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Nostra Signora di Lourdes: “Venuta per ridire la vicinanza di Dio all’uomo”

"Se c’è un’esperienza che si porta a casa tutte le volte che si va alla Grotta di Massabielle, alla Grotta di Lourdes - confida l'arcivescovo Valentinetti -, è quella di una pace interiore e di una gioia interiore. Forse molti vanno per chiedere il dono della salute, altri la guarigione. Tanti altri per chiedere la conversione dei propri peccati, dei propri difetti. Ma una cosa è certa, si torna a casa consolati"

Lo ha affermato ieri l’arcivescovo Valentinetti, celebrando la messa nella Cattedrale di San Cetteo

Monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne, pronuncia l'omelia

È stato l’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti, ieri pomeriggio nella Cattedrale di San Cetteo a Pescara, a celebrare la santa messa in onore della memoria liturgica della Beata Vergine Maria di Lourdes, nella Giornata mondiale del malato.

Un appuntamento a cui, nonostante le difficoltà legate alla pandemia, hanno preso parte numerosi fedeli fragili e sofferenti accompagnati dalle associazioni di volontariato, a partire dalla Sottosezione di Pescara dell’Unitalsi, e della Consulta di Pastorale sanitaria: «Eterna è la misericordia del Signore – esordisce il presule, iniziando la celebrazione -. Siate misericordiosi com’è misericordioso il Padre nostro che è nei cieli. Il Signore ci ha mostrato la sua misericordia sempre invitandoci alla conversione, piegandosi sulle piaghe dell’umanità, di tutti i sofferenti, di chi vive la malattia e il dolore. Ma ci ha mostrato anche la sua misericordia, permettendo che la Vergine Maria apparisse a Santa Bernardette a Lourdes, di cui oggi (ieri) facciamo memoria. Di Lei, la Vergine vestita di bianco con una cintura ai fianchi e una rosa d’oro e un rosario d’oro tra le mani e nei piedi, vogliamo contemplare questo mistero di misericordia e vogliamo lodare il Signore per tanta benevolenza. E ci inchiniamo, ancora una volta, a questa misericordia perché perdoni i nostri peccati».

Nell’omelia successiva, il presule ha dapprima individuato i temi scaturiti dalle pagine bibliche di ieri: «Il tema della gioia – rileva – e il tema dei segni che conducono alla fede. Il libro di Isaia insiste sul tema della gioia. “Rallegratevi con Gerusalemme. Esultate per essa, voi tutti, che l’amate. Succhierete al seno delle sue delizie e vi delizierete al petto della sua gloria. Sarete portati in braccio e, soprattutto, come una madre consola un figlio, così io vi consolerò”».

Quindi l’arcivescovo Valentinetti ha fatto un parallelismo tra la gioia biblica e quella che pervade chi si reca in pellegrinaggio a Lourdes: «Se c’è un’esperienza che si porta a casa tutte le volte che si va alla Grotta di Massabielle, alla Grotta di Lourdes – confida -, è quella di una pace interiore e di una gioia interiore. Forse molti vanno per chiedere il dono della salute, altri la guarigione. Tanti altri per chiedere la conversione dei propri peccati, dei propri difetti. Ma una cosa è certa, si torna a casa consolati. Si torna a casa nella gioia di aver vissuto dentro un piccolo pezzetto di paradiso venuto sulla terra. Venuto per 15 giorni, i giorni in cui la Vergine Maria è apparsa a Bernardette. Ma venuti proprio perché gli uomini, di quel tempo e di tutti i tempi, hanno bisogno di consolazione, hanno bisogno di gioia, hanno bisogno di ritrovare il senso profondo della propria umanità».

I fedeli e i fragili che ieri hanno partecipato alla Giornata mondiale del malato

In seguito, l’arcivescovo Valentinetti ha paragonato l’apparizione della Vergine Maria a Lourdes al mistero dell’incarnazione: «Perché Gesù si è fatto uomo? – interroga monsignor Valentinetti -. Perché Gesù ha vissuto l’esperienza umana, e la pagina del Vangelo ci ha narrato la partecipazione ad un convito nuziale. Gesù si è fatto uomo e ha vissuto tutto ciò che, umanamente parlando, era bello e importante vivere perché doveva raccontare il Padre. Doveva raccontare la misericordia del Padre, la vicinanza del Padre, la paternità assoluta di questo Dio che non era più il Dio lontano, il Dio inconoscibile, ma il Dio che si faceva riconoscere come Padre. Maria, nelle apparizioni a Lourdes, continua questo mistero dell’incarnazione. Si lascia vedere con gli occhi umani di una bambina, di una ragazza, si lascia vedere anche Lei con sembianze umane pur non avendo più un corpo essendo stata assunta in cielo. In quel corpo glorioso che nessuno sa come sarà, ma che sarà dato anche a noi, e lì ridice questa vicinanza di Dio all’uomo, ridice questa vicinanza di Dio all’umanità».

Invece, la pagina del Vangelo ha narrato i segni per la fede: «In fondo – denota il presule –, che cosa succede in questo convito? Succede una cosa normalissima che, di solito, accade ai poveri e non ai ricchi. Ad un certo punto del banchetto, non hanno più vino. Forse ne avevano avuto poco, pochissimo, anche all’inizio. Ed ecco allora il segno della gioia e il segno della gioia che provoca la fede. Ma a Lourdes, non succede proprio la stessa cosa? Il segno della gioia, il segno della guarigione, il segno della misericordia che provoca la fede. Il fondatore dell’Unitalsi era andato nella Grotta di Massabielle per suicidarsi davanti a tutti – credo che molti di voi conoscano questa storia, racconta l’arcivescovo rivolgendosi ai presenti – e lì trova la misericordia e lì trova la pace, lì trova la fede».

Da qui l’auspicio finale dell’arcivescovo Valentinetti: «Ecco – conclude -, ringraziamo il Signore stasera, anche se non siamo moltissimi, che ci dà la possibilità di celebrare questa giornata in cui accompagniamo i nostri malati e i nostri sofferenti. E vogliamo rendere grazie al Signore perché siamo ancora sani e salvi, siamo vivi, nonostante la pandemia. E vogliamo lodare il Signore, perché si è preso cura di noi, e per tutti quelli che – forse – ci hanno preservato da situazioni peggiori, difficili. A onore e gloria della Santissima Trinità e rendimento di grazie per l’intercessione della Vergine di Lourdes».

About Davide De Amicis (4378 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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