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Denatalità: “Per adulti-adolescenti e incapacità di sacrificarsi per i figli”

"A fronte di un bambino forzatamente adultizzato - spiega Mario Pollo -, ci sono adulti-consumatori rimasti adolescenti tutta la vita, anche se invecchiati. Un cortocircuito che continua a mettere in crisi la relazione educativa e la capacità dei giovani adulti di oggi di assumersi responsabilità di cura nei confronti di qualcun altro"

Lo ha affermato il sociologo e antropologo Mario Pollo, commentando gli ultimi dati Istat

Il crollo delle nascite è prima di ogni altra cosa un problema culturale: “ethos infantilistico” e incapacità di sacrificarsi per i figli. In questi termini il sociologo e antropologo dell’educazione Mario Pollo, intervistato dall’agenzia di stampa Sir, ha commentato i dati diffusi nei giorni scorsi dall’Istat che hanno allarmato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: al 1° gennaio di quest’anno è risultata una popolazione di 60 milioni 317 mila individui con un saldo negativo, rispetto al 2019, di -212mila unità. Nel 2019 sono state registrate solo 435 mila nascite contro i 647 mila decessi, ovvero il più basso livello di ricambio naturale nel Paese dal 1918.

Secondo Pollo, gli interventi pubblici annunciati a più riprese dai vari governi: «Aiuterebbero – osserva -, ma non sarebbero risolutivi. La crisi delle nascite ha ragioni più profonde, che vanno al di là dei motivi economici. È anzitutto un problema culturale, e non di oggi, legato alla scomparsa dell’età dell’infanzia e alla diffusione dell’ethos infantilistico. A fronte di un bambino forzatamente adultizzato, ci sono adulti-consumatori rimasti adolescenti tutta la vita, anche se invecchiati. Un cortocircuito che continua a mettere in crisi la relazione educativa e la capacità dei giovani adulti di oggi di assumersi responsabilità di cura nei confronti di qualcun altro. Quel sacrificarsi per i figli, leit-motiv delle generazioni precedenti, è un concetto scomparso a fronte di una sorta di “ethos infantilistico” che fa ripiegare narcisisticamente su se stessi, di fronte alla sfida della genitorialità vista come ostacolo alla possibilità di vivere una vita “piena” secondo il mito di una illusoria autorealizzazione».

Mario Pollo, sociologo ed antropologo – Foto da Twitter

Da qui la diagnosi alla base della denatalità: «L’inflazione dell’io – sentenzia il sociologo – è la patologia sociale di oggi. Anche negli adolescenti. La diffusa incertezza nei giovanissimi, con riferimento al proprio avvenire, tra mettere su famiglia o rimanere single. Paternità e maternità vengono da molti viste come limitazione della libertà personale e della possibilità di autorealizzazione, senza comprendere che la vera autorealizzazione passa attraverso la cura dell’altro da me, perché senza il “noi” non esiste un “io” maturo».

A questo fattore sociale, si aggiungono poi la precarietà e l’incertezza prodotta della crisi economica: «Ma – precisa Mario Pollo -, in passato la scarsità di risorse non impediva di mettere al mondo i figli. Oggi si pensa ai figli più come a un qualcosa che può minare la ricchezza della famiglia che come ad una risorsa, e si tende a voler programmare tutto. Come invertire questa tendenza? Tornando a sognare il futuro ed elaborando progetti di vita individuale e sociale che non siano necessariamente lo sviluppo di tutto ciò che forma e condiziona il presente, ma occorre recuperare la concezione dei figli come nostro futuro, mentre oggi i bambini vengono visti come contemporanei del presente».

Un cambiamento di mentalità che, secondo l’antropologo, andrebbe promosso da minoranze che sappiano “contagiare” la società con “virus” positivi, come la Chiesa: «Credenti, associazioni e gruppi – rilancia Pollo – dovrebbero attivarsi a livello sociale, culturale e comunicativo, proponendo modelli di vita e parametri diversi dal conformismo del politically correct, opposti alla deriva dell’individualismo imperante. Solo un’azione educativa profonda, illuminata da un’apertura alla trascendenza, può aiutare a costruire una società di uomini e donne aperti alla vita e capaci di creare un futuro di maggiore umanizzazione e giustizia».

About Davide De Amicis (4378 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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