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Anziani: “Riumanizzare la società, no ad una sanità selettiva”

"Il valore della vita - esorta la Comunità di Sant'Egidio - rimanga uguale per tutti. Chi deprezza quella fragile e debole dei più anziani, si prepara a svalutarle tutte. Esprimiamo il dolore e la preoccupazione per le troppe morti di anziani di questi mesi e auspichiamo una rivolta morale, perché si cambi direzione nella cura degli anziani, perché soprattutto i più vulnerabili non siano mai considerati un peso o, peggio, inutili"

È l’appello rivolto alle istituzioni dalla Comunità di Sant’Egidio, dopo le troppe morti avvenute nelle Rsa

È un appello volto a “riumanizzare le nostre società” e a dire “no a una sanità selettiva”, quello lanciato mercoledì dalla Comunità di Sant’Egidio preoccupata sul futuro delle nostra società dopo quanto avvenuto con la pandemia di Coronavirus Covid-19, che ha avuto come primo firmatario il suo fondatore Andrea Riccardi ed è stato tradotto in diverse lingue per essere diffuso a cittadini e istituzioni a livello internazionale.

Un’iniziativa volta a favorire un deciso cambiamento di mentalità che si traduca in nuove azioni, sociali e sanitarie, nei confronti delle popolazioni anziane: «Le drammatiche cifre delle morti in istituto fanno rabbrividire – si legge nell’appello -. Molto ci sarà da rivedere nei sistemi della sanità pubblica e nelle buone pratiche necessarie per raggiungere e curare con efficacia tutti, per superare l’istituzionalizzazione. Siamo preoccupati dalle tristi storie delle stragi di anziani in istituto. Sta prendendo piede l’idea che sia possibile sacrificare le loro vite in favore di altre. Papa Francesco ne parla come “cultura dello scarto”, toglie agli anziani il diritto ad essere considerati persone, ma solo un numero e in certi casi nemmeno quello».

Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, primo firmatario dell’appello

Da questo punto di vista, la Comunità di Sant’Egidio ha lanciato un vero e proprio allarme riferito a molti Paesi i quali, davanti all’esigenza di una cura: «Sta emergendo un modello pericoloso che privilegia una “sanità selettiva” – ammonisce il movimento -, che considera residuale la vita degli anziani. La loro maggiore vulnerabilità, l’avanzare degli anni, le possibili altre patologie di cui sono portatori, giustificherebbe una forma di “scelta” in favore dei più giovani e dei più sani. Ma rassegnarsi a tale esito è umanamente e giuridicamente inaccettabile. Lo è anche in una visione religiosa della vita, ma pure nella logica dei diritti dell’uomo e nella deontologia medica. Non può essere avallato alcuno “stato di necessità” che legittimi o codifichi deroghe a tali principi. La tesi che una più breve speranza di vita comporti una diminuzione “legale” del suo valore è, da un punto di vista giuridico, una barbarie. Che ciò avvenga mediante un’imposizione (dello Stato o delle autorità sanitarie) esterna alla volontà della persona, rappresenta un’ulteriore intollerabile espropriazione dei diritti dell’individuo».

Perché la terza età può essere portatrice di un contributo fondamentale alla società: «L’apporto degli anziani – scrive ancora la Comunità di Sant’Egidio – continua ad essere oggetto di importanti riflessioni in tutte le civiltà. Ed è fondamentale nella trama sociale della solidarietà tra generazioni. Non si può lasciar morire la generazione che ha lottato contro le dittature, faticato per la ricostruzione dopo la guerra ed edificato l’Europa».

Da qui l’appello, rilanciato ancora: «Crediamo che sia necessario – sottolinea la Comunità di Sant’Egidio – ribadire con forza i principi della parità di trattamento e del diritto universale alle cure, conquistati nel corso dei secoli. È ora di dedicare tutte le necessarie risorse alla salvaguardia del più gran numero di vite e umanizzare l’accesso alle cure per tutti. Il valore della vita rimanga uguale per tutti. Chi deprezza quella fragile e debole dei più anziani, si prepara a svalutarle tutte. Esprimiamo il dolore e la preoccupazione per le troppe morti di anziani di questi mesi e auspichiamo una rivolta morale, perché si cambi direzione nella cura degli anziani, perché soprattutto i più vulnerabili non siano mai considerati un peso o, peggio, inutili».

Oltre ad Andrea Riccardi, hanno firmato l’appello Romano Prodi, già presidente del Consiglio dei ministri e della Commissione Ue, Jeffrey D. Sachs, direttore di Un Sustainable Development Solutions Network, Aleksandra Dulkiewicz, sindaca di Danzica (Polonia), Simonetta Agnello Hornby, scrittrice (Regno Unito), Manuel Castells, ordinario di sociologia dell’Università di California Berkeley (Spagna), Hans Gert Pöttering, già presidente del Parlamento europeo (Germania), Jean-Pierre Denis, direttore del settimanale La Vie (Francia), Cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, Adam Michnik, saggista e direttore di Gazeta Wyborcza (Polonia), Michel Wieviorka, sociologo 3 presidente della Fondation Maison des Sciences de l’Homme di Parigi (Francia), Giuseppe De Rita, fondatore del Censis, Stefania Giannini, direttore generale aggiunto dell’Unesco, Maria Antónia Palla, giornalista (Portogallo), Navi Pillay, giudice e presidente Icdp (Sud Africa), Jürgen Habermas, filosofo (Germania).

About Davide De Amicis (3856 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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