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Covid-19: “Anziani più fragili e soli. Si muore anche d’isolamento”

"Le restrizioni, più o meno drastiche, per contrastare il contagio hanno ridotto drammaticamente lo spazio vitale di chi è in età avanzata – denotano Caritas e Focsiv -, con un impatto negativo sullo stato fisico, ma soprattutto sullo stato di fragilità psicologica e cognitiva di queste persone"

Lo hanno rilevato Caritas e Focsiv nell’ambito della Campagna “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”

Da quando, un anno fa, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato ufficialmente il Covid-19 una pandemia, «il virus non solo ha colpito maggiormente gli anziani, ma li ha resi più fragili, sia fisicamente che psicologicamente». Lo hanno constatato Caritas italiana e Focsiv nell’ambito della Campagna “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”, la quale sta raccogliendo fondi per sostenere 64 interventi nel mondo e sensibilizzare la comunità cristiana alle conseguenze della crisi sanitaria sui più poveri (https://www.insiemepergliultimi.it/): «Le restrizioni, più o meno drastiche, per contrastare il contagio hanno ridotto drammaticamente lo spazio vitale di chi è in età avanzata – denotano -, con un impatto negativo sullo stato fisico, ma soprattutto sullo stato di fragilità psicologica e cognitiva di queste persone. L’isolamento domestico non ha consentito agli anziani neppure una minima attività fisica ed ha acuito in loro la percezione della perdita, il senso di paura per il futuro e quello di isolamento, costringendoli a rinunciare ai legami affettivi con i propri familiari».

Come rilevato dalle Nazioni Unite, il Covid-19 colpisce di più le persone anziane, tanto da stimare che le persone ultraottantenni si ammalino 5 volte di più delle altre età. In Italia l’età media dei pazienti deceduti e positivi a Sars-CoV-2 è di circa 81 anni ed è più alta di 30 anni rispetto a quella dei pazienti che hanno contratto l’infezione. E se in Occidente gli anziani soffrono, nei Paesi maggiormente impoveriti numerose discriminazioni peggiorano la loro condizione e gli effetti provocati dalla pandemia: «Solo il 20% ha una pensione – ricordano Caritas e Focsiv -, mentre gli altri devono continuare a lavorare esponendosi al rischio del contagio per ricavare redditi molto bassi da piccole attività artigianali o commerciali, messe ulteriormente in crisi dal virus».

Il quadro, poi, si aggrava maggiormente se gli anziani sono anche disabili: «La loro condizione – sottolineano le due organizzazioni – è ancora peggiore e gli effetti della pandemia li rende ancora più isolati, condannandoli ad una solitudine con gravi conseguenze psicologiche. Di Covid si muore anche così, in modo indiretto. E spesso le persone più anziane, soggette ad altre malattie, non vengono curate proprio a causa dell’emergenza Covid che assorbe le poche risorse sanitarie esistenti».

About Davide De Amicis (4206 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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