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Unesco: “Costruire ponti per l’istruzione di migranti e rifugiati”

«Un tema  che riguarda tutto il mondo: in Unione europea il tasso di abbandono scolastico dei migranti è del 19%, quasi il doppio rispetto agli studenti nati in Europa (10%). Il rapporto  si conclude – spiega infine D’Addio  - con sette raccomandazioni ai governi: proteggere il diritto all’educazione (anche di chi è senza documenti); promuovere sistemi educativi inclusivi; rispondere ai bisogni dei migranti e rifugiati; riconoscere le loro storie; formare gli insegnanti; valorizzare il potenziale dei migranti e rifugiati; riformare gli aiuti allo sviluppo garantendo maggiori risorse per l’educazione nei Paesi a basso reddito».

Lo ha affermato Anna Cristina D’Addio, senior policy analist dell’Unesco, in occasione della presentazione di un Rapporto sul tema

Dare una risposta   unitaria e concreta ai bisogni educativi di migranti e rifugiati. A riferirlo è il  nuovo Rapporto mondiale di monitoraggio dell’educazione 2019 dell’Unesco, presentato nel pomeriggio di mercoledì scorso, all’Università Cattolica di Milano.

«È urgente – afferma il Rapporto – dare una risposta globale ai bisogni educativi di migranti e rifugiati per garantire che il loro diritto all’istruzione venga rispettato e favorire la crescita dei Paesi che li ospitano».

Secondo il Rapporto, intitolato ‘Migrazioni, spostamenti forzati e educazione: costruire ponti, non muri’, in un contesto globale in cui una persona su otto si è spostata all’interno del proprio Paese e una su trenta non vive nel Paese in cui è nato, serve mobilitare risorse e coordinare gli interventi, garantendo a tutti il diritto allo studio.

Anna Cristina D’Addio, senior policy analist dell’Unesco

Ad illustrare i risultati del lavoro è stata Anna Cristina D’Addio, senior policy analist dell’Unesco: «I rifugiati, sfollati interni e migranti – sostiene – sono tra coloro che sono vulnerabili e a cui si devono dare i mezzi per esprimere la loro voce. Per capire l’importanza di questa sfida il rapporto cita un dato: negli ultimi due anni i bambini e i ragazzi migranti e rifugiati hanno perso, a causa della loro condizione e delle difficoltà riscontrate, 1,5 miliardi di giorni di scuola. Questo nonostante la dichiarazione sottoscritta dai leader mondiali nel settembre 2016 a New York punti ad assicurare che tutti i bambini rifugiati e migranti ricevano un’ educazione costante, se possibile entro pochi mesi dal loro arrivo nel paese di accoglienza».

«Un sistema educativo inclusivo – prosegue la sociologa – può affrontare cause di tensione, offrire uguali opportunità a tutti, e aiutare immigrati e rifugiati a sviluppare le proprie potenzialità, contribuendo alla crescita della società».

«Un tema  che riguarda tutto il mondo: in Unione europea il tasso di abbandono scolastico dei migranti è del 19%, quasi il doppio rispetto agli studenti nati in Europa (10%). Il rapporto  si conclude – spiega infine D’Addio  – con sette raccomandazioni ai governi: proteggere il diritto all’educazione (anche di chi è senza documenti); promuovere sistemi educativi inclusivi; rispondere ai bisogni dei migranti e rifugiati; riconoscere le loro storie; formare gli insegnanti; valorizzare il potenziale dei migranti e rifugiati; riformare gli aiuti allo sviluppo garantendo maggiori risorse per l’educazione nei Paesi a basso reddito».