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“Custodire il creato, portando pace, è la missione che il Signore ci ha affidato”

"Dobbiamo pregare per la conversione di tante persone – esorta il Santo Padre -, dentro e fuori della Chiesa, che ancora non riconoscono l’urgenza di curare la casa comune. Tanti disastri naturali che vediamo nel mondo sono in parte causati dagli eccessi dell’essere umano, col suo stile di vita"

Lo ha affermato ieri Papa Leone XIV celebrando, a Borgo Laudato si’ di Castel Gandolfo, la prima messa per la custodia del creato

Papa Leone XIV - Foto: Siciliani-Gennari/Sir

Ieri Papa Leone XIV ha presieduto la prima messa per la custodia del creato al Borgo Laudato si’ a Castel Gandolfo dopo che nei giorni scorsi, a dieci anni dalla pubblicazione dell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, aveva pubblicato il Decreto per la messa per la custodia della creazione.

Nell’omelia, il Papa ha iniziato la sua riflessione partendo proprio dalla sofferenza del creato: «Noi – sottolinea Papa Leone – ascoltiamo il grido della terra, noi ascoltiamo il grido dei poveri, perché questo grido è giunto al cuore di Dio. La nostra indignazione è la sua indignazione, il nostro lavoro è il suo lavoro. Vorrei invitare tutti, cominciando da me stesso, a vivere quel che stiamo celebrando nella bellezza di una cattedrale naturale, con le piante e tanti elementi della creazione che ci hanno portato qui per celebrare l’Eucaristia, che vuol dire rendere grazie al Signore».

Quindi il Pontefice è tornato sull’istituzione della messa per la custodia della creazione: «Questa celebrazione – ricorda il Santo Padre – potrebbe essere la prima con la nuova formula della Santa Messa per la cura della creazione ed è frutto del lavoro di diversi Dicasteri del Vaticano».

Il Borgo Laudato si’ di Castel Gandolfo che ha ospitato la santa messa – Foto: Vatican media/Sir

In seguito, Leone XIV ha rivolto un invito: «Dobbiamo pregare per la conversione di tante persone – esorta il Santo Padre -, dentro e fuori della Chiesa, che ancora non riconoscono l’urgenza di curare la casa comune. Tanti disastri naturali che vediamo nel mondo sono in parte causati dagli eccessi dell’essere umano, col suo stile di vita». Poi ha citato sant’Agostino: “Le tue opere ti lodano affinché ti amiamo, e noi ti amiamo affinché ti lodino le tue opere”.

Nella seconda parte dell’omelia, il Sommo Pontefice ha fatto un riferimento al Giubileo: «Nel cuore dell’anno del Giubileo – sottolinea Papa Leone – noi confessiamo: c’è speranza! L’abbiamo incontrata in Gesù. Egli ancora calma la tempesta. Il suo potere non sconvolge, ma crea; non distrugge, ma fa essere, dando nuova vita».

A seguire, non è mancato un accenno al Vangelo della tempesta sedata: «Lo stupore – osserva il Papa – è il primo passo che ci fa uscire dalla paura. Attorno al lago di Galilea, Gesù aveva abitato e pregato. Là aveva chiamato i suoi primi discepoli nei loro luoghi di vita e di lavoro. Le parabole con le quali annunciava il Regno di Dio rivelano un profondo legame con quella terra e con quelle acque, col ritmo delle stagioni e la vita delle creature».

Da qui l’insegnamento da riportare al nostro contesto attuale: «La nostra missione di custodire il creato, di portarvi pace e riconciliazione – conclude Papa Leone XIV -, è la sua stessa missione: la missione che il Signore ci ha affidato. Assicuro la mia preghiera e il mio incoraggiamento».

About Davide De Amicis (4766 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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