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“Accogliamo la luce nella coscienza, per aprire i cuori all’amore infinito di Dio”

"Non dimenticatevi che Dio perdona sempre, sempre - ricorda il Papa -, se noi con umiltà chiediamo il perdono. Basta soltanto chiedere il perdono, e Lui perdona. Così troveremo la vera gioia e potremo rallegrarci del perdono di Dio che rigenera e dà vita"

Lo ha affermato oggi Papa Francesco nell’Angelus della quarta domenica di Quaresima

Papa Francesco al termine dell'Angelus

L’Angelus della quarta domenica di Quaresima è stato avviato da Papa Francesco, affacciato dal Palazzo apostolico, rilanciando un invito “Rallegrati, Gerusalemme…” (cfr Is 66,10): «Qual è il motivo di questa gioia? – si chiede il Papa -. In piena Quaresima, qual è il motivo di questa gioia? Ce lo dice il Vangelo di oggi. Dio “ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16). Questo gioioso messaggio è il cuore della fede cristiana. L’amore di Dio ha trovato il vertice nel dono del Figlio all’umanità debole e peccatrice. Ci ha donato suo Figlio, a noi, a tutti noi. È quanto appare dal dialogo notturno tra Gesù e Nicodemo, di cui la stessa pagina evangelica descrive una parte (cfr Gv 3,14-21). Nicodemo, come ogni membro del popolo d’Israele, attendeva il Messia, indentificandolo in un uomo forte che avrebbe giudicato il mondo con potenza. Gesù invece mette in crisi questa aspettativa presentandosi sotto tre aspetti: quello del Figlio dell’uomo esaltato sulla croce; quello del Figlio di Dio mandato nel mondo per la salvezza; e quello della luce che distingue chi segue la verità da chi segue la menzogna».

Quindi il Pontefice è passato ad approfondire singolarmente questi tre aspetti: «Gesù – osserva – si presenta anzitutto il Figlio dell’uomo (vv. 14-15). Il testo allude al racconto del serpente di bronzo (cfr Nm 21,4-9) che, per volere di Dio, fu innalzato da Mosè nel deserto quando il popolo era stato attaccato dai serpenti velenosi; chi veniva morso e guardava il serpente di bronzo guariva. Analogamente, Gesù è stato innalzato sulla croce e chi crede in Lui viene sanato dal peccato e vive. Il secondo aspetto è quello di Figlio di Dio (vv.16-18). Dio Padre ama gli uomini al punto da “dare” il suo Figlio. Lo ha dato nell’Incarnazione e lo ha dato nel consegnarlo alla morte. Lo scopo del dono di Dio è la vita eterna degli uomini. Dio, infatti, manda il suo Figlio nel mondo non per condannarlo, ma perché il mondo possa salvarsi per mezzo di Gesù. La missione di Gesù è missione di salvezza, di salvezza per tutti. Il terzo nome che Gesù si attribuisce è “luce” (vv. 19-21). Dice il Vangelo “La luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce” (v. 19)».

Questo perché, ha ricordato il Santo Padre, la venuta di Gesù nel mondo provoca una scelta: «Chi sceglie le tenebre va incontro a un giudizio di condanna – spiega -, chi sceglie la luce avrà un giudizio di salvezza. Il giudizio sempre è la conseguenza della scelta libera di ciascuno. Chi pratica il male cerca le tenebre, il male sempre si nasconde, si copre. Chi fa la verità, cioè pratica il bene, viene alla luce, illumina le strade della vita. Chi cammina nella luce, chi si avvicina alla luce, non può fare altro che buone opere. La luce ci porta a fare delle buone opere».

E per il Papa è quello che siamo chiamati a fare con rinnovato impegno durante la Quaresima: «Accogliere la luce nella nostra coscienza – esorta -, per aprire i nostri cuori all’amore infinito di Dio, alla sua misericordia piena di tenerezza e di bontà, al suo perdono. Non dimenticatevi che Dio perdona sempre, sempre, se noi con umiltà chiediamo il perdono. Basta soltanto chiedere il perdono, e Lui perdona. Così troveremo la vera gioia e potremo rallegrarci del perdono di Dio che rigenera e dà vita». Quindi l’invito conclusivo: «Maria Santissima – auspica Papa Bergoglio – ci aiuti a non avere paura di lasciarci “mettere in crisi” da Gesù. È una crisi salutare, per la nostra guarigione; perché la nostra gioia sia piena».

Dopo l’Angelus, Papa Bergoglio ha ricordato la ricorrenza del decimo anniversario dell’inizio della guerra in Siria: «Che ha causato – sottolinea – una delle più gravi catastrofi umanitarie del nostro tempo. Un numero imprecisato di morti e feriti, milioni di profughi, migliaia di scomparsi, distruzioni, violenze di ogni genere e immani sofferenze per tutta la popolazione, in particolare per i più vulnerabili, come i bambini, le donne e le persone anziane. Rinnovo il mio accorato appello alle parti in conflitto, affinché manifestino segni di buona volontà, così che possa aprirsi uno squarcio di speranza per la popolazione stremata. Auspico altresì un deciso e rinnovato impegno, costruttivo e solidale, della Comunità internazionale in modo che, deposte le armi, si possa ricucire il tessuto sociale e avviare la ricostruzione e la ripresa economica. Preghiamo tutti il Signore, perché tanta sofferenza, nell’amata e martoriata Siria, non venga dimenticata e perché la nostra solidarietà ravvivi la speranza. Preghiamo insieme per l’amata e martoriata Siria». Così il Papa ha introdotto l’Ave Maria.

Inoltre, venerdì 19 marzo prossimo (solennità di San Giuseppe) si aprirà l’Anno della famiglia Amoris Laetitia: «Un anno speciale – ribadisce Papa Francesco – per crescere nell’amore familiare. Invito a uno slancio pastorale rinnovato e creativo per mettere la famiglia al centro dell’attenzione della Chiesa e della società. Prego perché ogni famiglia possa sentire nella propria casa la presenza viva della Santa Famiglia di Nazaret, che ricolmi le nostre piccole comunità domestiche di amore sincero e generoso, fonte di gioia pur nelle prove e nelle difficoltà».

Infine il saluto «ai ragazzi e alle ragazze della squadra di basketball, accompagnati dalle loro famiglie e dai loro allenatori, presenti oggi in piazza. Bravi, continuate così, avanti!». E il saluto ai fedeli romani e ai pellegrini intervenuti in piazza: «In particolare – conclude – saluto i numerosi filippini, che celebrano i 500 anni dell’evangelizzazione delle Filippine. Auguri! E avanti con la gioia del Vangelo!».

About Davide De Amicis (4357 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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