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“È giunto il tempo favorevole per fare meno e ascoltare di più”

"Dobbiamo fare nostro - esorta il cardinale Bassetti - l’atteggiamento, lo stile della Chiesa in uscita – esorta -. Uno stile non sedentario, ma segnato da distacchi, partenze, spostamenti. E questo si realizza solo se siamo corresponsabili e in comunione. La comunione fa la Chiesa. La comunione ci rigenera. La comunione ci mette in moto. La comunione indica la via per l’oggi"

Lo ha affermato ieri il presidente della Cei Bassetti, introducendo l’Assemblea generale dei vescovi italiani di novembre

Cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana - Ph: Cristian Gennari/Siciliani

Ascolto, corresponsabilità, comunione e annuncio. Sono queste le quattro parole intorno alle quali ieri il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, ha “riletto” l’enciclica “Fratelli tutti” di Papa Francesco, introducendo la riunione di Presidenza che si è svolta in vista dell’Assemblea generale dei vescovi italiani, fissata a novembre. Il porporato ha anche tracciato un percorso di avvicinamento, in vista dell’incontro dei vescovi. Nonostante la curva epidemiologica preoccupi, il cantiere verso l’Assemblea rimane aperto: «Ascolto – spiega il cardinale Bassetti -, significa porre attenzione all’umanità, senza preconcetti o pregiudizi, ma con il solo atteggiamento di chi è interessato al fratello. Significa farsi interpreti anzitutto dei più poveri, di quelli che in questo frangente della storia stanno subendo il peso della pandemia, di chi sta tenendo duro per la sopravvivenza propria, della propria famiglia, della propria azienda e della propria comunità. Alcuni di questi poveri non hanno nemmeno la forza di formulare una richiesta e attendono qualcuno che ascolti il loro grido silenzioso. A volte il nostro compito è quello di chi valorizza, sostiene e rilancia il bene in atto. Come non pensare ai medici, alcuni dei quali vivono il loro impegno ben al di là del dovere lavorativo? Come non pensare anche ai genitori, che hanno rimodulato con creatività di amore il loro ruolo nei confronti dei figli? Siamo stati abbastanza attenti a riconoscere tutta la carica di bene che queste persone hanno saputo esprimere? Forse è giunto il tempo favorevole per fare meno e ascoltare di più».

Un’altra parola chiave è poi quella della corresponsabilità: «Sentirsi protagonisti – approfondisce il cardinale Bassetti, riprendendo l’invito alla corresponsabilità lanciato da Papa Francesco nell’enciclica – di un modo nuovo di essere Chiesa in Italia, nel nostro territorio, tra la nostra gente. Per questo sono necessari cuore e testa. Essere responsabili mi pare che richieda generosità e intelligenza. Nei tempi di passaggio il cuore da solo può portare disordine, mentre la testa da sola può suggerire soluzioni disumane. A noi questo tempo chiede forse di far nascere o sostenere nuove vie di annuncio. Non c’è da spaventarsi se questo dovesse richiedere tempo e all’inizio non tutto dovesse essere chiaro. Il Papa parla non a caso di ‘processi’, che implicano inevitabilmente un cammino più o meno lungo da percorrere tutto, senza cercare scorciatoie, e da percorrere insieme».

Dunque, la prossima Assemblea della Cei, durante la quale – se l’andamento epidemiologico lo consentirà – si eleggeranno due vice-presidenti e i presidenti delle Commissioni episcopali, «potrebbe essere l’occasione – auspica il presidente della Cei – per avviare un processo di ripensamento dei ruoli e delle responsabilità di ciascuno, in modo da rendere la Cei uno strumento ancora più capace di servire le Chiese locali».

La terza parola chiave è annuncio: «Annunciare il Vangelo – osserva il porporato – significa denunciare le politiche che creano o mantengono le disuguaglianze e le ingiustizie, ma anche collaborare con le autorità a trovare soluzioni che siano davvero fraterne per tutti. Annunciare il Vangelo – aggiunge il cardinale sulla scorta della Fratelli tutti – significa rinunciare alle lamentele e alle rivendicazioni di parte per assumere i sentimenti di zelo che sono stati dei grandi evangelizzatori come Paolo. Significa anche provare a parlare con garbo ed empatia dell’esperienza del Risorto, là dove la morte sembra aver posto una pietra tombale a ogni speranza. Significa ancora consigliare i dubbiosi, cioè suggerire ai giovani scelte di vita ispirate a un bene più grande di sé. Annunciare il Vangelo significa, infine, rimettere in mano a tutti, dai bambini agli adulti, la Parola di Dio come libro della vita, libro a cui ispirare i propri pensieri e i propri sentimenti».

Da qui l’invito del presidente Bassetti: «Dobbiamo fare nostro l’atteggiamento, lo stile della Chiesa in uscita – esorta -. Uno stile non sedentario, ma segnato da distacchi, partenze, spostamenti. E questo si realizza solo se siamo corresponsabili e in comunione. La comunione fa la Chiesa. La comunione ci rigenera. La comunione ci mette in moto. La comunione indica la via per l’oggi».

About Davide De Amicis (4183 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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