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Reddito di cittadinanza: “Va tenuto e riordinato. Esclude i poveri da Covid”

"Siamo qui per ribadire con forza - sottolinea monsignor Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana - che il nostro Paese ha bisogno di una misura di contrasto alla povertà, oggi più che mai, soprattutto dopo il disastro economico della pandemia. Ci sono migliaia di persone nel nostro Paese che non possono fare a meno di un sostegno economico, che non possono lavorare o che, pur lavorando, restano inchiodati a situazioni di profondo disagio economico"

Lo evidenzia il VI Rapporto sulle politiche contro la povertà di Caritas italiana, diffuso ieri

Monsignor Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, alla presentazione del rapporto

Più della metà delle persone in condizione di povertàil 56%non beneficia del Reddito di cittadinanza. Lo percepisce invece il 44% dei nuclei poveri, soprattutto inoccupati, persone senza un lavoro e che non percepiscono sussidi di disoccupazione o altre forme di sostegno al reddito. Dal Reddito sono invece rimasti esclusi i nuovi poveri a causa della pandemia, in particolare coppie giovani con figli, e ci sono criticità nei percorsi di inclusione lavorativa. Nonostante ciò, il Reddito “va mantenuto e riordinato”. Lo evidenzia il VI Rapporto sulle politiche contro la povertà di Caritas italiana, che ha condotto un monitoraggio sul Reddito di cittadinanza, con consigli pratici su come riformulare questa misura introdotta nel 2019 per contrastare la povertà. Infatti, se questa ha funzionato sulle fasce di reddito molto basse, ha però lasciato degli esclusi: «Si tratta – rileva il dossier Caritas – dei nuovi profili della povertà che hanno risentito in misura maggiore della pandemia, ossia quei nuclei caratterizzati da un’età giovane, la presenza di figli minori, la presenza di un reddito, seppur minimo».

Per questo, l’organismo pastorale della Conferenza episcopale italiana propone un’Agenda” per il riordino del Reddito di cittadinanza. Essa parte dal presupposto che l’incidenza massima dei nuclei che hanno avuto accesso al Reddito di cittadinanza nel 2020, in piena pandemia, riguarda la classe di redditi compresi tra 1.000 e 1.299 euro: «Questo dato – approfondisce la Caritas – può essere letto come un primo segnale dell’impatto del Covid-19 sulle famiglie a reddito medio. In particolare, sono le coppie con figli minori a pagare le conseguenze più elevate».

Il VI Rapporto sulle politiche contro la povertà di Caritas Italiana

Il rapporto ha poi individuato alcune caratteristiche delle famiglie povere escluse: tendono a risiedere al Nord, ad avere minori, un richiedente straniero, risparmi in banca superiori alla soglia consentita. Ad oggi sono escluse dalla possibilità di richiedere il Reddito 4 famiglie straniere su 10. Il requisito economico di accesso che più di tutti restringe l’accesso alla misura alle famiglie in povertà assoluta, è quello del patrimonio mobiliare (solo due terzi di queste lo soddisfa). Al Nord il numero delle famiglie che usufruiscono del Reddito è il 37% di quelle in povertà assoluta, nel Centro il 69% e nel Sud il 95%. Al 31 gennaio 2021, i nuclei beneficiari di Reddito di cittadinanza indirizzati ai percorsi di inclusione lavorativa erano, a livello nazionale, circa 530 mila, il 49% del totale dei nuclei indirizzati, a seconda delle loro caratteristiche, ai Centri per l’impiego o ai servizi sociali: «Si tratta di persone – aggiunge il rapporto Caritas – molto deboli dal punto di vista lavorativo e in grandi difficoltà economiche, psicologiche e sociali. Non raramente sono persone che non hanno acquisito neppure il titolo di studio obbligatorio per legge, o sono giovani che non studiano né lavorano o in evidente ritardo con gli studi. Sono tutti dotati di smartphone, ma non sanno usarlo per effettuare ricerche su internet, non sanno redigere un curriculum vitae e, in alcuni casi, non parlano la lingua italiana».

Il 72% ha al massimo la licenza media, mentre solo il 3% ha ottenuto la laurea. Tra i beneficiari il 21% non ha mai avuto un rapporto di lavoro alle dipendenze nella sua storia lavorativa. Gli under 30 e gli over 50 rappresentano rispettivamente il 34% e il 27% dei beneficiari tenuti al Patto per il lavoro. Gli under 30 sono più presenti al Sud e nelle isole, mentre gli over 50 sono collocati al Centro-Nord. Le condizioni di povertà ruotano attorno all’impossibilità di avere risorse adeguate per affrontare il soddisfacimento di tre bisogni fondamentali, ovvero la spesa per il mangiare, la casa e le bollette. E nonostante l’attivazione del Reddito di cittadinanza, le difficoltà permangono: «In particolare – denota il VI Rapporto sulle politiche contro la povertà di Caritas italiana – nei casi in cui l’importo riconosciuto è estremamente basso, oppure non adeguato rispetto ai bisogni di vita».

Una delle problematiche più segnalate è stata la sospensione del contributo al 18° mese, per cui bisogna tornare alla Caritas o da altre organizzazioni del privato sociali per chiedere di nuovo aiuto: «Una misura come quella del Reddito di cittadinanza – esorta monsignor Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana – va assolutamente tenuta e però va anche riordinata. Siamo qui per ribadire con forza che il nostro Paese ha bisogno di una misura di contrasto alla povertà, oggi più che mai, soprattutto dopo il disastro economico della pandemia. Ci sono migliaia di persone nel nostro Paese che non possono fare a meno di un sostegno economico, che non possono lavorare o che, pur lavorando, restano inchiodati a situazioni di profondo disagio economico». Tra gli utenti Caritas emerge che il 55,2% di persone sostenute ha beneficiato della misura fra il 2019 e il 2020; inoltre il 56% di chi lo riceve presenta contemporaneamente tre o più forme di vulnerabilità.

About Davide De Amicis (4378 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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