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“Nulla si perde di quanto Dio ci dà. I nostri morti sono nelle mani di Dio”

"Le morti sono sempre ingiuste - afferma monsignor Valentinetti, le morti non sono mai giustificabili, né le morti violente, né le morti per malattia, né le morti per ingiustizia. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi, nel fatto che mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi e ci ha ridato la vera vita. Giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall'ira per mezzo di Lui"

Lo ha affermato ieri l’arcivescovo Valentinetti, presiedendo la santa messa della Commemorazione dei defunti nel cimitero di Colle Madonna a Pescara colli

L'arcivescovo Valentinetti presiede la santa messa della Commemorazione dei defunti

Ieri pomeriggio, come ogni anno, l’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti ha fatto visita al Cimitero di Colle Madonna a Pescara colli, presso il quale ha presieduto la santa messa nella giornata dedicata alla Commemorazione dei defunti. Una celebrazione eucaristica, concelebrata dal parroco della vicina basilica santuario della Madonna dei sette dolori Leon Francis Dbritto e dai suoi confratelli frati cappuccini, che si è svolta alla presenza di un folto numero di fedeli intervenuti per rendere omaggio ai propri cari defunti.

L’arcivescovo Valentinetti concelebra con i frati cappuccini della Madonna dei sette dolori

Nell’omelia il presule si è soffermato su questa commemorazione: «Ogni 2 novembre – sottolinea l’arcivescovo Valentinetti – la meditazione della Chiesa si fa ancora più intensa sul mistero della morte, perché essa è un mistero. Non possiamo assolutamente pensare che tutto sia chiaro e lampante, specialmente quando facciamo i conti con una morte violenta, con una morte per una dura malattia, per le tante morti a causa delle guerre, delle ingiustizie, delle cattiverie degli uomini. Ma allora, che cosa pensare, che cosa dire di fronte a questo mistero che resta tale?».

Per rispondere a questo interrogativo, l’arcivescovo è partito dalla citazione di un verso tratto dalla prima lettera di San Giovanni apostolo, al centro della liturgia della solennità di Ognissanti di ieri… “Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando Egli si sarà manifestato, noi saremo simili a Lui, perché lo vedremo così come Egli è”: «Ecco qual è la risposta che la Chiesa – precisa monsignor Valentinetti -, fin dai primissimi momenti della sua esistenza, e il cristianesimo dà nei confronti del mistero della morte. Si passa attraverso questo mistero per giungere a ciò che saremo, e cioè “lo vedremo così come Egli è”. Anzi, noi saremo così come Egli è. E a questa parola della Scrittura, si aggiunge la riflessione della seconda lettura di questa sera… “Quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito, Cristo morì per gli empi”. Le morti sono sempre ingiuste, le morti non sono mai giustificabili, né le morti violente, né le morti per malattia, né le morti per ingiustizia. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi, nel fatto che mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi e ci ha ridato la vera vita. Giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di Lui».

I fedeli presenti nel cimitero di Colle Madonna

Ecco la speranza per l’arcivescovo di Pescara-Penne, «che alberga nel nostro cuore e che fa di noi dei figli autentici del Signore – ribadisce l’alto prelato -. “Tutto ciò che il Padre mi dà verrà a me”. Quando fissiamo lo sguardo nel mistero della morte, dobbiamo ricordarci che “tutto ciò che il Padre mi dà verrà a me e colui che viene a me io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di Colui che mi ha mandato”. Ecco la risposta… Siamo nelle mani di Dio, siamo dentro il suo ventre pieno d’amore, ventre pieno di risposte sicure, ventre che non ci fa cedere alla disperazione, ma mette in noi la bella speranza nel cuore. E cioè la volontà di colui che mi ha mandato è che nulla si perda di quanto Egli gli ha dato. Dunque, i tanti morti che sono in questi sepolcro, i tanti morti che sono in tutti i sepolcri nel mondo, i tanti morti provocati da guerre, liti, fratricidi e omicidi, noi dobbiamo essere certi che possano appartenere al Signore. Perché il Signore li ama e li porta con sé sul palmo della sua mano. E allora, pensando ai nostri morti, ai nostri cari, ai nostri genitori, ai nostri fratelli, ai nostri amici, pensiamoli così, nella mano di Dio… Egli è il Signore, Egli è la vita senza fine. Amen».

About Davide De Amicis (4766 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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