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Aree interne: “Servono investimenti a fondo perduto per rilanciarle”

"Non esistono le aree interne senza la costa e viceversa - sottolinea Corrado De Dominicis, direttore della Caritas diocesana di Pescara-Penne -. Non si può pensare che non ci sia un osmosi tra queste due dimensioni di territorio, perché quello che accade qui come spopolamento significa sovraffollamento sulla costa. Tutto questo, dunque, per valorizzare al meglio le ricchezze del territorio e le persone presenti. Tanto sappiamo che deve fare la politica, perché ci sono delle questioni strutturali, come le strade, le linee telefoniche e web, ma tanto è dato è dato da fare anche a chi abita queste zone"

Lo ha affermato la scrittrice di Penne Donatella Di Pietrantonio, ospite del progetto Inside della Caritas pescarese

Donatella Di Pietrantonio a Penne

Lo scorso sabato 12 marzo nella sala consiliare del Comune di Penne è stata la scrittrice del posto, e vincitrice del Premio Campiello con il romanzo L’arminuta, Donatella Di Pietrantonio la protagonista del primo dei tre appuntamenti del progetto Inside, a cura della Caritas diocesana di Pescara-Penne, volto a riscoprire e valorizzare le aree interne del Pescarese e non solo: «Il grande equivoco che c’è su questi territori – esorta la scrittrice – è pensare che questi possano essere produttivi ed economicamente vantaggiosi così come li abbiamo ridotti oggi. Ma questo, per un po’ di anni, ce lo possiamo scordare. Occorre, invece, stimolarli con investimenti a fondo perduto, o anche in perdita. Poi arriverà il momento che questi territori sapranno anche camminare da soli».

Questa la conclusione della nota autrice, che dopo aver vinto il Premio Campiello ha ottenuto il secondo posto al Premio Strega con il suo secondo romanzo Borgo sud, la quale non ha mai lasciato la sua Penne, pur avendo girato l’Italia in lungo e in largo per raccontare le sue opere letterarie: «Questa città – spiega la Di Pietrantonio, intervistata dal patron del Fla (Festival di libri e altre cose) Vincenzo D’Aquino – è la capitale dei vestini e di un’area svantaggiata con criticità importanti, ma è una comunque una piccola città a cui fanno riferimento tanti altri centri minori della fascia pedemontana (come ad esempio Farindola, Montebello di Bertona, Villa Celiera e Civitaquana). E quando frequentavo il liceo, su Penne gravitavano anche altri paesi del Teramano i quali oggi lo fanno meno (come Castiglione Messer Raimondo, Castilenti, Arsita e Bisenti). Le scuole erano uno dei maggiori fattori di attrazione e al mattino arrivavano tanti autobus carichi di studenti, che parcheggiavano con fatica. Oggi, infatti, uno dei sintomi più importanti dello spopolamento è rappresentato dal fatto che molti meno studenti vanno a scuola a Penne. Le scuole ci sono ancora, resistono a fatica, ma ora la tendenza è quella di andare a scuola a Pescara o a Montesilvano. Lo vedo con i miei pazienti, nel mio studio dentistico. È più “figo” andare al Liceo scientifico “Galilei” o al “D’Ascanio”. Ma quello che per me è cambiato, è la percezione che noi stessi abbiamo di questo luogo e ai ragazzi non viene più fatto passare come luogo attrattivo per la formazione e la socialità. Noi stessi abbiamo una percezione un po’ pesante dello stare qui, siamo un po’ depressi».

L’intervista con Vincenzo D’Aquino

Invece per la scrittrice pennese, rimanere a vivere nella sua città è un valore aggiunto: «Per me vivere qui – racconta – è un discorso di affezione, anche nel senso di avere una “malattia” per il territorio, apprezzando la bellezza delle piccole cose, come il partire per una passeggiata dal centro della città per arrivare in campagna o all’Oasi naturalistica. E poi c’è la qualità delle relazioni umane. Vivere nelle aree interne  sembra sempre un ripiego. Invece non è sempre così e sento molto forte l’esigenza di invertire la tendenza per favorire la restanza dei giovani. Ad esempio nella contrada di Roccafinadamo (la più lontana di Penne), si discute sulla possibilità di inserire la sua parte più alta nel territorio del Parco nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga. Questa è l’unica possibilità di sopravvivenza per quella zona, eppure un gruppo di cacciatori si oppone a tutela dell’attività venatoria, senza pensare a quello che potrà essere il futuro di quell’area tra 10 o 20 anni per le prossime generazioni».

Il pubblico nella sala consiliare di Penne

Ma al di là di ciò, sono numerosi e gravi le carenze bene evidenti nelle nostre aree interne: «A Penne manca un teatro – ricorda Donatella Di Pietrantonio -. Per andare a quello più vicino, bisogna mettere in conto due ore di viaggio tra andata e ritorno. Dovremmo avere una viabilità decente, ma questo lo si decide a livelli decisionali e politici più alti rispetto al sindaco e ai cittadini di questa località. Abbiamo qui un piccolo ospedale, che da decenni cerchiamo di difendere. Siamo sempre sospesi, perché poi nessuno che opera a determinati livelli decisionali e politici, si assume il coraggio di chiuderlo, dato che noi rappresentiamo sempre un bacino di voti. Ma viene comunque condannato ad una morte lenta, tra tagli e declassamenti. Questo, però, incide sul diritto fondamentale alla salute. Così questo non solo non è un paese per giovani, ma non lo è più neanche per i vecchi. Ciononostante Penne mantiene un suo numero di abitanti, grazie al fatto che i molti che se ne vanno vengono rimpiazzati da altri che si spostano dai paesi più piccoli del circondario, attratti dalla presenza di alcuni servizi come proprio i supermercati e l’ospedale».

Per la Di Pietrantonio occorre poi formare una cittadinanza attiva e consapevole: «Però in Abruzzo – denuncia – sulla cultura si fanno tagli su tagli e poi si danno 10 mila euro alla Sagra della porchetta italica di Campli o si finanzia il ritiro estivo del Napoli calcio. È una questione di scelte». Quindi l’autrice ha lanciato una provocazione: «L’unica speranza – afferma ironica – è che ci considerino una specie in via d’estinzione, decidendo magari di proteggerci».

Corrado De Dominicis, direttore Caritas Pescara-Penne

È stato uno sguardo a 360 gradi quello offerto, sull’area vestina, da Donatella Di Pietrantonio nel primo di tre incontri del progetto Inside: «Incontri – premette Corrado De Dominicis, direttore della Caritas diocesana di Pescara-Penne – ideati con la volontà, dopo aver svolto 18 mesi di progetti di animazione sulle aree interne, di avviare un percorso di riflessione attraverso cui possa scaturire un percorso di sviluppo di comunità. Oggi (lo scorso sabato) tanti giovani, che hanno partecipato all’incontro, si sono confrontati con alcune cooperative di comunità per vedere  oltre e dare una possibilità al proprio territorio. Questo perché non esistono le aree interne senza la costa e viceversa. Non si può pensare che non ci sia un osmosi tra queste due dimensioni di territorio, perché quello che accade qui come spopolamento significa sovraffollamento sulla costa. Tutto questo, dunque, per valorizzare al meglio le ricchezze del territorio e le persone presenti. Tanto sappiamo che deve fare la politica, perché ci sono delle questioni strutturali, come le strade, le linee telefoniche e web, ma tanto è dato è dato da fare anche a chi abita queste zonePer questo ringrazio Donatella Di Pietrantonio, in quanto per noi è importante affrontare il tema partendo da persone che vivono questo territorio. Ciò anche partendo da un punto di vista culturale, perché siamo in un territorio ricco da questo punto di vista. Per noi è importante partire da quello che c’è e non inventare cose impossibili». 

È rimasto soddisfatto dell’appuntamento anche il sindaco di Penne, Gilberto Petrucci: «Il tema delle aree interne – sottolinea – è sentito e importante. I suoi problemi, tra l’altro, vengono descritti molto bene da Donatella Di Pietrantonio nei suoi romanzi. Credo che questo sia un tema da affrontare con determinazione, al di là delle dinamiche demografiche. Chi vive nei comuni che sono all’interno, hanno difficoltà nel costruire una sanità migliore, nella viabilità, nelle infrastrutture. Anche la banda ultralarga diventa un problema per chi vive in queste zone».

E poi, a detta del primo cittadino di Penne, bisogna soprattutto programmare: «Che per me – precisa Petrucci – vuol dire avere delle conoscenze del territorio, avendo un contatto diretto con le fasce di popolazione. Solo così puoi dare una visione diversa ad una città come Penne, che rappresenta il baricentro di un’area interna come l’Area vestina o la provincia pescarese».

Gilberto Petrucci, sindaco di Penne

Le criticità di Penne, come detto, sono tante: «Una delle più sentite – ricorda il sindaco di Penne – è quella dell’occupazione. Quando c’è un’emergenza occupazionale, purtroppo, c’è anche un’emergenza sociale, perchè bisogna individuare i canali del reddito per sostenere le famiglie in difficoltà che, in città, sono 246. Queste ultime, molte delle quali fino a poco tempo fa appartenevano al ceto medio, hanno difficoltà economiche legate non soltanto all’emergenza pandemica. Insomma, le problematiche sono tante. Avete scelto questo tema e bisogna parlarne per trovare soluzioni».

Quest’oggi, a Civitaquana, è invece in corso il secondo appuntamento dedicato al tema “Ambiente e patrimonio naturalistico: le aree interne come luoghi di conservazione della biodiversità e promozione del turismo sostenibile”. I lavori del mattino sono stati guidati dal ricercatore e territorialista Filippo Tantillo, mentre alle 18.30 avverrà l’incontro con lo scrittore, poeta e paesologo Franco Arminio. L’artista, presso la chiesa di Santa Maria delle Grazie, racconterà – attraverso la lettura dei suoi brani – il fenomeno dello spopolamento delle aree interne.

About Davide De Amicis (4165 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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