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“Non chiediamo il cambiamento ai potenti, facciamolo noi”

Abbiamo presentato – racconta don Antonio Del Casale ai microfoni di Radio Speranza – la grande realtà dell’assistenza sanitaria a quanti non possono permettersi le cure, prestata dai medici volontari del Poliambulatorio dell’associazione Domenico Allegrino di Pescara. Avere un ambulatorio multi-specialistico dove poter accedere gratuitamente, è un modo per rispondere alle emergenze che, oltre alla Caritas, altre realtà del territorio riescono a fronteggiare. Siamo quindi in linea con tante altre buone pratiche che sono state illustrate qui a Taranto"

Lo ha affermato l’economista Leonardo Becchetti alla 49ª Settimana sociale dei cattolici italiani di Taranto

Leonardo Becchetti, economista

Al centro della 49ª Settimana sociale dei cattolici italiani, in corso da giovedì fino ad oggi a Taranto, ci sono le buone pratiche in termini di sostenibilità economica e ambientale che aziende e associazioni italiane ospitate nel meeting della Chiesa italiana stanno presentando, coordinate dell’economista e componente del Comitato scientifico delle Settimane sociali Leonardo Becchetti: «Le buone pratiche che abbiamo ascoltato – spiega – rappresentano un mondo abbastanza vasto di aziende che cominciano a capire che coesione e sostenibilità ambientale sono fattori competitivi. Anche noi, nell’analisi Istat, abbiamo constatato che c’è almeno un 30% di aziende che coniugano coesione sociale e sostenibilità ambientale. Far aumentare il peso e l’importanza di queste aziende dipende anche da noi».

I lavori della 49ª Settimana sociale dei cattolici italiani Foto: Cristian Gennari/Siciliani

Partendo da questo presupposto, Becchetti ha lanciato quello che ritiene uno dei messaggi fondamentali delle Settimane sociali: «Non dobbiamo chiedere il cambiamento ai potenti – afferma -, ma il cambiamento dobbiamo farlo noi; non dobbiamo lamentarci per quello che accade, ma dobbiamo ricordarci che siamo consumatori e risparmiatori e se certe cose accadono dipende essenzialmente dalle nostre scelte di consumo, con le quali possiamo far vincere le aziende responsabili. Faccio un esempio… Oggi abbiamo piattaforme digitali che probabilmente sfruttano il lavoro, ma abbiamo anche le piattaforme digitali per il consumo responsabile… la cosa importante è che noi diventiamo protagonisti di questo cambiamento».

E a proposito di buone pratiche, tra quelle presentate ce n’è anche una pescarese accompagnata dalla delegazione diocesana, composta da Luigina Tartaglia della Caritas diocesana e da Emanuele Perfetto del Progetto Policoro, guidata dal direttore dell’Ufficio di Pastorale sociale, del Lavoro e dell’Ambiente don Antonio Del Casale: «Abbiamo presentato – racconta ai microfoni di Radio Speranza – la grande realtà dell’assistenza sanitaria a quanti non possono permettersi le cure, prestata dai medici volontari del Poliambulatorio dell’associazione Domenico Allegrino di Pescara. Avere un ambulatorio multi-specialistico dove poter accedere gratuitamente, è un modo per rispondere alle emergenze che, oltre alla Caritas, altre realtà del territorio riescono a fronteggiare. Siamo quindi in linea con tante altre buone pratiche che sono state illustrate qui a Taranto».

La delegazione pescarese con Luigina Tartaglia della Caritas diocesana, Emanuele Perfetto del Progetto Policoro e don Antonio Del Casale

Un appuntamento, quello pugliese, caratterizzato da un clima positivo grazie al quale tutti i partecipanti riescono a mettersi in discussione: «Nel primo giorno di lavori – racconta Del Casale – c’è stato un ascolto forte delle realtà, a partire dalle problematiche ambientali che interessano Taranto (a causa dell’inquinamento prodotto dalla nota acciaieria), dove è stato rilevato un aumento del 54% dei tumori insorti nei bambini con meno di 14 anni. Il presidente di Federmeccanica Stefano Franchi e il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra hanno detto che, purtroppo, è frutto di un piano siderurgico che tanto a Taranto quanto in altre parti d’Italia, come la Solway di Alessandria e Marghera, hanno prodotto conseguenze catastrofiche che non sono state presi considerazione negli anni ’60, al tempo del boom economico. Davvero oggi abbiamo un’Italia che risente delle superficialità avuta in quegli anni, com’è accaduto anche da noi a Bussi».

A caratterizzare l’appuntamento è poi la presenza dei giovani, ma non solo: «È una Settimana sociale – conferma il presbitero pescarese – che vuole effettivamente anche impattare sul mondo giovanile, senza lasciare indietro le donne. Ci sono anche piccole rivoluzioni come queste all’interno della Chiesa italiana». Nel primo giorno dei lavori, tra gli altri, è stato particolarmente significativo l’intervento del segretario generale della Conferenza episcopale italiana: «Tutti noi, ognuno nel suo stato di vita – ha affermato monsignor Stefano Russo presiedendo la messa di apertura nella Concattedrale di Taranto -, siamo stati invitati qui perché possiamo imparare a prenderci cura delle città, delle nostre strade a guardare con occhi diversi i problemi e le bellezze di tutto quanto ci circonda. Abbiamo bisogno di nutrirci di quell’orientamento e quella sincerità in Cristo che ci rendono cittadini del mondo pienamente inseriti nelle città in cui viviamo».

Rosanna Virgili, biblista

A tal proposito, nella seconda giornata di lavori, è stata la biblista Rosanna Virgili a rilanciare l’impegno della Chiesa in tal senso: «Nella Chiesa – osserva, riflettendo sul racconto biblico della creazione – serve un’ecologia ecclesiale e una transizione ecologica per introdurre fonti di energia alternativa. Custodire è l’arte della fraternità. Ognuno di noi è custode non solo della terra, ma di ogni creatura che la abita. Siamo nodi di una rete di relazioni che unisce il presente al futuro e fa spazio a coloro che verranno». Secondo la Virgili, inoltre, la creazione è un work in progress: «Anche la Chiesa – afferma – è metaforicamente un giardino dell’Eden, che deve essere coltivato e custodito. Occorre anche una ecologia ecclesiale, che concepisce la Chiesa come uno dei diversi fiumi nel giardino della fratellanza universale. Di qui la necessità di riconoscere la debolezza di un modello di uniformità, a favore invece di un modello basato, come dice San Paolo, sulla varietà di carismi. È urgente una transizione ecologica nella Chiesa, per introdurre fonti di energia alternativa. Bisogna coinvolgere tutti i credenti nella responsabilità di scelte doverose e necessarie».

E proprio a questo argomento, nel terzo giorno di lavori, si è ricollegata la biblista Benedetta Rossi: «Non è possibile prendersi cura del creato senza prendersi cura dei fratelli – avverte, facendo riferimento a diversi passi biblici -. Non esiste la cura del creato senza la pratica della giustizia, della cura dell’altro. Ciò che deve essere spezzato per una nuova alleanza con Dio è la violenza reciproca. Ciò che Dio dona al suo popolo e ciò che chiede al suo popolo è che pratichi la giustizia, il diritto, la misericordia, la compassione, la fedeltà. Da qui passa la riparazione, è questo che renderà di nuovo la terra feconda». Per questo, secondo la studiosa, è necessario rispondere ad un doppi imperativo categorico: «Praticare la giustizia, prendersi cura del fratello – rilancia -, per prenderci cura della creazione e nello stesso tempo prendersi cura del creato per prendersi cura del fratello».

Stefano Zamagni, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze sociali

Tornando ai temi economici, è stato molto concreto anche l’economista e presidente della Pontificia Accademia delle Scienze sociali Stefano Zamagni, il quale ha lanciato una provocazione pensando alle aziende: «Non ci basta la responsabilità sociale dell’impresa – constata -, vogliamo andare verso una responsabilità civile dell’impresa, quella che spinge l’impresa a porre azioni nella direzione della sostenibilità». L’esperto ha poi denunciato un’altra ipocrisia da mettere al bando, relativo al principio di sussidiarietà: «Tutti la vogliono a parole – accusa -, ma nei fatti nessuno la applica». Inoltre, per Zamagni quello della transizione ecologica è un mito da sfatare: «Non è vero che tutti la vogliono – denuncia -, perché la transizione ecologica ha dei costi e ci sono imprese, anche in Italia, che a causa della transizione ecologica andranno a rimetterci, a fronte di altre invece che hanno aumentato e aumenteranno notevolmente i propri profitti. È il caso, ad esempio, delle cinque multinazionali che nel mondo hanno totalizzato 1.650 miliardi di profitto per i vaccini». Per questa ragione, il presidente della Pontificia Accademia delle Scienze sociali ha rivolto un proposta: «Creare, a livello nazionale e internazionale – illustra -, un Fondo di compensazione per la transizione ecologica che consenta di compensare le aziende e i Paesi che ci rimettono in tale processo».

Insomma, dalla 49ª Settimana sociale dei cattolici italiani di Taranto, stanno emergendo molti spunti di cui fare tesoro da riportare nelle Chiese locali, come quella di Pescara-Penne: «Riporteremo a casa – commenta don Antonio Del Casale – la certezza che alle situazioni negative si può rispondere. Di fronte a problematiche di carattere sociali, si può reagire vivendo esperienze positive riscoprendo e rispettando la dignità di chi lavora nel sociale, in quanto creatore di sviluppo. Lo sottolineava Carlo Borromeo, presidente della Fondazione Con il Sud. Laddove c’è presenza di attività sociali, svolte da realtà private o associazioni, esse vanno considerate quali creatrici di sviluppo. Borromeo riteneva che bisogna ridare dignità economica ad ogni intervento che va in favore del benessere sociale. Dunque le attività sociali vanno considerate parti dell’economia e non vanno marginalizzate. Quindi bisogna essere attori principali di un’economia che va ripensata anche in chiave di benessere e di sostenibilità ambientale, nonché di rispetto del territorio e della popolazione».

About Davide De Amicis (4207 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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