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“L’Aquila sia capitale di pace e riconciliazione. Jemo ‘nnanzi!”

"Arde nel nostro cuore la speranza che - osserva il cardinale Giuseppe Petrocchi - la grazia della Perdonanza diventi fermento di riconciliazione e unità in tutto il mondo. Il perdono, che viene da Dio, va accolto, ma deve essere poi dato e chiesto. Il perdono, inoltre, è la chiave che apre la porta della giustizia, perché senza la misericordia la giustizia diventa gelida, aspra e tagliente: perciò poco equa. È passando attraverso questo “varco” che si entra sul terreno della pace. Per tale ragione il messaggio del perdono assume una dimensione spirituale, culturale e sociale a raggio cosmico: è valido per tutti, ovunque, sempre"

Questo l’auspicio espresso ieri da Papa Francesco, aprendo la porta santa della 728ª Perdonanza celestiniana a L’Aquila

Papa Francesco pronuncia l'omelia dall'altare di Collemaggio

«Fratelli e sorelle, che L’Aquila sia davvero capitale di perdono, capitale di pace e di riconciliazione! Che L’Aquila sappia offrire a tutti quella trasformazione che Maria canta nel Magnificat “Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili” (Lc 1,52); quella che Gesù ci ha ricordato nel Vangelo di oggi: “Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato” (Lc 14,11)». Queste parole pronunciata ieri da Papa Francesco, durante la santa messa presieduta nel piazzale antistante la basilica di Santa Maria di Collemaggio a L’Aquila poco prima di aprire la porta santa della 728ª Perdonanza celestiniana, oltre al suo incoraggiamento pronunciato poco prima in dialetto aquilano «Jemo ‘nnanzi!», salutando i familiari delle vittime del sisma 2009 in piazza Duomo, rappresentano al meglio la vicinanza del Pontefice al capoluogo abruzzese e alla sua comunità. Quest’ultima chiamata a ricostruire le relazioni sociali, dopo aver subito le ferite del terremoto prima e della pandemia poi, avendo già ricostruito con successo le proprie case.

Card. Giuseppe Petrocchi, arcivescovo dell’Aquila

E la comunità aquilana, attraverso il suo cardinale arcivescovo Giuseppe Petrocchi, ha ricambiato con tutto il suo apprezzamento l’importante presenza del Pontefice: «A nome di tutta la Chiesa aquilana – afferma il porporato – intendevo rivolgerle un “grazie” alto come le nostre montagne, ma mi è sembrato poco, perché vorrei che superasse le vette abruzzesi e arrivasse fino al cielo. Vorremmo poi accompagnare, con stile mariano, il ministero petrino che Lei, con passione evangelica, svolge a favore della Chiesa universale e dell’intera umanità. Arde nel nostro cuore la speranza che, attraverso il magistero e gli interventi pastorali che Lei promuove, la grazia della Perdonanza diventi fermento di riconciliazione e unità in tutto il mondo. Il perdono, che viene da Dio, va accolto, ma deve essere poi dato e chiesto. Il perdono, inoltre, è la chiave che apre la porta della giustizia, perché senza la misericordia la giustizia diventa gelida, aspra e tagliente: perciò poco equa. È passando attraverso questo “varco” che si entra sul terreno della pace. Per tale ragione il messaggio del perdono assume una dimensione spirituale, culturale e sociale a raggio cosmico: è valido per tutti, ovunque, sempre».

Mons. Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne, durante il corteo papale

E il messaggio della Perdonanza celestiniana, attraverso la presenza di Papa Francesco, ha assunto una valenza davvero planetaria arrivando a toccare finalmente il cuore di tutti, anche dei pochi lontani a cui non era ancora giunto. Ma per l’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti, che ha concelebrato la santa messa con il Papa unitamente agli altri vescovi della Conferenza episcopale abruzzese e molisana, il messaggio della Perdonanza ha già di per sé un valore universale: «La perdonanza celestiniana – ricorda il presule – è all’origine di tutti i giubilei, quindi, e questa era già abbastanza riconosciuto dalla Chiesa cattolica, per cui il Papa Francesco viene come pellegrino. Soprattutto per riprogrammare la dimensione della misericordia, perché alla porta santa è legata soprattutto la misericordia e la misericordia, specie in questo momento in cui c’è tanto bisogno di essere misericordiosi, di essere operatori di pace, di essere operatori di fede, di giustizia e di verità. Il messaggio di Papa Francesco è proprio questo». Dunque, Papa Celestino e Papa Francesco, due Papi uniti da una grande umiltà e dalla voglia di rappacificare i popoli, avvicinare le persone e soprattutto riportare la Chiesa al “semplice” ruolo di consolatrice di anime: «Ce lo auguriamo – aggiunge l’arcivescovo Valentinetti -, perché sicuramente la strada è questa. È la strada di una riapertura di cuore a tutti gli effetti».

Pierluigi Biondi, sindaco dell’Aquila

Una giornata memorabile, quella di ieri, sottolineata anche dalle istituzioni a partire dal sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, che ha avuto l’onore di passare nelle mani del Santo Padre il ramo d’ulivo con cui quest’ultimo ha aperto la porta santa di Collemaggio: «Papa Francesco – sottolinea il primo cittadino – ha eletto L’Aquila capitale del Perdono e della Pace. Non poteva esserci investitura più potente di quella che ci ha regalato oggi il Santo Padre. Ma Francesco ci ha consegnato anche una lettura storica e di spessore morale e spirituale. Celestino non è stato l’uomo del no, ma del sì. Quindi, non il Papa del gran rifiuto, ma il Papa che ha saputo interpretare il Vangelo attraverso la forza degli umili che lui tanto amava. La città dell’Aquila è grata e riconoscente al Santo Padre per l’enorme testimonianza di vicinanza e sostegno tributati alla comunità, con la sua presenza in occasione della tradizione più antica e sentita dalla comunità. Un onore e una grande emozione poter accoglierlo e assistere, per la prima volta, all’apertura della Porta Santa della Basilica di Santa Maria di Collemaggio da parte di un pontefice. Un gesto che universalizza il messaggio di pace e riconciliazione tra i popoli ereditato da Papa Celestino V e la valenza della Perdonanza Celestiniana, dal 2019 iscritta quale patrimonio culturale immateriale dell’umanità Unesco».

Marco Marsilio, presidente della Regione Abruzzo

Un giubilo condiviso anche dal presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio: «È stato un vero privilegio per me – racconta – accogliere e salutare oggi il Santo Padre. Vedere così da vicino l’apertura della Porta Santa è stato un momento molto commovente, un ricordo che resterà indelebile, una delle emozioni più grandi e uno dei momenti più intensi della mia carriera. Non solo per me. Credo di condividere il pensiero di tutti gli abruzzesi. Abbiamo atteso sette secoli per avere qui la presenza del Santo Padre, ma oggi abbiamo visto il Papa vincere le sue difficoltà, superare la fragilità del suo fisico pur di esserci. Ha voluto varcare con le sue gambe la Porta Santa per rinnovare la profondità del messaggio di Celestino V. Siamo grati a Papa Francesco, alla Chiesa cattolica e al cardinale Giuseppe Petrocchi, che hanno lavorato con la diocesi perché questo potesse accadere e quello che sembrava un sogno potesse realizzarsi».

Il maestro Leonardo De Amicis, direttore artistico della 728ª Perdonanza celestiniana

E il programma religioso della Perdonanza, che oggi proseguirà con diverse celebrazioni liturgiche, domani sera alle 21.30 al Teatro del perdono tutto esaurito nel numero di postiverrà concluso dal concerto di Claudio Baglioni (accompagnato dall’Orchestra del Conservatorio “A. Casella” dell’Aquila e da un grande coro formato dalla Schola Cantorum San Sisto e dalla Corale L’Aquila) dal titolo “Pace a noi”. L’ultimo dei grandi eventi musicali voluti dal direttore artistico della Perdonanza celestiniana, il maestro Leonardo De Amicis, che ieri anche diretto il Coro della Diocesi dell’Aquila durante la santa messa: «Non ci sono limiti, è una grande ispirazione questa perdonanza – commenta il famoso direttore d’orchestra -. Cinque anni fa ho fatto la prima. Questa è la quinta. È stato un peso enorme, perché le ho vissute da ragazzo, da giovane, so cosa vuol dire, so cosa si aspettano gli aquilani e non solo. La perdonanza è piena di cose importanti. Oltre agli spettacoli, quindi, veicoliamo concetti veicoliamo pensieri positivi. Tramite l’arte li veicoliamo. Quest’anno ho voluto parlare, ad esempio, di futuro e pace. Non c’è il futuro se non c’è la pace. Ora Papa Francesco ha messo un timbro, un sigillo internazionale, mondiale. Questa è la Perdonanza, è quella che aspettiamo da sempre».

About Davide De Amicis (4359 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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