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“Studenti, ascoltate con il cuore e cambierete la realtà!”

"I sogni sono oltre e si può - esorta Papa Francesco -, voi avete la forza, cambiate la realtà e fatevi aiutare degli altri. Sempre il dialogo con gli anziani, il dialogo giovani-nonni è importantissimo per cambiare la realtà. Grazie per tutto quello che voi farete. Studenti, cambiate la realtà!"

Lo ha affermato l’arcivescovo Valentinetti, parlando ai 2mila studenti italiani protagonisti della Scuola di formazione per studenti del Movimento studenti di Azione cattolica, che si è svolta a Montesilvano dal 24 al 26 marzo

L'arcivescovo Valentinetti apre la Scuola di formazione per studenti del Msac

È stata un successo l’ottava edizione della Scuola di formazione per studenti (Sfs) del Movimento studenti di Azione cattolica che, attraverso la partecipazione di 2mila studenti di scuola secondaria superiore giunti da tutta Italia, si è svolta da venerdì 24 a oggi domenica 26 marzo presso il Pala Dean Martin di Montesilvano (Pescara) – per la terza volta consecutiva dopo le edizioni del 2016 e del 2019 – sviluppando il tema “Generazione 2030 – Studenti che cambiano la realtà” legato ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030: sconfiggere la povertà; sconfiggere la fame; salute e benessere; istruzione di qualità; parità di genere; acqua pulita e servizi igienico-sanitari; energia pulita e accessibile; lavoro dignitoso e crescita economica; imprese, innovazione e infrastrutture; ridurre le disuguaglianze; città e comunità sostenibili; consumo e produzione responsabili; lotta contro il cambiamento climatico; vita sott’acqua; vita sulla Terra; pace, giustizia e istituzioni solide; partnership per gli obiettivi.

Lorenzo Pellegrino, segretario nazionale del Movimento studenti di Azione cattolica

Una tematica, questa, declinata attraverso tre sotto-temi, ovvero cultura digitale, transizione ecologica e dignità sociale: «Nell’ultimo discorso di fine anno – ricorda Lorenzo Pellegrino, segretario nazionale del Movimento studenti di Azione cattolica, ai microfoni dell’emittente radiofonica diocesana pescarese Radio Speranza -, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’ha ripetuto spesso che bisogna dare dignità alle persone, ai processi e agli spazi. Allo stesso tempo, bisogna proprio ridurre le disuguaglianze, ce lo chiede l’Agenda 2030 rispetto alla dignità sociale. Per quanto riguarda invece la cultura digitale, crediamo che ormai il digitale non sia uno strumento, ma sia il paradigma con il quale possiamo leggere questa realtà. Forse siamo l’ultima generazione ancora aggrappata ad un’idea di cultura analogica, ma andiamo sulla soglia del futuro a provare ad interpretare questa rivoluzione digitale alla quale siamo chiamati. E poi necessariamente si deve passare dal cambio di prospettiva tra cambiamento climatico e transizione ecologica. Bisogna fare qualcosa, bisogna agire e noi ci siamo, perché vogliamo scuole sostenibili, città, comunità sostenibili, proprio come ci chiede l’Agenda 2030 dell’Onu». A partire da questa premessa, gli studenti del Msac presenti a Montesilvano hanno ragionato concretamente su come applicare gli obiettivi di sviluppo sostenibile: «Quest’anno – precisa Pellegrino – abbiamo dato vita al cantiere 2030, con 12 officine tenute da esperti di altre associazioni. Questo perché il diciassettesimo “gol” dell’Agenda 2030  è proprio avere “partner per gli obiettivi”, quindi, per raggiungere gli obiettivi è necessario creare delle partnership. Noi faremo questo, creando un cantiere con altre associazioni e progettando come gli obiettivi dell’Agenda 2030 possono impattare sulle nostre scuole, che sviluppo sostenibile è possibile ottenere all’interno delle nostre scuole e delle nostre comunità».

I 2mila studenti presenti al Pala Dean Martin (Foto Ac)

Per fare tutto ciò gli studenti hanno necessariamente bisogno di essere ascoltati, soprattutto dagli adulti, da chi governa. E un consiglio per riuscirci, attraverso i conduttori dell’evento, l’hanno chiesto all’arcivescovo di Pescara-Penne, nonché membro della Commissione episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali, monsignor Tommaso Valentinetti, il quale ha portato i suoi saluti: «Una domanda da 550 mila punti. Innanzitutto, un caro saluto cara a tutti e grazie di essere per la terza volta a Pescara, a Montesilvano. Una diocesi supersonica, che va a mille e la vostra presenza ci manda a duemila, perché duemila siete. Dunque, Papa Francesco ha affidato un compito a noi adulti, soprattutto attraverso il percorso sinodale, che è quello di ascoltare. Ascoltare, ascoltare, ascoltare. Ora non c’è niente di più difficile che ascoltare, anche perché il popolo ebraico c’è l’aveva ben chiaro, quando recitava tutti i giorni, “Israele, ascolta Israele, il Signore è uno solo, il Signore è l’unico Dio”. Ma Papa Francesco ci ha chiesto di ascoltare, in vista del cambiamento, perché c’è una generazionee siete voi che sarete, siete già protagonisti di un cambiamento. Allora io mi sono detto, “Come fare per ascoltare i ragazzi delle scuole superiori?” Allora ho compulsato i miei insegnanti di religione, i quali mi hanno invitato nelle classi a fare l’esperto e io son partito dall’ascolto. Non ho parlato io, ho lasciato parlare voi, ho lasciato parlare i vostri amici di Pescara e vi assicuro che c’è un grande desiderio di cambiamento, c’è un grande desiderio di protagonismo e spero, sto insistendo molto su questa cosa con i miei preti, con le famiglie, con gli adulti. “Mettetevi in ascolto, mettetevi in ascolto, mettetevi in ascolto”, perché in realtà solo dall’ascolto c’è la possibilità di comprendersi. Attenzione, non tanto sentire, ma quanto ascoltare che è diverso. Si sente con le orecchie, ma si ascolta col cuore. Allora credo che questa sia l’operazione più complicata, perché è facile sentire, ma è difficile ascoltare. Il suono passa nelle orecchie, sale nella testa e dalla testa dovrebbe scendere nel cuore. E per realizzare il cambiamento ragazzi, ci vuole tanto cuore, il vostro cuore. Camminate, lavorate e sarete ripagati». Al termine del suo intervento, l’arcivescovo Valentinetti ha ricevuto simbolicamente l’invito ad impegnarsi a favore dell’Agenda 2030, mediante la consegna di un cubo nel quale era rappresentato l’impegno numero 16, ovvero “pace, giustizia e istituzioni solide”.

Giuseppe Notarstefano, presidente dell’Azione cattolica italiana

Dopo l’arcivescovo di Pescara-Penne, è stato il presidente nazionale dell’Azione cattolica Giuseppe Notarstefano a prendere la parola: «Siete una realtà meravigliosa – afferma – e lo dicevo perché abitate un ambiente come quello della scuola. Vivere nella scuola è vivere un ambiente della vita quotidiana. Ma farlo col vostro stile, con la vostra vivacità, col vostro entusiasmo, è qualcosa di davvero straordinario. Per questo voi siete straordinari ed è straordinariamente importante la vostra presenza, perché la vostra originalità, il vostro entusiasmo, la vostra passione sono la condizione per rigenerare la nostra democrazia. Perché partecipare fa rima con studiare. La scuola è una parola che ci piace. A noi piace andare a scuola, a noi piace vivere la scuola. Tutti noi per i quali l’esperienza scolastica è proprio quella che abbiamo vissuto quando cominciamo a maturare in modo più personale le idee, le posizioni, le visioni della vita. Ed è fondamentale che la scuola sia davvero un tempo intenso, un tempo vero, un tempo condiviso, ma anche uno spazio che dilata gli orizzonti di ciascuno di noi verso le grandi sfide di questo tempo, come quella che stiamo affrontando in questi giorni. Una sfida molto grande, quella di un mondo giusto in cui ci sia spazio per tutti, dove nessuno rimanga indietro. Un mondo dove insieme ci prendiamo cura della nostra terra, dei suoi abitanti, ma anche di tutti i viventi che insieme a noi, a tutti, costituiscono uno straordinario ecosistema, la nostra casa comune. E allora, vi auguro di vivere queste giornate per coltivare un sogno, un progetto che diventa un impegno che vogliamo vivere e prenderci insieme, quello di farla davvero questa alleanza di questo di cui si è parlato prima. Un’alleanza tra le persone, tra le famiglie, tra le scuole, tra le organizzazioni, le associazioni, le imprese e le città e i paesi. Un’alleanza che coopera e collabora per attivare un’agenda, cioè un insieme di obiettivi, di priorità, che però sono affidati a ciascuno di noi e che ciascuno di noi sceglie di vivere secondo le proprie energie, le proprie risorse, le proprie capacità, le proprie competenze, le proprie responsabilità. Per quanto oggi la guerra e la violenza, l’individualismo diffuso e una certa mentalità utilitaristica, scoraggiano e mettono alla prova il cammino della nostra famiglia, noi siamo qui per affermare che questo cammino non può e non deve essere fermato. Anzi, questo cammino è già iniziato, è iniziato con le nostri passi, è iniziato con i nostri desideri. È iniziato con le nostre visioni di futuro, perché il futuro siamo noi tutti insieme. Il futuro germoglia con una stretta di mano, nel guardarsi negli occhi, nel riconoscere l’altro come un fratello o una sorella. Il futuro nasce da un abbraccio, dal saperci prendere in braccio e prenderci cura delle nostre fragilità, ma anche nel poter condividere i nostri talenti. Allora, avanti tutti insieme. Siamo noi coloro che devono organizzare la speranza».

Monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Azione cattolica italiana

Nel secondo giorno di sabato 25 marzo, i duemila studenti hanno quindi preso parte alle officine tematiche per mettere a punto quanto ascoltato negli interventi di vari esperti. Infine, ieri mattina, prima delle conclusioni, è stato il neo assistente ecclesiastico generale dell’Azione cattolica italiana monsignor Claudio Giuliodori – facendo riferimento al Vangelo della resurrezione di Lazzaro al centro della quinta domenica di Quaresima – ad esortare i giovani ad essere loro stessi il cambiamento tanto agognato: «Questa volta attraverso l’Evangelo – ricorda il presule -, Gesù dice a ciascuno di noi, “Vieni fuori”. Noi non siamo dentro quella caverna. Eppure guardiamo la realtà, guardiamo dentro di noi e attorno a noi. Quanti ragazzi sono dentro la caverna e quante volte anche noi siamo dentro la caverna, cioè vivi, ma morti dentro. E noi viviamo in un’epoca in cui le ambiguità sono veramente grandi, perché si vive di apparenze, si vive di emozioni, si vive di una continua esplosione di sentimenti e di esperienze che ci fanno perdere spesso la bussola. Cioè non ci aiutano a trovare la vita, a fare esperienza autentica della vita. Allora, questo è un invito straordinario, “Vieni fuori”. Interessarci dell’Agenda 2030, significa “Vieni fuori”. E se vogliamo dirlo con Don Milani “I care”, prenditi cura, abbi a cuore l’ambiente, lo sviluppo, l’economia, l’educazione, la scuola. Ecco, essere vivi, significa non lasciare che la realtà ci passi attorno, ci sfiori semplicemente. Restare indifferenti è essere morti, pensare di non poter far nulla è essere morti. Pensare che noi non siamo capaci, non abbiamo la possibilità di incidere in questo nostro tempo, vuol dire essere morti. Allora capite che spesso siamo morti e tanti sono morti e questa morte poi distrugge dentro, perché ci toglie la vita, ci toglie la speranza, ci toglie l’entusiasmo, il coraggio. Ecco, il Signore oggi ci dice “Vieni fuori”, vivi la realtà, sii protagonista, non lasciare che siano altri a dettarti l’agenda della vita, ma vivi l’agenda della tua vita». San Paolo, nella seconda lettura, usa un’espressione chiarissima. Dice “Coloro che solo uniti a Cristo, nel loro corpo, sono colmi dello spirito della vita e vivranno in eterno. Io sono la vita, chi vive in me non muore in eterno”. Ragazzi, questo cambia la storia, cambia la prospettiva della nostra esistenza, ci mette in uno sguardo totalmente diverso. Io vi auguro, con tutto il cuore, che possiamo camminare insieme con questo sguardo, consapevoli che il Signore continuamente ci tira fuori dalla caverna dove rischiamo di morire, dove rischiamo di non mettere a frutto i doni straordinari che abbiamo ricevuto. E questo cammino del Msac, Movimento studenti di Azione cattolica, è una grazia infinita perché vi consente di allargare gli orizzonti, di guardare oltre la morte, di essere portatori e testimoni di vita».

Gli studenti della Sfs ascoltano il messaggio di Papa Francesco (Foto Ac)

A corredo della tre giorni è giunto anche il videomessaggio di Papa Francesco, che ha incoraggiato gli studenti a cambiare il mondo: «Voi siete capaci di cambiare la realtà? – interroga il Papa -. C’è la realtà bassa dell’“è sempre stato fatto così” e dell’“andiamo avanti”, quella che cambia. Voi state attenti, c’è una realtà buona, quella che ti fa abbassare quando tu sei in orbita, “boom“, questa è buona; ma c’è un’altra rarità che cattiva che tira su e ti fa prigioniero, questa va cambiata da coloro che sanno fare. I sogni sono oltre e si può, voi avete la forza, cambiate la realtà e fatevi aiutare degli altri. Sempre il dialogo con gli anziani, il dialogo giovani-nonni è importantissimo per cambiare la realtà. Grazie per tutto quello che voi farete. Studenti, cambiate la realtà! Avanti e coraggio, pregate per me. Io prego per voi. Che il Signore vi benedica».

About Davide De Amicis (4228 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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