo d’amore, ma non di un amore finto, non di un amore per sentito dire, non di un amore che si accontenta delle belle parole, di uno sguardo negli occhi, ma di un amore fatto di carne e ossa, fatto di palpabilità, di verità, di esperienza, di conoscenza dell’altro fino in fondo. Di conoscenza dell’altro che per te, don Alessio, e per noi, cari presbiteri, si chiama fraternità sacerdotale a cui non dobbiamo venire meno, perché questa è la nostra famiglia, questa è la nostra esperienza di fraternità e carità».

Numerosi i fedeli presenti

Un’esperienza dell’amore che per i sacerdoti, e per don Alessio, si dona nella carità pastorale, nella carità concreta verso chi chiede di essere amato: «Può essere il povero – riflette il presule, ancora parlando al novello presbitero – che, forse, busserà alla porta della tua parrocchia quando sarai parroco. Potrebbe essere la coppia in crisi, l’anziano solo, il ragazzo sbandato e gli esempi potrebbero essere tanti, ma non ti accontentare delle strutture della carità. Non ti accontentare di pensare che nella tua parrocchia c’è la Caritas. Cari fratelli, la carità è un debito d’amore che, senz’altro, dobbiamo a chi bussa al nostro cuore e, forse, alla porta della nostra casa».

E poi c’è il Vangelo che può sembrare un codice giudiziario, da utilizzare per dirimere i problemi della comunità e quelli interpersonali, ma non lo è: «Dietro questa Parola – sottolinea monsignor Tommaso Valentinetti – ci sono tre aneliti. Il primo è quello della comunione, la ricerca della comunione. Se tuo fratello commette una colpa, vai a fare comunione con lui, la comunità faccia comunione con lui non nella logica della vendetta, non nella logica del giudizio o della cattiveria, ma nella logica della misericordia. E misericordia è anche quando la parola del Vangelo dice “Se non ti ascolta, se non ascolta voi, staccati, non insistere, ma non condannarlo”. Perché è vero che sia come un pubblicano e come un pagano ma, attento, che anche il pubblicano e il pagano riceve la misericordia che viene dal Signore. Quindi, don Alessio, sii uomo di comunione, sii uomo di misericordia e non solo, perché ti verrà affidato il sacramento della riconciliazione – oltre a quello dell’eucaristia – perché la misericordia è l’alito della nostra vita sacerdotale. Guai a non essere sacerdoti misericordiosi. Se c’è qualcosa che il popolo santo di Dio, in me vescovo e in voi presbiteri, non sopporta è che non siamo misericordiosi. Perché Gesù è venuto a mostrare il volto del Padre, che è misericordia, e noi dobbiamo mostrare il volto di Gesù che è misericordia».

Decine i sacerdoti diocesani concelebranti

Un altro anelito è quello dell’intercessione: «“Quando ti metterai con qualcun altro per chiedere qualcosa al Padre mio, Egli te la concederà”. Intercessione – ribadisce monsignor Valentinetti -. Nelle realtà più difficili, nelle realtà più impossibili, nelle realtà più lontane e dirimenti, nelle realtà che spaccano il cuore e l’anima. Lì quando, umanamente parlando, non potrai mettere misericordia, non potrai mettere carità, non potrai mettere profezie, metti intercessione. Intercedere tra chi? Tra il Signore e la realtà che vivi costantemente con la tua vita».

Da qui un auspicio e un augurio per la missione che il nuovo sacerdote sta per intraprendere: «Caro don Alessio – afferma il presule – auguri e auguri anche a voi, carissimi presbiteri, perché ogni volta che facciamo un’ordinazione sacerdotale rinnoviamo le promesse che abbiamo fatto il giorno della nostra ordinazione, o per lo meno, le riviviamo. E ringrazio il Signore per quanto ha ricevuto, per l’educazione della tua famiglia, per l’educazione dei tuoi docenti nelle scuole che hai frequentato, per la tua parrocchia di San Domenico a Penne e l’Azione cattolica in cui sei cresciuto, per la tua parrocchia di Santa Lucia in Pescara dove hai trascorso un anno di preparazione, per il Seminario di Scutari dove hai vissuto l’ultimo anno della tua formazione presbiterale. Rendi lode al Signore, perché il Signore ti ha dato tanto e da te aspetta tanto».

Don Alessio con i genitori Gabriella e Daniele

Visibilmente emozionato don Alessio al termine della liturgia eucaristica: «Ho ricevuto molto più di quello che sono – commento il novello sacerdote -. Per il futuro, a livello spirituale, mi auguro di crescere nell’amore per Dio e per gli uomini e le donne che incontrerò». Commossi anche i genitori di don Alessio: «Ha fatto un bel cammino – commenta Gabriella Faccia, la madre -. Gli auguro tanta felicità e che sia un santo sacerdote».

Oggi, alle 18.30, il neo sacerdote celebrerà la sua prima messa nella parrocchia di San Massimiliano Kolbe a Penne mentre, nei prossimi giorni, in attesa di conoscere quello che sarà il suo primo incarico, nell’immediato, don Alessio De Fabritiis si trasferirà temporaneamente a Roma per approfondire i suoi studi.

About Davide De Amicis (4205 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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