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“Sarà un buon anno se ci prenderemo cura degli altri, come fa la Madonna con noi”

"Va chiesta la grazia di trovare tempo - esorta Papa Francesco - Tempo per Dio, per gli uomini, per il prossimo. Tempo per chi è solo, per chi soffre, per chi ha bisogno di ascolto e cura. Se troveremo tempo da regalare, saremo stupiti e felici, come i pastori. La Madonna, che ha portato Dio nel tempo, ci aiuti a donare il nostro tempo"

Lo ha affermato Papa Francesco nell’omelia della messa per la solennità di Maria Madre di Dio

Papa Francesco presiede la Santa messa nella solennità dell'Epifania

È stato il cardinale segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, stamani, a presiedere la santa messa della solennità di Maria Santissima Madre di Dio nell’ottava di Natale e in occasione della della 54ª Giornata mondiale della pace odierna, dal tema “La cultura della cura come percorso di pace”. Papa Francesco è stato indisponibile a causa della sciatalgia che lo affligge da ieri, pur presiedendo regolarmente l’Angelus successivo, e così è stato il porporato a leggere l’omelia del Pontefice: «Il mondo è gravemente inquinato dal dire male e dal pensare male degli altri, della società, di sé stessi – esordisce il Papa -. Ma la maldicenza corrompe, fa degenerare tutto, mentre la benedizione rigenera, dà forza per ricominciare».

E l’omelia il Santo Padre l’ha incentrata su tre verbi “Benedire, nascere e trovare”: «Come Maria – spiega il Santo Padre – siamo chiamati a benedire, a dire bene in nome di Dio. È importante che anche oggi i sacerdoti benedicano il Popolo di Dio, senza stancarsi, e che pure tutti i fedeli siano portatori di benedizione, benedicano. Il Signore sa che abbiamo bisogno di essere benedetti. La prima cosa che ha fatto dopo la creazione è stata dire bene di ogni cosa e dire molto bene di noi. Ma ora, con il Figlio di Dio, non riceviamo solo parole di benedizione, ma la benedizione stessa. Gesù è la benedizione del Padre. Ogni volta che apriamo il cuore a Gesù, la benedizione di Dio entra nella nostra vita».

Quindi un riferimento alla festività odierna: «Oggi celebriamo il Figlio di Dio – ricorda Papa Bergoglio -, il Benedetto per natura, che viene a noi attraverso la Madre, la benedetta per grazia. Maria ci porta così la benedizione di Dio. Dove c’è lei arriva Gesù. Perciò abbiamo bisogno di accoglierla come santa Elisabetta, che la fece entrare nella sua casa e subito riconobbe la benedizione. Facendo posto a Maria veniamo benedetti, ma impariamo pure a benedire. La Madonna, infatti, insegna che la benedizione si riceve per donarla. Lei, la benedetta, è stata benedizione per tutti coloro che ha incontrato: per Elisabetta, per gli sposi a Cana, per gli apostoli nel Cenacolo. Chiediamo alla Madre di Dio la grazia di essere per gli altri portatori gioiosi della benedizione di Dio, come lei per noi».

Per Papa Francesco questa è una concretezza paziente ben presente nelle donne: «Noi uomini siamo spesso astratti e vogliamo qualcosa subito – ammette il Pontefice -; le donne sono concrete e sanno tessere con pazienza i fili della vita. Quante donne, quante madri in questo modo fanno nascere e rinascere la vita, dando futuro al mondo! Non siamo al mondo per morire, ma per generare vita. La santa Madre di Dio ci insegna che il primo passo per dare vita a quanto ci circonda è amarlo dentro di noi. Ella, dice oggi il Vangelo, ‘custodiva tutto nel cuore’. Il Signore è nato come noi. Non è apparso adulto, ma bambino; non è venuto al mondo da solo, ma da una donna, dopo nove mesi nel grembo della Madre, dalla quale si è lasciato tessere l’umanità. Il cuore del Signore ha iniziato a palpitare in Maria, il Dio della vita ha preso l’ossigeno da lei. Da allora Maria ci unisce a Dio, perché in lei Dio si è legato alla nostra carne e non l’ha lasciata più. Maria – amava dire san Francesco – “ha reso nostro fratello il Signore della Maestà”. Ella non è solo il ponte tra noi e Dio, è di più: è la strada che Dio ha percorso per giungere a noi ed è la strada che dobbiamo percorrere noi per giungere a Lui. Attraverso Maria incontriamo Dio come Lui vuole. Nella tenerezza, nell’intimità, nella carne. Sì, perché Gesù non è un’idea astratta, è concreto, incarnato, è nato da donna ed è cresciuto pazientemente».

In seguito, il Santo Padre ha invitato a curare il proprio cuore: «Dal cuore nasce il bene – sottolinea -. Quanto è importante tenere pulito il cuore, custodire la vita interiore, la preghiera. Quanto è importante educare il cuore alla cura, ad avere care le persone e le cose. Tutto comincia da qui, dal prenderci cura degli altri, del mondo, del creato. Non serve conoscere tante persone e tante cose se non ce ne prendiamo cura». Partendo da questo presupposto, il Papa ha rivolto un invito ai fedeli: «Quest’anno, mentre speriamo in una rinascita e in nuove cure, non tralasciamo la cura – esorta -. Perché, oltre al vaccino per il corpo, serve il vaccino per il cuore: e questo vaccino è la cura. Sarà un buon anno se ci prenderemo cura degli altri, come fa la Madonna con noi».

Dunque, per Papa Francesco, è trovare tempo per qualcuno il modo migliore di cominciare il nuovo anno: «Il Signore – spiega Francesco – non si trova una volta per tutte. Va trovato ogni giorno. Dio è grandezza nella piccolezza, fortezza nella tenerezza. Come i pastori, anche noi non avremmo trovato Dio se non fossimo stati chiamati per grazia. Non potevamo immaginare un Dio simile, che nasce da donna e rivoluziona la storia con la tenerezza, ma per grazia lo abbiamo trovato. E abbiamo scoperto che il suo perdono fa rinascere, la sua consolazione accende la speranza, la sua presenza dona una gioia insopprimibile. Lo abbiamo trovato, ma non dobbiamo perderlo di vista».

Infine il Papa si è posto una domanda: «E noi, che cosa siamo chiamati a trovare all’inizio dell’anno? – s’interroga -. Sarebbe bello trovare tempo per qualcuno. Il tempo è la ricchezza che tutti abbiamo, ma di cui siamo gelosi, perché vogliamo usarla solo per noi. Va chiesta la grazia di trovare tempo: tempo per Dio, per gli uomini, per il prossimo. Tempo per chi è solo, per chi soffre, per chi ha bisogno di ascolto e cura. Se troveremo tempo da regalare, saremo stupiti e felici, come i pastori. La Madonna, che ha portato Dio nel tempo, ci aiuti a donare il nostro tempoSanta Madre di Dio, a te consacriamo il nuovo anno. Tu, che sai custodire nel cuore, prenditi cura di noi. Benedici il nostro tempo e insegnaci a trovare tempo per Dio e per gli altri».

About Davide De Amicis (4381 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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