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Covid-19, ragazzi: “Smartphone dipendenti e regrediti nell’apprendimento”

"Gli italiani - commenta Marco Rossi Doria, presidente di “Con i Bambini” - hanno capito che la povertà educativa è una grande questione nazionale. Cresce e si rafforza anche la consapevolezza che il fenomeno si affronta insieme, in un’ottica di comunità educante, rafforzando le alleanze educative"

Emerge dall’indagine “Gli italiani e la povertà educativa minorile – Ascoltiamo le comunità educanti”, curata dall’Istituto Demopolis per l’impresa sociale “Con i Bambini”

Oggi è la Giornata internazionale dell’infanzia e dell’adolescenza, ma bambini e adolescenti – dopo aver subito gli effetti della pandemia – non se la passano per niente bene essendo sempre più vittime della povertà educativa. Una problematica che emerge dalla terza edizione dell’indagine “Gli italiani e la povertà educativa minorile – Ascoltiamo le comunità educanti”, realizzata dall’Istituto Demopolis per l’impresa sociale “Con i Bambini”: «Per il 78% degli italiani – si legge nel rapporto -, uno dei più rilevanti problemi acuiti dalla pandemia è la dipendenza da smartphone e tablet di bambini e ragazzi. Ma, per il 66%, pesa anche la regressione degli apprendimenti e del metodo di studio, con il rischio che galoppi la “dispersione implicita”, la condizione subdola per cui troppi ragazzi, pur non essendo dispersi in senso stretto, non acquisiscono a scuola competenze fondamentali. A causa del Covid, il 65% segnala la perdita della socialità spontanea tra bambini e ragazzi, il 55% cita l’esclusione dei più fragili (poveri, disabili, figli di genitori stranieri); la maggioranza assoluta degli intervistati indica l’incremento della povertà materiale in molte famiglie (53%), ma ricorda anche come in molti, fra i minori, abbiano sviluppato la tendenza all’isolamento e all’abbandono della vita sociale (51%)».

Ma non solo, perché oltre 4 intervistati su 10 evidenziano l’impoverimento del linguaggio (46%) e la riduzione degli stimoli esterni alla scuola (43%). Il rischio marginalizzazione oggi «è riconosciuto come un problema da un terzo dei rispondenti». E per un italiano su due, la scuola non ha adeguatamente garantito parità di accesso (lezioni, contatti con gli insegnanti, apprendimento) a tutti gli studenti con la Dad e ha perduto posizioni: «Per il 55% – continua lo studio – è peggiorata nell’organizzazione e nelle attività; per oltre 4 intervistati su 10, a scuola sono cambiate in peggio le relazioni fra compagni (48%) e fra ragazzi e docenti (43%)». Quindi gli italiani restano convinti che «le opportunità dell’istruzione non siano oggi garantite equamente per tutti nel nostro Paese. Per il 64% lo sono, ma con livelli di qualità differenti, e con forti divari, anche in seno ai medesimi contesti regionali ed urbani; il 25% dichiara siano garantiti solo per alcuni. Appena l’8% crede che la scuola italiana garantisca oggi opportunità equamente per tutti».

Anche nella consapevolezza che non siano sufficienti le ore in classe e che servano azioni compensative, il 46% degli italiani è convinto che oggi, dopo l’esperienza del Covid e della chiusura prolungata delle classi, gli stimoli extra scolastici nella crescita dei minori siano più importanti rispetto ad un anno fa. Ma non è solo la scuola, secondo le famiglie, ad essere regredita: «Per 3 genitori su 10, con la pandemia – si legge ancora nel report -, è peggiorata l’organizzazione di tempi di vita e lavoro. Il 27% dichiara un peggioramento delle relazioni interne alla famiglia, che sono invece migliorate per meno di un quarto del campione. Particolarmente colpite si dimostrano le relazioni con le reti amicali, che risultano peggiorate per il 63% dei cittadini. Ma, nell’esperienza delle famiglie, ad essere particolarmente intaccato è stato l’equilibrio dei figli, con gli effetti del confinamento che non smettono di farsi sentire fra i minori. Il 78% dei genitori segnala la dipendenza da Internet nei ragazzi; oltre la metà testimonia l’aumento dell’ansia fra i minori. Poco meno di 4 intervistati su 10 indicano una crescita dei casi di depressione. Oltre un quarto del campione di genitori intervistato segnala sovrappeso o disturbi alimentari. Ma anche l’aumento del cyberbullismo (22%), casi di fobia sociale (20%), insonnia (18%), sono ulteriori dati emersi».

Per tutto questo, i genitori hanno anche segnalato tutto ciò che in futuro non dovrà mai più mancare a bambini e ragazzi: «La continuità scolastica – scrive l’Istituto Demopolis -, segnalata da quasi 8 su 10. Ma anche la socialità, la possibilità di interazione fra coetanei (69%) e le attività sportive e ludiche (63%). Di estremo interesse anche le altre indicazioni. Il 44% dei genitori auspica l’istituzione di spazi dedicati a bambini e adolescenti; attività extrascolastiche, laboratori (36%); operatori di riferimento (educatori, psicologi, ecc.) in caso di necessità (30%)». Un approfondimento della ricerca, inoltre, ha fatto emergere consenso e contrarietà dell’opinione pubblica in riferimento alla somministrazione dei vaccini anti-Covid ai più piccoli: «Con il 51% di indicazioni, prevalgono i cittadini favorevoli – precisa il rapporto -, convinti che estendere la vaccinazione ai bambini fra i 5 e gli 11 anni possa contribuire ad una maggiore sicurezza e al ritorno alla normalità. 4 su 10 si dichiarano contrari. Il dato dei favorevoli si contrae di 6 punti fra i genitori di figli minori e scende al 45%».

Marco Rossi Doria, presidente di “Con i bambini”

Nell’Italia che cerca di liberarsi del Covid, «cresce fra i cittadini la consapevolezza di che cosa sia, quanto sia diffusa e pervasiva la povertà educativa minorile. La diffusione della povertà educativa è un fenomeno grave per il 90% degli italiani. Molto per il 47%; abbastanza grave per il 43%». Marco Rossi-Doria, presidente di “Con i Bambini”, osserva: «Gli italiani hanno capito che la povertà educativa è una grande questione nazionale. Cresce e si rafforza anche la consapevolezza che il fenomeno si affronta insieme, in un’ottica di comunità educante, rafforzando le alleanze educative. Dopo l’emergenza in senso stretto, in cui le preoccupazioni principali erano giustamente rivolte alla disponibilità di dispositivi e internet, l’opinione pubblica fa i conti con le esigenze primarie di ogni uomo e bambino. La socialità e i legami con i pari, l’esigenza di imparare bene e, al contempo, di stare bene insieme, tra coetanei. La pandemia ha ostacolato tutto questo, servono continuità nell’apprendimento per bambini e ragazzi, più spazi per la socializzazione. Le diseguaglianze sono cresciute, occorre raggiungere tutti e ciascuno. Le priorità indicate dagli italiani per il Pnrr e la spesa pubblica sono eloquenti. Il percorso avviato da Con i Bambini, anche verso le particolari fragilità, è largamente condiviso dall’opinione pubblica, come dimostrano le reazioni positive all’iniziativa che stiamo avviando a favore di bambini e ragazzi orfani di femminicidio, che risponde a un dovere civile di tutti».

About Davide De Amicis (3711 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Oltre ad essere redattore del portale La Porzione.it è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa metropolitana di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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