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Covid-19, salute mentale: “L’83% dei bambini avverte sentimenti negativi”

"Stiamo vivendo una crisi globale di salute mentale – denuncia Marie Dahl, responsabile dell’Unità di salute mentale e supporto psicosociale di Save the Children - e i suoi effetti potrebbero essere catastrofici per alcuni bambini. Coloro che vivono in povertà o in situazioni svantaggiate o di vulnerabilità, sono ancora più a rischio a causa delle conseguenze dannose dei lockdown prolungati"

Emerge da un sondaggio condotto da Save the children e diffuso nell’odierna Giornata mondiale della salute mentale

In occasione dell’odierna Giornata mondiale della salute mentale, Save the children ha diffuso un allarmante sondaggio – condotto a settembre 2020 su oltre 13 mila bambini in 46 Paesi del mondo – in base al quale «a causa della pandemia, l’83% dei bambini di tutto il mondo avverte un aumento dei sentimenti negativi e tra i minori sono in crescita i livelli di depressione, ansia, solitudine e autolesionismo. Nei Paesi dove le scuole sono rimaste chiuse dalle 17 alle 19 settimane, il malessere psicologico è aumentato nel 96% dei casi». I dati sottolineano come «le chiusure prolungate per il Covid-19 stiano avendo un impatto devastante sulla salute mentale dei bambini a livello globale».

Inoltre, secondo una nuova analisi basata sui dati dell’Oxford Covid-19 Government Response Tracker, «dall’inizio della pandemia i bambini di tutto il mondo hanno trascorso in media circa sei mesi totali in casa a causa dei lockdown. Per molti di loro la situazione è ulteriormente peggiorata dopo la terza e la quarta ondata del virus, altri lockdown e la chiusura delle scuole per oltre 18 mesi in alcuni Paesi. I bambini costretti a rimanere in lockdown per molto tempo corrono un maggiore rischio di stress, solitudine e abusi emotivi e non hanno accesso al supporto alla salute mentale e alle attività all’aria aperta. In alcuni casi, lo stress prolungato, l’incertezza e l’isolamento sociale possono portare ad ansia, aggressività, introversione o persino depressione e autolesionismo».

Per questa ragione, Save the Children ha rivolto un’esortazione a tutti i governi: «Includere – afferma l’organizzazione non governativa – la salute mentale e il supporto psicosociale per bambini e adolescenti nel servizio sanitario nazionale». A detta degli esperti, dunque, l’emergenza sanitaria va ben oltre la diffusione del Covid-19: «Stiamo vivendo una crisi globale di salute mentale – denuncia Marie Dahl, responsabile dell’Unità di salute mentale e supporto psicosociale di Save the Children – e i suoi effetti potrebbero essere catastrofici per alcuni bambini. Coloro che vivono in povertà o in situazioni svantaggiate o di vulnerabilità, sono ancora più a rischio a causa delle conseguenze dannose dei lockdown prolungati. La mancanza di stimoli sociali può avere un grave impatto sulla loro salute mentale e sul loro sviluppo. Sebbene i lockdown siano importanti per limitare la diffusione del Covid-19, l’isolamento sociale può portare a sconforto, ansia e depressione tra i bambini. Se non affrontiamo questa crisi di salute mentale, il benessere, lo sviluppo e la salute dei bambini potrebbe risentirne ancora per molto tempo anche dopo la revoca delle restrizioni».

Quindi Save the children ha esaminato la situazione in alcuni singoli Stati: «Il Venezuela – illustra l’organizzazione – è il Paese in cui si è trascorso più tempo a casa a causa dei lockdown intermittenti e i bambini sono rimasti nelle loro abitazioni fino a 16 mesi. In Libano, i bambini sono rimasti confinati nelle loro case per 418 giorni, mentre in Zimbabwe, i bambini sono rimasti in isolamento per quasi 9 mesi solo nel 2021. In Nepal i bambini sono rimasti in casa fino a 12 mesi dall’inizio della pandemia e nel Paese Save the Children ha fornito consulenza terapeutica. In India, dove si sono registrate più di 448 mila morti per Covid-19, i bambini hanno trascorso almeno 100 giorni a casa».

Per supportare al meglio la salute mentale dei minori, Save the Children ha anche attivato una linea telefonica di consulenza gratuita per bambini e giovani, ricevendo più di 2.900 chiamate quest’anno: «Lo stress, l’ansia e la noia, così come l’incertezza verso il futuro – racconta Isha, che lavora per la helpline di Save the Children  -, sono tra le loro principali preoccupazioni. Di solito i bambini mi raccontano come la pandemia abbia messo a dura prova la loro vita e il loro percorso scolastico. È senza dubbio stressante per loro rimanere a casa senza far nulla e sono anche aumentati i casi di rabbia tra i minori». E in quasi tutti i Paesi del mondo, secondo l’organizzazione, i minori hanno vissuto una qualche forma di chiusura durante la pandemia di Covid-19: «Sebbene nei Paesi ad alto reddito sia più facile accedere a servizi di salute mentale – precisano gli esperti di Save the children -, per i bambini rimane uno sconvolgimento in termini di ciclo del sonno, istruzione online, abitudini di gioco e interazioni sociali e aumentano i rischi online; fattori che possono mettere a rischio la loro salute mentale. In Canada, ad esempio, alcuni bambini sono rimasti in casa per un totale di 13 mesi e anche in Europa il lockdown ha costretto i bambini a casa».

A tal proposito, la nota ong ha raccolto la testimonianza di Naya, una ragazza di 14 anni che nel 2013 si è trasferita nei Paesi Bassi dalla Siria ed è rimasta a casa per nove mesi: «Il supporto psicosociale – racconta la giovane – mi ha aiutato ad aumentare la fiducia nelle mie capacità e a rendermi conto che non ho bisogno di vergognarmi del mio passato. Le mie paure e i miei incubi sono scomparsi. Avere amici mi ha aiutato molto a elaborare le mie esperienze e a farmi sentire a casa». Dunque Naya, in prima persona, ha vissuto l’impatto positivo che può avere il supporto alla salute mentale e ora, insieme a Save the Children, si impegna per promuovere la salute mentale tra i bambini. Lo scorso giugno, ha invitato il governo a supportare maggiormente gli insegnanti nel fornire supporto psicosociale ai bambini con un background migratorio.

IN ITALIA: “COL COVID-19 IL 72% DEI GENITORI GIUDICA I FIGLI PIU’ NERVOSI, TRISTI, INCERTI, INSICURI”

Save the children ha condotto anche in Italia un’indagine tra i genitori di figli minori per verificare l’impatto mentale della pandemia, la quale mostra «come il 72% dei genitori giudicava i propri figli più nervosi, più tristi, più incerti, più insicuri; il 77% affermava che si sentivano soli e che avevano avuto, nel 70% dei casi, un incremento dei disturbi del sonno iniziati, per circa il 12%, con dei tic che non c’erano prima della pandemia. Quasi il 40% delle famiglie intervistate ha ammesso un peggioramento delle proprie condizioni economiche». A confermare il disagio è stata la testimonianza della diciassettenne Chiara, intervistata nella primavera 2021, componente del Movimento Sottosopra: «Siamo sovrastati dalle aspettative – lamenta -, ci dicono che siamo quelli che dovranno portare avanti il mondo, ma poi veniamo lasciati da soli. Ora che siamo a casa si aspettano che noi, senza mezzi e aiuti, dovremmo risolvere i problemi che hanno creato altri».

Così, per contribuire concretamente a promuovere il benessere di bambine, bambini e adolescenti, Save the children ha aperto l’Officina del Benessere: una piattaforma multimediale online disponibile in italiano per tutti e di facile consultazione, che raccoglie ricerche, analisi e approfondimenti sul fenomeno, ma anche e soprattutto consigli utili, pillole video di esperti su aspetti specifici, schede per attività educative e psicosociali, webinar, contenuti formativi e altri strumenti multi-disciplinari, al fine di sviluppare e migliorare le capacità di osservazione e ascolto da parte degli adulti, a promuovere le loro competenze sulla condivisione delle emozioni e dei vissuti dei ragazzi e a rafforzare le relazioni tra giovani coetanei.

In questo modo, con la giusta attenzione e supporto, molti bambini che stanno vivendo un elevato malessere psicofisico a causa della pandemia, saranno in grado di riprendersi e raggiungere il loro pieno potenziale: «La salute mentale e il supporto psicosociale in quanto parte dei servizi sanitari, di istruzione e protezione – ribadisce Marie Dahl, responsabile dell’Unità di salute mentale e supporto psicosociale di Save the Children – devono essere urgentemente finanziati per rispondere al meglio ai prossimi lockdown e alle future sfide, specialmente nei Paesi a basso e medio reddito. Se non sarà fatto, ci saranno gravi conseguenze sullo sviluppo e la salute mentale delle prossime generazioni».

Save the Children, infine, chiede a tutti i governi di dare priorità alla salute mentale e investire in essa, nel benessere e nell’apprendimento dei bambini durante e dopo la pandemia di Covid-19. L’organizzazione chiede inoltre che la salute mentale e il benessere dei bambini vengano riconosciuti come un diritto, sollecitando i governi ad affrontare lo stigma e le violazioni dei diritti umani nei confronti dei bambini con problemi di salute mentale e disabilità psicosociali.

About Davide De Amicis (3682 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Oltre ad essere redattore del portale La Porzione.it è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa metropolitana di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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