Cei: “Inaccettabile attacco alla chiesa latina di Gaza. Tacciano le armi!”
"Condanniamo fermamente ogni atto che colpisce la popolazione civile - afferma la Custodia di Terra Santa - e ribadiamo l’urgenza di un cessate il fuoco immediato, della fine della guerra e dell’avvio di un processo che conduca ad una pace giusta e duratura. Ogni giorno che passa, il prezzo umano diventa più insostenibile, il silenzio del mondo più assordante e la paralisi della comunità internazionale più ingiustificabile"
Padre Gabriel Romanelli, parroco della chiesa latina di Gaza, rimasto ferito - Foto Afp/Sir
La Chiesa tutta esprime concerto a seguito dell’ennesimo attacco israeliano di stamani su Gaza, arrivando a colpire addirittura la parrocchia latina della Sacra famiglia, che ha provocato 3 morti e undici feriti. Nell’attacco è rimasto lievemente ferito anche il parroco argentino padre Gabriel Romanelli, il quale è stato poi curato in ospedale. La parrocchia latina di Gaza, attualmente, ospita circa 500 sfollati cristiani.

È stata immediata la reazione di sdegno espressa dalla Presidenza della Conferenza episcopale italiana: «Apprendiamo con sgomento – affermano i vescovi della Cei – dell’inaccettabile attacco alla chiesa della Sacra Famiglia di Gaza. Esprimiamo vicinanza alla comunità della parrocchia colpita, con un particolare pensiero a coloro che soffrono e ai feriti, tra i quali padre Gabriel Romanelli. Nel condannare fermamente le violenze che continuano a seminare distruzione e morte tra la popolazione della Striscia, duramente provata da mesi di guerra, rivolgiamo un appello alle parti coinvolte e alla comunità internazionale affinché tacciano le armi e si avvii un negoziato, unica strada possibile per giungere alla pace».

La Presidenza dei vescovi italiani ha poi ringraziato «la Presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni, per il suo messaggio di solidarietà e quanti, in queste ore, stanno manifestando la loro prossimità alla Chiesa cattolica». Papa Leone XIV ha immediatamente inviato un telegramma di cordoglio, firmato dal cardinale segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin: «Papa Leone XIV – scrive il porporato – è stato profondamente rattristato nell’apprendere della perdita di vite umane e dei feriti causati dall’attacco militare alla chiesa cattolica della Sacra Famiglia a Gaza. Il Papa assicura la sua vicinanza spirituale e affida le anime dei defunti alla misericordia amorosa di Dio onnipotente, pregando per la consolazione di quanti sono nel dolore e per la guarigione dei feriti». Il Papa ha poi rinnovato «il suo appello per un cessate-il-fuoco immediato», esprimendo «la profonda speranza in un dialogo, una riconciliazione e una pace duratura nella regione».
È poi giunta la forte condanna da parte della Custodia di Terra Santa: «Ancora una volta – afferma l’organismo pastorale in una nota -, ci troviamo a denunciare con forza l’inaccettabile e cinica realtà in cui civili inermi, luoghi di culto e strutture umanitarie diventano bersaglio di violenza e distruzione. Le richieste postume di scuse, risultano purtroppo essere un ritornello ripetuto troppe volte per mascherare comportamenti bellici non più accettabili. In comunione con il Patriarcato Latino di Gerusalemme, coi Cristiani di Terra Santa e con Papa Leone – si legge nel comunicato – piangiamo le vite spezzate e preghiamo per i feriti, per le loro famiglie e per tutta la comunità che continua a soffrire in mezzo alla devastazione insensata della guerra. Condanniamo fermamente ogni atto che colpisce la popolazione civile e ribadiamo l’urgenza di un cessate il fuoco immediato, della fine della guerra e dell’avvio di un processo che conduca ad una pace giusta e duratura. Ogni giorno che passa, il prezzo umano diventa più insostenibile, il silenzio del mondo più assordante e la paralisi della comunità internazionale più ingiustificabile».
Infine, la Custodia di Terra Santa si è unita in preghiera «con tutti coloro che lavorano per la pace, la giustizia e la protezione di ogni persona umana, a qualsiasi popolo o religione appartenga. In questi giorni oscuri, chiediamo al Signore della pace di non abbandonare il suo popolo e di convertire i cuori alla compassione, alla responsabilità e al dialogo».