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Messale romano: “Occasione per fare più attenzione e preghiere più consapevoli”

"Invito tutto il popolo di Dio - sottolinea don Emilio Lonzi - a prestare attenzione a come la liturgia propone le preghiere e ogni volta che si vuole pregare, bisogna imitare la liturgia perché essa è maestra di preghiera"

Il commento di don Emilio Lonzi, liturgista diocesano pescarese, al nuovo Messale romano

Il Messale romano

Nelle diocesi d’Abruzzo e Molise verrà utilizzato a partire da domenica 29 novembre, prima domenica di Avvento e prima tappa del nuovo anno liturgico, il nuove Messale romano la cui versione italiana è stata approvata nel maggio 2019 dall’Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana (Cei): «Abbiamo atteso 20 anni per questo messale – ricorda don Emilio Lonzi, direttore dell’Ufficio liturgico dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne -, che denotano un impegno non indifferente da parte della Cei per produrre questo strumento. Definirei il Messale romano il libro di preghiera per eccellenza, il libro della nostra Eucaristia».

Il nuovo messale, nei giorni scorsi, è arrivato anche nelle parrocchie dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne: «Vogliamo ringraziare ufficialmente l’arcivescovo Valentinetti – sottolinea don Emilio – che ne ha fatto dono a tutte le parrocchie, compiendo un bellissimo segno di comunione». D’altra parte, il messale stesso è uno strumento di comunione: «La Chiesa evangelizza come celebra – approfondisce il direttore dell’Ufficio liturgico diocesano – e celebra come evangelizza. Sì, perché la celebrazione eucaristica è una vera e propria evangelizzazione».

Questa terza edizione del Messale romano si contraddistingue per fornire una serie di cambiamenti, che coinvolgono tanto il celebrante quando il partecipante al rito, rendendo le preghiere ancor più aderenti alla significato originario dei testi sacri: «La prima cosa che si può notare – osserva il presbitero – è che nell’inno del Gloria non ci sarà più la formula “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà”, ma “Pace in terra agli uomini amati dal Signore”. Così si darà un senso di maggiore universalità». Un altro cambiamento sarà l’utilizzo del termine “sorelle” affiancato a quello di “fratelli”: «Questa novità – denota don Lonzi – la troveremo in quasi tutte le preghiere. È stato fatto un lavoro minuzioso per ritrovarle tutte. E mi è piaciuta anche la sottolineatura iniziale, al momento di nominare la Santissima Trinità, dove non si dice più “Sia con tutti voi”, ma “Siano con tutti voi” per sottolineare le tre persone divine che sono sì un unico Dio, ma anche nella distinzione di questa realtà divina».

Don Emilio Lonzi, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano

Inoltre sono stati aggiunti molti prefazi, ovvero le preghiere che anticipano la consacrazione: «Vere e proprie sintesi di verità teologiche – rimarca il liturgista diocesano -. Io penso che spesso, se qualcuno volesse pregare personalmente, potrebbe ogni tanto prendere un prefazio, se lo legge e medita. In ogni prefazio c’è la sintesi di una verità di fede». Due dei cambiamenti più importanti e citati sono quelli che riguarderanno il Padre nostro: «A parte il “non abbandonarci alla tentazione” anziché “non indurci in tentazione”, io sottolineerei soprattutto la nuova formula “come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori”. In questo modo anche noi partecipiamo all’azione misericordiosa di Dio».

Anche al segno di pace è stata aggiunta una formula: «“Scambiatevi il dono della pace”, perché la pace è un dono che riceviamo dal Signore e come dono va a sua volta donato, ancora una volta, da parte nostra». C’è stato un cambiamento anche per l’Agnello di Dio: «“Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo. Beati gli invitati alla cena dell’Agnello” – questa la nuova formula riportata da don Lonzi -. Quasi a sottolineare la cena del Signore, il banchetto al quale siamo invitati». E ancora, prima delle benedizione, c’è un’orazione sul popolo: «Questa è una novità assoluta del messale – rileva il direttore dell’Ufficio liturgico diocesano -. Nelle domeniche, nelle feste, al termine dell’orazione dopo la comunione il presbitero – stendendo le mani sul popolo – pronuncia un’orazione sul popolo alla quale segue poi la benedizione “Scenda o Signore sul tuo popolo l’abbondanza della tua benedizione…”. È un tutt’uno con la benedizione finale». Si creerà poi una distinzione tra la formula “Per Cristo nostro Signore, a cui segue l’amen, e “Per Cristo Signore nostro” senza l’amen. Una facilitazione importante per un popolo che va anche un po’ a memoria nelle preghiere».

Questi dunque i principali cambiamenti portati dal Messale romano, che a loro volta cambieranno anche l’approccio alla liturgia da parte di celebranti e fedeli: «Io penso che quando noi seguiamo con fedeltà i testi liturgici – esorta il sacerdote -, impariamo a pregare meglio. Invito tutto il popolo di Dio a prestare attenzione a come la liturgia propone le preghiere e ogni volta che si vuole pregare, bisogna imitare la liturgia perché essa è maestra di preghiera. La novità farà sì che ci sarà più attenzione, perché ogni cambiamento richiede un’attenzione. Anche noi sacerdoti che dobbiamo leggere i testi liturgici, dobbiamo stare molto più attenti in quanto chi celebra messa dal 20, 30, 40 anni va un po’ a memoria e deve ritrovare l’attenzione».

Cambiamenti che, con la dovuta attenzione, potranno divenire un punto di forza: «Questa è l’occasione – conclude don Emilio Lonzi – per prestare una maggiore attenzione, che corrisponderà ad una preghiera più consapevole. Anche andare a memoria fa perdere la consapevolezza di quello che si dice. In questo caso, invece, dovendo prestare attenzione, si possono riprendere e riscoprire concetti prima persi di vista. Dunque questa novità non è un tornare indietro, ma è un tornare alla radice. Una novità che è l’attualità, il modo attuale di annunciare il Vangelo».

About Davide De Amicis (4378 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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