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“Il potere è vero solo se diventa servizio e non è delle stesse persone”

"L’idea della condivisione, un po’ per tutti e uguale per tutti - sottolinea il presule -, fa fatica, fa molta fatica perché, in realtà, prevalgono le logiche di privilegio, di chi ha tutto e, purtroppo, la condanna di chi ha niente"

Lo ha affermato ieri l’arcivescovo Valentinetti celebrando la messa in onore di Sant’Andrea apostolo

L'arcivescovo presiede la santa messa sul palco mobile in via del Concilio

Anche quest’anno, a causa delle restrizioni imposte dalla recrudescenza di casi di Covid-19, è stata la liturgia eucaristicapresieduta ieri mattina dall’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinettil’unico momento celebrativo della festa di Sant’Andrea apostolo, il patrono dei pescatori che ha richiamato questi ultimi insieme a centinaia di pescaresi che ieri si sono riuniti, nella piazza esterna alla chiesa omonima, per prendere parte alla santa messa.

Una liturgia la cui omelia ha riflettuto essenzialmente sull’episodio biblico della moltiplicazione dei pani e dei pesci: «Quest’ultima – premette il presule – non fa altro che essere simbolo della condivisione del pane eucaristico. Seduti alla stessa mensa, ci cibiamo dello stesso pane, dello stesso corpo che è Cristo Gesù. Ma da questa pagina del Vangelo mi preme sottolineare l’evidenza di tre elementi che riguardano la vita di Gesù. Innanzitutto Gesù è preoccupato della tantissima folla che lo segue. Aveva visto i segni che compiva sugli infermi e dunque la gente gli va dietro, ma non solo per i segni, anche per ascoltarlo. E la preoccupazione di Gesù è una preoccupazione spirituale, sicuramente, ma è anche un preoccupazione materiale. “Dove potremmo comprare il pane, perché costoro abbiano da mangiare?”. Cioè, Gesù si rende conto che c’è qualcosa da fare per quelli che gli andavano dietro. Abbiamo già ascoltato domenica scorsa (18 luglio) come Gesù si rendeva conto che quella folla era come formata da tante pecore senza pastore e si commuove per loro. L’atteggiamento di Gesù non cambia, è identico. Gesù si preoccupa perché abbiano qualcosa da mangiare».

I fedeli che hanno partecipato alla messa in esterna

Da qui il parallelismo con la realtà attuale compiuto dall’arcivescovo Valentinetti: «Dovremmo tutti preoccuparci – osserva –, perché tutti abbiano qualcosa da mangiare, in senso stretto e in senso largo. Filippo – tornando all’episodio biblico – oppone resistenza, “Non abbiamo niente”. Oppone la sua incapacità di fronte ai grandi problemi. Molto spesso, si oppone la propria incapacità, il proprio essere inerti, il proprio – molto spesso – non voler tentare di risolvere il problema. Ma Andrea, protagonista di questa Parola e santo venerato da noi oggi, propone una soluzione. Una soluzione minima, ma era una soluzione. Piccola, ma era una soluzione. Tutto quello che, secondo lui, si poteva fare, tutto quello che si può fare per trovare un soluzione una soluzione anche minima. “C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci”. Ma che cos’è questo per tanta gente? Offre una possibilità, ma dall’altra parte scopre la sua impossibilità. Si rende conto che potrebbe esserci una soluzione, ma la sua soluzione è inadeguata. E allora Gesù fa sedere tutti e distribuisce facendo sì una miracolo, perché moltiplica misteriosamente cinque pani e due pesci, ma soprattutto partendo da un principio fondamentale, ovvero la condivisione. Se si è capaci di condividere, si è capaci anche di moltiplicare. Ed è un principio che, purtroppo, oggi fa resistenza anche nella nostra società, anche dentro la nostra storia. L’idea della condivisione, un po’ per tutti e uguale per tutti, fa fatica, fa molta fatica perché, in realtà, prevalgono le logiche di privilegio, di chi ha tutto e, purtroppo, la condanna di chi ha niente».

Da qui l’ammonimento rivolto dall’arcivescovo di Pescara-Penne sullo scenario socio-politico attuale: «È inutile – afferma – che io vi ricordi quali sono i grandi problemi dell’umanità, di fronte anche alla fame nel mondo, ma ve lo ripeto. Di fronte alla pandemia, i popoli opulenti hanno ciò che serve per curarsi, i popoli poveri no. Un fratello della nostra diocesi che vive in Angola, mi ha dato questi numeri. Quella nazione ha 45 milioni di abitanti e ad oggi ne è stato vaccinato solo un milione. Fratelli, sono numeri che ci interpellano, sono equità che non possiamo misconoscere. Papa Francesco ce lo sta ripetendo con forza ed energia, i problemi del mondo si risolvono con la condivisione e non con l’accaparramento».

Quindi il presule è tornato a riferirsi alle Sacre Scritture: «E allora Gesù – ricorda – condivide nel segno anche di un’altra condivisione, quella a cui costantemente – come cristiani – siamo chiamati a partecipare, che è l’Eucaristia. Ma poi vogliono farlo re, vogliono farlo re perché hanno scoperto la soluzione dei loro problemi. Ma Gesù fugge, non accetta la tentazione del potere, perché se il potere è significativo per ottenere privilegi, il potere può essere vero solo e solo quando diventa servizio. Questo è un principio fondamentale che purtroppo, molto spesso, non viene considerato e molto spesso viene misconosciuto. E quando il potere si concentra sempre e solamente sulle stesse persone, certamente non è un potere che è capace di servire. Il Signore ci ha detto una grande verità, a noi il compito di saperla tradurre dentro la storia. Perché, secondo San Paolo, siamo un solo corpo, un solo spirito. Siamo stati chiamati ad una sola speranza, un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo, un solo Dio padre di tutti. Ma questa paternità di Dio, padre di tutti, purtroppo ancora una volta non viene conosciuta. Ancora una volta si considerano fratelli maggiori e fratelli minori, fratelli che hanno la possibilità di avere tutto e fratelli che sono condannati a continuare ad avere niente. E ancora l’appello di Papa Francesco a che il Mare Mediterraneo non diventi una grande bara, ma diventi sicuramente il luogo dell’accoglienza e della vera pace. Che Sant’Andrea interceda per noi e ci custodisca».

Al termine della celebrazione eucaristica, l’arcivescovo Valentinetti ha ringraziato per il dispositivo di sicurezza che ha consentito comunque di tenere la festa religiosa del santo la cui effige è stata, infine, caricata su di un pick-up che l’ha trasportata al molo sud per essere imbarcata sul motopeschereccio Erminio Padre il quale, insieme alla Sharon e ad altre due imbarcazioni, hanno costituito il corteo che ha svolto la tradizionale processione in mare.

About Davide De Amicis (3613 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Oltre ad essere redattore del portale La Porzione.it è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa metropolitana di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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