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“La missione della Chiesa è portare la tenerezza di Dio all’umanità sofferente”

"L’inverno demografico italiano - riflette il Papa -. In Italia le nascite sono calate e il futuro è in pericolo. Prendiamo questa preoccupazione e cerchiamo di fare in modo che questo inverno demografico finisca e fiorisca una nuova primavera di bambini e bambine"

Lo ha affermato oggi Papa Francesco pronunciando l’Angelus in piazza San Pietro

Papa Francesco

L’Angelus di oggi ha segnato il ritorno di Papa Francesco alla finestra del Palazzo apostolico per pronunciare la preghiera domenicale, ma non prima della consueta riflessione sul brano biblico odierno: «Il Vangelo di oggi (cfr Mc 1,29-39) – esordisce il Papa – presenta la guarigione, da parte di Gesù, della suocera di Pietro e poi di tanti altri malati e sofferenti che si stringono a Lui. Quella della suocera di Pietro è la prima guarigione di ordine fisico raccontata da Marco. La donna si trovava a letto con la febbre; nei suoi confronti, l’atteggiamento e il gesto di Gesù sono emblematici: “Si avvicinò, la fece alzare prendendola per mano” (v. 31), annota l’Evangelista. C’è tanta dolcezza in questo semplice atto, che sembra quasi naturale: “La febbre la lasciò ed ella li serviva” (ibid.). Il potere risanante di Gesù non incontra alcuna resistenza; e la persona guarita riprende la sua vita normale, pensando subito agli altri e non a sé stessae questo è significativo, è segno di vera “salute”! Quel giorno era un sabato. La gente del villaggio aspetta il tramonto e poi, finito l’obbligo del riposo, esce e porta da Gesù tutti i malati e gli indemoniati. E Lui li guarisce, ma vieta ai demoni di rivelare che Lui è il Cristo (cfr vv. 32-34)».

Fin dal principio, dunque, Gesù ha mostrato la sua preferenza per le persone sofferenti nel corpo e nello spirito: «È una predilezione di Gesù – ribadisce il Pontefice -. È la predilezione del Padre, che Lui incarna e manifesta con opere e parole. I suoi discepoli ne sono stati testimoni oculari, hanno visto questo e poi lo hanno testimoniato. Ma Gesù non li ha voluti solo spettatori della sua missione. Li ha coinvolti, li ha inviati, ha dato anche a loro il potere di guarire i malati e scacciare i demoni (cfr Mt 10,1; Mc 6,7). E questo è proseguito senza interruzione nella vita della Chiesa, fino ad oggi. E questo è importante. Prendersi cura dei malati di ogni genere non è per la Chiesa un’“attività opzionale”, no! Non è qualcosa di accessorio, no. Prendersi cura dei malati di ogni genere fa parte integrante della missione della Chiesa, come lo era di quella di Gesù. E questa missione è portare la tenerezza di Dio all’umanità sofferente. Ce lo ricorderà tra pochi giorni, l’11 febbraio, la Giornata Mondiale del Malato».

Quindi un riferimento all’attuale dramma del Covid-19: «La realtà che stiamo vivendo in tutto il mondo a causa della pandemia – osserva il Santo Padre – rende particolarmente attuale questo messaggio, questa missione essenziale della Chiesa. La voce di Giobbe, che risuona nella Liturgia odierna, ancora una volta si fa interprete della nostra condizione umana, così alta nella dignità – la nostra condizione umana, altissima nella dignità – e nello stesso tempo così fragile. Di fronte a questa realtà, sempre sorge nel cuore la domanda “perché?”. E a questo interrogativo Gesù, Verbo Incarnato, risponde non con una spiegazione – a questo perché siamo così alti nella dignità e così fragili nella condizione, Gesù non risponde a questo perché con una spiegazione –, ma con una presenza d’amore che si china, che prende per mano e fa rialzare, come ha fatto con la suocera di Pietro (cfr Mc 1,31). Chinarsi per far rialzare l’altro. Non dimentichiamo che l’unico modo lecito di guardare una persona dall’alto in basso è quando tu tendi la mano per aiutarla a sollevarsi. L’unica».

È questa, a detta di Papa Bergoglio, la missione che Gesù ha affidato alla Chiesa: «Il Figlio di Dio – precisa Papa Francesco – manifesta la sua Signoria non “dall’alto in basso”, non a distanza, ma chinandosi, tendendo la mano; manifesta la sua Signoria nella vicinanza, nella tenerezza e nella compassione. Vicinanza, tenerezza, compassione sono lo stile di Dio. Dio si fa vicino e si fa vicino con tenerezza e con compassione. Quante volte nel Vangelo leggiamo, davanti a un problema di salute o qualsiasi problema: “ne ebbe compassione”. La compassione di Gesù, la vicinanza di Dio in Gesù è lo stile di Dio. Il Vangelo di oggi ci ricorda anche che questa compassione affonda le radici nell’intima relazione con il Padre. Perché? Prima dell’alba e dopo il tramonto, Gesù si appartava e rimaneva da solo a pregare (v. 35). Da lì attingeva la forza per compiere il suo ministero, predicando e operando guarigioni». Quindi un’invocazione di preghiera: «La Vergine Santa – afferma il Papa – ci aiuti a lasciarci guarire da Gesù – ne abbiamo sempre bisogno, tutti – per poter essere a nostra volta testimoni della tenerezza risanatrice di Dio».

Al termine dell’Angelus, il Papa ha innanzitutto affrontato la difficile crisi politica e governativa che sta vivendo il Myanmar: «In questi giorni – ricorda Bergoglio – seguo con viva preoccupazione gli sviluppi della situazione che si è venuta a creare in Myanmar, Paese che, dal tempo della mia visita apostolica del 2017, porto nel cuore con tanto affetto. In questo momento così delicato desidero assicurare nuovamente la mia vicinanza spirituale, la mia preghiera e la mia solidarietà al popolo del Myanmar. E prego affinché quanti hanno responsabilità nel Paese, si mettano con sincera disponibilità al servizio del bene comune, promuovendo la giustizia sociale e la stabilità nazionale, per una armoniosa convivenza democratica. Preghiamo per il Myanmar».

Successivamente, il Papa ha rivolo un appello in favore dei minori migranti non accompagnati: «Sono tanti! – esclama – Purtroppo, tra coloro che per vari motivi sono costretti a lasciare la propria patria, ci sono sempre decine di bambini e ragazzi soli, senza la famiglia ed esposti a molti pericoli. In questi giorni, mi è stata segnalata la drammatica situazione di quelli che si trovano sulla cosiddetta “rotta balcanica”. Ma ce ne sono in tutte le “rotte”. Facciamo in modo che a queste creature fragili e indifese non manchino la doverosa cura e canali umanitari preferenziali».

Ma oggi in Italia è stata celebrata anche la 43ª Giornata nazionale per la vita sul tema “Libertà e vita”: «Mi unisco ai Vescovi italiani – spiega Pontefice – nel ricordare che la libertà è il grande dono che Dio ci ha dato per ricercare e raggiungere il bene proprio e degli altri, a partire dal bene primario della vita. La nostra società va aiutata a guarire da tutti gli attentati alla vita, perché sia tutelata in ogni sua fase». A tal proposito, il Papa ha lanciato un allarme: «Mi permetto di aggiungere una mia preoccupazione – avverte -. L’inverno demografico italiano. In Italia le nascite sono calate e il futuro è in pericolo. Prendiamo questa preoccupazione e cerchiamo di fare in modo che questo inverno demografico finisca e fiorisca una nuova primavera di bambini e bambine».

Domani, infine, ricorrerà la memoria liturgica di Santa Giuseppina Bakhita, religiosa sudanese che conobbe le umiliazioni e le sofferenze della schiavitù, nella Giornata di preghiera e riflessione contro la tratta di persone: «Quest’anno – conclude il Papa – l’obiettivo è lavorare per un’economia che non favorisca, nemmeno indirettamente, questi traffici ignobili, cioè un’economia che non faccia mai dell’uomo e della donna una merce, un oggetto, ma sempre il fine. Il servizio all’uomo, alla donna, ma non usarli come merce. Chiediamo a Santa Giuseppina Bakhita che ci aiuti in questo».

About Davide De Amicis (4378 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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