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Shoah: “La lista di Pio XII”

L’aiuto silenzioso di Papa Pacelli ai perseguitati nello studio di Johan Ickx

Pio XII e alcuni sopravvissuti alla Shoah. Ph: Vatican News

Oggi, 27 gennaio, ricorre la Giornata della Memoria, istituita per ricordare lo sterminio del popolo ebraico compiuto nel corso della Seconda Guerra Mondiale per mano nazista e complicità fascista. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite scelse questa data in ricordo del 27 gennaio 1945, quando le truppe sovietiche raggiunsero il campo di concentramento di Auschwitz e ne liberarono i pochi superstiti.

La storiografia e l’opinione pubblica recente si sono interessate sempre più della posizione assunta dalla Santa Sede – e in particolare dal Pontefice allora regnante, Pio XII – nei confronti della Shoah, giungendo spesso a ricostruzioni contrastanti. Per far luce sulla dibattuta questione, Johan Ickx, Direttore dell’Archivio Storico della Sezione Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato vaticana, ha da poco pubblicato il libro Pio XII e gli Ebrei (Milano, Rizzoli, 2021).

I faldoni dell’Archivio Apostolico Vaticano sul pontificato di Pio XII

In un’intervista rilasciata a Radio Vaticana Italia, il dottor Ickx ha spiegato che il libro è il frutto di mesi di ricerca nell’Archivio Apostolico Vaticano, che a marzo ha reso accessibili i documenti relativi al pontificato di Papa Pacelli. «Nel nostro archivio ci sono più di 800 mila documenti, per quanto riguarda solo la Seconda Guerra Mondiale. Perciò, cercare di raccontare ciò che questi documenti contengono in sole 400 pagine era un’impresa ardua. – ha affermato l’autore – Io ho provato ad aprire una scatola, un fascicolo e a raccontare i documenti che si trovano lì dentro».

Il lavoro di ricerca ha innanzitutto dimostrato le conclusioni erronee in cui è incorsa una certa storiografia. «La “leggenda nera” che riguarda Pio XII si articola in più direzioni. Il primo punto sostiene che durante quegli anni non abbia fatto nulla, sia rimasto per così dire “alla finestra”, assistendo a quei massacri che non avrebbe voluto vedere, limitandosi a ignorarli. Ecco, questo non è vero, perché la serie archivistica denominata “Ebrei” che è nel nostro archivio dimostra la cura quotidiana con cui, 24 ore su 24, il Papa e le undici persone del suo “bureau”, si davano da fare, insieme ai nunzi e gli altri collaboratori all’estero, per venire in aiuto dei perseguitati in tutta Europa» ha illustrato il Direttore Ickx. Risulta infatti dagli atti che la Prima Sezione della Segreteria di Stato (chiamata bureau dall’autore) era responsabile non solo dei rapporti internazionali ma anche delle richieste di aiuto che pervenivano al Vaticano da moltissimi ebrei.

Per avere un’idea della quantità di richieste inoltrate alla Santa Sede, bisogna specificare che nel 1941 le leggi razziali subirono un mutamento, passando dalla individuazione religiosa alla selezione etnica: per essere arrestati e deportati, bastava avere un avo ebreo fino alla terza generazione, prescindendo completamente dal credo professato. Il nuovo criterio comportò dunque l’estensione dagli Ebrei per religione anche ai cristiani di origine ebraica, con un aumento incredibile di persone in pericolo.

Papa Pio XII

«Ci sono molti esempi di questo nel mio libro. È davvero sorprendente come uomini e donne in pericolo, a Milano, ma anche a Praga o a Budapest, considerassero l’unica vera ultima risorsa rivolgersi a Roma e chiedere aiuto al Papa. – dichiara il dottor Ickx – Per gli Ebrei era dunque evidente e chiaro che Pio XII stava dalla loro parte e che lui e il suo staff avrebbero fatto tutto ciò che era nelle loro possibilità per salvarli».

«L’ufficio coordinato del Papa stava un po’ brancolando nel buio delle scarse notizie che arrivavano da quei luoghi di terrore. Gli inglesi, gli americani e la Santa Sede si scambiavano informazioni in proposito e questo è anche un fatto molto interessante che emerge dal libro. Tra i diplomatici presenti sul campo c’era una proficua collaborazione e si scambiavano notizie atroci sui campi di concentramento. – prosegue l’autore – Questo è un altro aspetto della “leggenda nera” su Pio XII che viene ribaltato dal mio libro. Per decenni una certa propaganda ce l’ha presentato addirittura come il Pontefice di Hitler, ma devo dire che questi documenti ce lo riconsegnano piuttosto come il Pontefice di Roosevelt».

Il metodo di intervento della Segreteria di Stato è sempre stato improntato alla condizione di neutralità della Santa Sede. I diplomatici cercavano di prestare soccorso ma rimanendo neutrali, per non precludersi alcuna via di azione. «Io ritengo che sia stata questa intenzione di salvaguardare l’imparzialità nel conflitto a spingere il Papa a non pubblicare un documento di condanna delle persecuzioni, assieme agli inglesi, agli americani e ai sovietici. Non dimentichiamo che i sovietici, all’inizio della guerra, erano ancora alleati degli Usa e dell’Inghilterra. La Santa Sede capì, secondo me, che in quel momento non poteva bruciarsi la reputazione mettendosi a fianco dei sovietici. Non lo fece, ma agì per così dire in modo parallelo per aiutare i perseguitati e fare pressione sui paesi occupati dai nazisti. Questa imparzialità sarebbe stata di primaria importanza per il dopo guerra».

La serie “Ebrei”, studiata dal Direttore Ickx, contiene 170 posizioni alfabeticamente nominate, per un totale di circa 2800 casi. «Il cardinale Maglione aveva il comando generale di entrambe le sezioni. Non si può escludere che l’altra sezione disponesse del proprio registro o sistema di archiviazione, il che vorrebbe dire che altri archivi della Santa Sede, come per esempio l’Archivio Apostolico, custodiscano materiale simile riguardante gli Ebrei. – afferma Johan Ickx, spiegando che questi documenti, detti “lista di Pio XII”, costituiscono – la prova tangibile dell’interesse mostrato nei confronti di persone che, a causa delle leggi razziali, non erano considerate comuni cittadini, sia che fossero ebrei o ebrei battezzati».

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Classe 2000, è di Torre de' Passeri. Ha conseguito il diploma con lode al Liceo Scientifico di Popoli. Studia Giurisprudenza presso l'Università LUMSA di Roma. Da giugno 2022 è iscritto all'Albo dei Giornalisti, elenco Pubblicisti.