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Dl Aiuti bis: “Privato sociale lasciato senza sostegni. È la sua condanna a morte”

"Ci aspettiamo vivamente – conclude Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum nazionale del Terzo settore – che si ripari al più presto a questa grave mancanza. Dimenticare il Terzo settor,e significa lasciare ai margini della società proprio chi è più in condizione di svantaggio e sofferenza"

È l’allarme lanciato da Luciano Squillaci, presidente della Federazione italiana comunità terapeutiche, e dal Forum del Terzo settore

Una mensa dedicata ai poveri a Milano

Sta creando forte preoccupazione l’approvazione in Senato del decreto legge Aiuti bis privo, però, degli emendamenti che prevedevano sostegni anche alle realtà del privato sociale. A causa di questa mancanza, a rischiare un forte ridimensionamento della loro attività sono, tra le altre, innanzitutto le comunità terapeutiche: «Che svolgono – ricorda Luciano Squillaci, presidente della Federazione italiana comunità terapeutiche (Fict) – un lavoro socio assistenziale a favore di minori e adulti con dipendenze patologiche e fragilità, subendo pesantemente le conseguenze della crisi energetica. Strutture residenziali dedicate alla cura e al recupero delle fragilità già sfiancate da due anni di pandemia e con risorse già esigue, rischiano davvero una sofferenza ingente, inflitta soprattutto ai ragazzi in cura».

La Fict è presente da oltre 40 anni su tutto il territorio nazionale con una rete di associazioni, cooperative ed enti di solidarietà sociale. Sono tutti enti del Terzo settore, con oltre 600 servizi dedicati non esclusivamente al settore delle dipendenze, ma anche a molte altre emergenze, come il gioco d’azzardo, i migranti e le nuove povertà: «Non tenere in considerazione questo settore – avverte Squillaci – significa non avere la percezione del grande vuoto che si può lasciare a chi è già in condizioni di svantaggio. Per riuscire a sostenere i costi energetici, dovremmo chiudere le mense nelle nostre strutture e usare le candele per svolgere le attività quotidiane, terapeutiche e riabilitative».

Un ridimensionamento i cui effetti ricadrebbero, gravemente, sugli utenti di queste strutture: «È preoccupante, disumano, desolante – conclude il presidente della Fict – essere lasciati sempre indietro e dover di continuo alzare la voce per ricordare che il lavoro del privato sociale è a sostegno di numerose famiglie, di persone con disagi importanti e a sostegno delle comunità territoriali. Chiediamo che il Governo riprenda in considerazione questo settore dimenticato. È una questione di equità, giustizia sociale e sostegno alle fragilità, altrimenti sarebbe una vera condanna a morte».

Del resto, tutto il Terzo settore è in subbuglio dopo la mancata approvazione degli emendamenti di sostegno alle realtà del privato sociale nel decreto legge Aiuti bis: «Un segnale molto negativo – commenta Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum nazionale del Terzo settore -. Nessun ristoro contro il caro-energia per le realtà non profit che gestiscono, ad esempio, i servizi di assistenza residenziale, i trasporti sociali e sanitari, o che si prendono cura degli anziani e delle persone con disabilità. Sembrerebbe che l’importanza di attività volte all’inclusione sociale e al contrasto delle disuguaglianze sia riconosciuta più a parole che con i fatti».

D’altra parte, così come le imprese profit, anche quelle no profit subiscono fortemente i costi della crisi energetica: «Ma, diversamente dalle prime – precisa la Pallucchi -, non possono “scaricare” l’aumento dei costi sui clienti. In assenza di aiuti dallo Stato, dunque, le alternative per chi porta avanti un modello economico non incentrato sul profitto, ma sulla cura della persona e sulla tutela del bene comune, sono solo due. Riuscire a farcela con le proprie forze, sfidando le condizioni sfavorevoli del momento storico, oppure chiudere i battenti». Da qui l’auspicio: «Ci aspettiamo vivamente – conclude la portavoce – che si ripari al più presto a questa grave mancanza. Dimenticare il Terzo settor,e significa lasciare ai margini della società proprio chi è più in condizione di svantaggio e sofferenza».

About Davide De Amicis (4378 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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