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Siria, 10 anni di guerra: “È l’unica cosa che conoscono 5 milioni di bambini nati dal 2011”

"I bambini – denuncia Bo Viktor Nylund, rappresentante Unicef in Siria – vengono ancora uccisi e mutilati. La loro protezione in Siria è appesa a un filo. Pochissimi posti sono sicuri per i bambini della Siria. Dal 2011, quasi 12 mila bambini sono stati uccisi o feriti in Siria – un bambino ogni 8 ore, negli ultimi 10 anni"

Lo ha denunciato Bo Viktor Nylund, rappresentante Unicef in Siria

Un neonato salvato dalla macerie lasciate dai bombardamenti

Sono passati da 10 anni dall’inizio delle guerra in Siria e, con una durata così lunga e sfibrante, un dato emerge sconcertante: «La guerra – denuncia Bo Viktor Nylund, rappresentante Unicef in Siria – è l’unica cosa che conoscono milioni di bambini in Siria, con un enorme impatto sul loro benessere psicosociale. Quasi 5 milioni di bambini sono nati in Siria dall’inizio della guerra nel 2011, con un altro milione nato come rifugiato nei Paesi vicini alla Siria. Questi bambini non hanno conosciuto altro che morte, sfollamento e distruzione».

E all’entrata nell’undicesimo anno di conflitto, la situazione è purtroppo destinata a peggiorare, vista  la «triplice crisi del 2020dovuta al protrarsi del conflitto, alla recessione economica e alla pandemia da Covid-19». Lo confermano i numeri: «Abbiamo visto – spiega Nylund – un aumento del numero di persone bisognose in Siria. Più di 13 milioni di persone hanno bisogno di sostegno. La metà di loro – oltre 6,1 milioni – sono bambini. Questo è un aumento del 20% solo nell’ultimo anno. Quasi 6 milioni di persone rimangono sfollate all’interno della Siria e, dal 2012, il numero di bambini rifugiati registrati nei Paesi vicini è aumentato più di dieci volte fino a 2,5 milioni di bambini».

Bo Viktor Nylund, rappresentante Unicef in Siria – Foto Unicef

Così sono proprio i più piccoli e fragili a pagare le conseguenze peggiori: «I bambini – denuncia il rappresentante Unicef in Siria – vengono ancora uccisi e mutilati. La loro protezione in Siria è appesa a un filo. Pochissimi posti sono sicuri per i bambini della Siria. Dal 2011, quasi 12 mila bambini sono stati uccisi o feriti in Siriaun bambino ogni 8 ore, negli ultimi 10 anni. E come tutti saprete, questi sono i bambini che l’Onu ha potuto verificare attraverso un processo rigoroso. I numeri reali sono probabilmente molto più alti. Dal 2011, quasi 5.700 bambini sono stati reclutati nei combattimenti. Le gravi violazioni contro i bambini continuano ad essere maggiori nel nord-ovest, dove la violenza e il conflitto sono in corso. Il 75% del totale delle perdite di bambini in tutta la Siria l’anno scorso è stato registrato nel nord-ovest, insieme a nove attacchi su dieci alle scuole e sette bambini su dieci reclutati e utilizzati nel conflitto».

Ad essere messo a rischio non è solo il presente, ma anche il futuro dei bambini siriani: «L’istruzione era l’orgoglio della Siria – ricorda Bo Viktor Nylund -, con tassi di iscrizione superiori al 97% prima della crisi, ma il Paese sta ora affrontando una delle più grandi crisi dell’istruzione nella storia recente. Quasi 3,5 milioni di bambini siriani sono fuori dalla scuolaincluso il 40% delle ragazze. Non possiamo sottovalutare ciò che questo significa per questi bambini ora, e per le loro comunità, ma anche per il Paese negli anni a venire». Per continuare a sostenere l’infanzia siriana, l’Unicef stima per il 2021 un fabbisogno di 1,4 miliardi di dollari.

About Davide De Amicis (4359 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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