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“L’unico estremismo cristiano è quello dell’amore”

Perché Dio vede oltre: "Sa come si vince. Sa che il male si vince solo col bene – ribadisce il Papa -. Ci ha salvati così, non con la spada, ma con la croce. Amare e perdonare è vivere da vincitori. Perderemo se difenderemo la fede con la forza. Nei Getsemani di oggi, nel nostro mondo indifferente e ingiusto, dove sembra di assistere all’agonia della speranza, il cristiano non può fare come quei discepoli, che prima impugnarono la spada e poi fuggirono"

Lo ha affermato oggi Papa Francesco presiedendo la messa finale dell’incontro dei vescovi del Mediterraneo a Bari

Papa Francesco saluta la folla riunita a Bari - Foto Siciliani-Gennari/SIR

Davanti a 40 mila persone riunite davanti al palco di Corso Vittorio Emanuele a Bari, questa mattina, Papa Francesco ha concluso l’incontro dei 58 vescovi cattolici dal tema “Mediterraneo frontiera di pace”, presiedendo la santa messa alla quale ha partecipato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Se vogliamo essere discepoli di Cristo – esordisce il Papa -, se vogliamo dirci cristiani, questa è la via. Amati da Dio, siamo chiamati ad amare; perdonati, a perdonare; toccati dall’amore, a dare amore senza aspettare che comincino gli altri; salvati gratuitamente, a non ricercare alcun utile nel bene che facciamo. Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano».

È questa la novità cristiana per il Pontefice: «È la differenza cristiana – precisa -. Pregare e amare, ecco quello che dobbiamo fare e non solo verso chi ci vuol bene, non solo verso gli amici, non solo verso il nostro popolo. Perché l’amore di Gesù non conosce confini e barriere. Il Signore ci chiede il coraggio di un amore senza calcoli. Perché la misura di Gesù è l’amore senza misura. Il Signore non è stato prudente, non è sceso a compromessi, ci ha chiesto l’estremismo della carità. È l’unico estremismo cristiano, quello dell’amore».

Da qui la citazione biblica “Amate i vostri nemici”: «Ci farà bene – suggerisce Bergoglio – ripetere a noi stessi queste parole e applicarle alle persone che ci trattano male, che ci danno fastidio, che fatichiamo ad accogliere, che ci tolgono serenità. Amate i vostri nemici. Ci farà bene porci anche delle domande: “Io, di che cosa mi preoccupo nella vita, dei nemici, di chi mi vuole male? O di amare?”. Non preoccuparti della cattiveria altrui, di chi pensa male di te. Inizia invece a disarmare il tuo cuore per amore di Gesù, perché chi ama Dio non ha nemici nel cuore».

Anche perché, secondo Papa Francesco, il culto a Dio è il contrario della cultura dell’odio: «E la cultura dell’odio – ricorda il Santo Padre – si combatte contrastando il culto del lamento. Quante volte ci lamentiamo per quello che non riceviamo, per quello che non va! Gesù sa che tante cose non vanno, che ci sarà sempre qualcuno che ci vorrà male, anche qualcuno che ci perseguiterà. Ma ci chiede solo di pregare e amare. Ecco la rivoluzione di Gesù, la più grande della storia, dal nemico da odiare al nemico da amare, dal culto del lamento alla cultura del dono. Se siamo di Gesù, questo è il cammino! La logica di Gesù è perdente agli occhi del mondo, dove “prevale la logica della forza e sembra che ognuno pensi a sé, ma è vincente agli occhi di Dio, come ci insegna San Paolo».

Perché Dio vede oltre: «Sa come si vince. Sa che il male si vince solo col bene – ribadisce il Papa -. Ci ha salvati così, non con la spada, ma con la croce. Amare e perdonare è vivere da vincitori. Perderemo se difenderemo la fede con la forza. Nei Getsemani di oggi, nel nostro mondo indifferente e ingiusto, dove sembra di assistere all’agonia della speranza, il cristiano non può fare come quei discepoli, che prima impugnarono la spada e poi fuggirono».

Per questo Papa Francesco ha rivolto un appello: «No – ammonisce -, la soluzione non è sfoderare la spada contro qualcuno e nemmeno fuggire dai tempi che viviamo. La soluzione è la via di Gesù, l’amore attivo, l’amore umile, l’amore fino alla fine. Chiedere a Dio la forza di amare, dirgli “Signore, aiutami ad amare, insegnami a perdonare. Da solo non ci riesco, ho bisogno di Te”. E va chiesta anche la grazia di vedere gli altri non come ostacoli e complicazioni, ma come fratelli e sorelle da amare. Molto spesso chiediamo aiuti e grazie per noi, ma quanto poco chiediamo di saper amare! Non chiediamo abbastanza di saper vivere il cuore del Vangelo, di essere davvero cristiani».

Quindi l’invito finale: «Scegliamo oggi l’amore, anche se costa, anche se va controcorrente – conclude il Papa -. Non lasciamoci condizionare dal pensiero comune, non accontentiamoci di mezze misure. Accogliamo la sfida di Gesù, la sfida della carità. Saremo veri cristiani e il mondo sarà più umano».

About Davide De Amicis (3845 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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