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“In Quaresima preghiera, digiuno ed elemosina contro la mancanza d’amore”

"Se a volte la carità sembra spegnersi in tanti cuori - ricorda Papa Francesco -, essa non lo è nel cuore di Dio! Egli ci dona sempre nuove occasioni affinché possiamo ricominciare ad amare"

Lo ha affermato Papa Francesco nel suo Messaggio per la Quaresima 2018

Papa Francesco

«I falsi profeti sono come incantatori di serpenti, che approfittano delle emozioni umane per rendere schiave le persone e portarle dove vogliono loro». Lo ha spiegato Papa Francesco, giorni fa, nel Messaggio per la Quaresima in cui parte da un versetto del Vangelo di Matteo “Per il dilagare dell’iniquità, si raffredderà l’amore di molti” – in cui l’evangelista parla di “una grande tribolazione e descrive la situazione in cui potrebbe trovarsi la comunità dei credenti -: «Di fronte ad eventi dolorosi – avverte il Papa -, alcuni falsi profeti inganneranno molti, tanto da minacciare di spegnere nei cuori la carità che è il centro di tutto il Vangelo. Quanti figli di Dio sono suggestionati dalle lusinghe del piacere di pochi istanti, che viene scambiato per felicità! Quanti uomini e donne vivono come incantati dall’illusione del denaro, che li rende in realtà schiavi del profitto o di interessi meschini! Quanti vivono pensando di bastare a sé stessi e cadono preda della solitudine!».

Falsi profeti che possono essere di varia natura: «Sono anche quei ciarlatani – osserva il Santo Padre – che offrono soluzioni semplici e immediate alle sofferenze, rimedi che si rivelano però completamente inefficaci. A quanti giovani è offerto il falso rimedio della droga, di relazioni ‘usa e getta’, di guadagni facili ma disonesti! Quanti ancora sono irretiti in una vita completamente virtuale, in cui i rapporti sembrano più semplici e veloci per rivelarsi poi drammaticamente privi di senso!. Questi truffatori, che offrono cose senza valore, tolgono invece ciò che è più prezioso come la dignità, la libertà e la capacità di amare». Da qui l’ammonimento del Pontefice: «È l’inganno della vanità, che ci porta a fare la figura dei pavoniper cadere poi nel ridicolo; e dal ridicolo non si torna indietro».

Il rischio, insomma, è quello di venire risucchiati dal male: «Da sempre il demonio – ricorda Papa Bergoglio -, che è menzognero e padre della menzogna, presenta il male come bene e il falso come vero, per confondere il cuore dell’uomo». Da qui il suo appello: «Ognuno di noi è chiamato a discernere nel suo cuore – esorta – ed esaminare se è minacciato dalle menzogne di questi falsi profeti. Occorre imparare a non fermarsi a livello immediato, superficiale, ma riconoscere ciò che lascia dentro di noi un’impronta buona e più duratura, perché viene da Dio e vale veramente per il nostro bene».

Poi la citazione di Dante Alighieri, che nella sua descrizione dell’inferno immagina il diavolo seduto su un trono di ghiaccio: «Che abita – sottolinea Papa Francesco – nel gelo dell’amore soffocato. Chiediamoci allora, come si raffredda in noi la carità? Quali sono i segnali che ci indicano che in noi l’amore rischia di spegnersi? A questo punto, il Papa ha dato la sua risposta: «Ciò che spegne la carità – denota – è anzitutto l’avidità per il denaro, radice di tutti i mali».

Per questo, nel messaggio per la Quaresima, il Papa stigmatizza: «Il rifiuto di Dio e dunque di trovare consolazione in lui – continua il Santo Padre -, preferendo la nostra desolazione al conforto della sua Parola e dei Sacramenti. Tutto ciò si tramuta in violenza, che si volge contro coloro che sono ritenuti una minaccia alle nostre certezze, il bambino non ancora nato, l’anziano malato, l’ospite di passaggio, lo straniero, ma anche il prossimo che non corrisponde alle nostre attese».

E poi c’è il poco rispetto per l’ambiente: «La terra – denuncia Bergoglio – è avvelenata da rifiuti gettati per incuria e interesse; i mari, anch’essi inquinati, devono purtroppo ricoprire i resti di tanti naufraghi delle migrazioni forzate; i cieli – che nel disegno di Dio cantano la sua gloria – sono solcati da macchine che fanno piovere strumenti di morte».

Perché il creato, a detta del Pontefice – è anch’esso testimone silenzioso del raffreddamento della carità: «L’amore – precisa il Papa citando l’Envangelii gaudium, in cui vengono descritti i segni più evidenti di questa mancanza d’amore – si raffredda anche nelle nostre comunità. L’accidia egoista, il pessimismo sterile, la tentazione di isolarsi e di impegnarsi in continue guerre fratricide, la mentalità mondana che induce a occuparsi solo di ciò che è apparente, riducendo in tal modo l’ardore missionario».

Ma anche per la mancanza d’amore ci sono i rimedi, che il Papa indica nella preghiera, nell’elemosina e nel digiuno in Quaresima: «Dedicando più tempo alla preghiera – approfondisce Francesco -, permettiamo al nostro cuore di scoprire le menzogne segrete con le quali inganniamo noi stessi, per cercare finalmente la consolazione in Dio. Egli è nostro Padre e vuole per noi la vita. L’esercizio dell’elemosina, ci libera dall’avidità e ci aiuta a scoprire che l’altro è mio fratello, ciò che ho non è mai solo mio. Come vorrei che l’elemosina si tramutasse per tutti in un vero e proprio stile di vita! Come vorrei che, in quanto cristiani, seguissimo l’esempio degli apostoli e vedessimo nella possibilità di condividere con gli altri i nostri beni una testimonianza concreta della comunione che viviamo nella Chiesa».

A tal proposito, il Santo Padre ha fatto sua l’esortazione di san Paolo, quando invitava i Corinti alla colletta per la comunità di Gerusalemme “Si tratta di cosa vantaggiosa per voi”: «Questo vale in modo speciale nella Quaresima – raccomanda il Papa -, durante la quale molti organismi raccolgono collette a favore di Chiese e popolazioni in difficoltà. Ma come vorrei che anche nei nostri rapporti quotidiani, davanti a ogni fratello che ci chiede un aiuto, noi pensassimo che lì c’è un appello della divina Provvidenza. Ogni elemosina è un’occasione per prendere parte alla Provvidenza di Dio verso i suoi figli; e se egli oggi si serve di me per aiutare un fratello, come domani non provvederà anche alle mie necessità, Lui che non si lascia vincere in generosità?».

Infine, il rimedio del digiuno: «Toglie forza alla nostra violenza – evidenzia il Pontefice -, ci disarma e costituisce un’importante occasione di crescita. Da una parte ci permette di sperimentare ciò che provano quanti mancano anche dello stretto necessario e conoscono i morsi quotidiani dalla fame; dall’altra, esprime la condizione del nostro spirito, affamato di bontà e assetato della vita di Dio. Il digiuno ci sveglia, ci fa più attenti a Dio e al prossimo, ridesta la volontà di obbedire a Dio che, solo, sazia la nostra fame».

Quindi un nuovo auspicio di Papa Francesco: «Vorrei che la mia voce giungesse al di là dei confini della Chiesa cattolica, per raggiungere tutti voi, uomini e donne di buona volontà, aperti all’ascolto di Dio. Se come noi siete afflitti dal dilagare dell’iniquità nel mondo, se vi preoccupa il gelo che paralizza i cuori e le azioni, se vedete venire meno il senso di comune umanità, unitevi a noi per invocare insieme Dio, per digiunare insieme e insieme a noi donare quanto potete per aiutare i fratelli!».

Questa l’esortazione di Francesco, che invitato ulteriormente i membri della Chiesa: «A intraprendere con zelo il cammino della Quaresima sorretti dall’elemosina, dal digiuno e dalla preghiera». E per rianimare la carità, Papa Francesco ha convocato tutti venerdì 9 e 10 marzo per partecipare all’iniziativa “24 ore per il Signore”, ispirata dal salmo 130,4 che invita a celebrare il sacramento della riconciliazione in un contesto di adorazione eucaristica: «Se a volte la carità sembra spegnersi in tanti cuori – conclude -, essa non lo è nel cuore di Dio! Egli ci dona sempre nuove occasioni affinché possiamo ricominciare ad amare. In ogni diocesi, almeno una chiesa rimarrà aperta per 24 ore consecutive, offrendo la possibilità della preghiera di adorazione e della confessione sacramentale».

About Davide De Amicis (3928 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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