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“Maria guarda Civitella come faceva con gli apostoli nel Cenacolo”

"L'intervento di restauro (della statua mariana) - sottolinea Valentina Muzii, restauratrice - è stato concentrato per lo più sulla pulitura e il consolidamento, ma per lo più pulitura, perché l'opera è in condizioni conservative - nonostante l'antichità - veramente buone, sia dal punto di vista strutturale, sia per quanto concerne la policromia che la doratura del manto"

Lo ha affermato dom Lorenzo Camilli, abate cistercense di Casamari, che domenica 10 agosto ha presieduto la santa messa per il ritorno della statua della Madonna di Casanova nella località pescarese

La statua restaurata della Madonna di Casanova

Una grande emozione ha inebriato i cittadini di Civitella Casanova (Pescara), che domenica 10 agosto hanno riaccolto la statua lignea policroma della Madonna di Casanova, antica rappresentazione della Beata Vergine Maria delle Grazie, dopo i lavori di restauro e ripulitura (finanziati attraverso l’impegno del vice presidente del Consiglio regionale d’Abruzzo Antonio Blasioli) che l’hanno riportata agli antichi splendori per ricollocarla nella chiesa della Cona. In quest’ultima la preziosa e venerata statua mariana è giunta accompagnata a piedi dall’intera comunità civitellese, la quale ha formato una lunga processione che ha attraversato l’intero paese.

Valentina Muzii, restauratrice

Lavori che hanno permesso di scoprire anche l’anno preciso di realizzazione della statua: «La prima sorpresa di quest’opera – conferma Valentina Muzii, restauratrice dell’effige lignea – è stata appunto la data, perché appena ho riportato l’opera in laboratorio mi sono accorta che dietro nella cavità, sullo schienale, c’era appunto questa data 1432, che ci dà un’informazione molto precisa. Infatti sapevamo che l’opera fosse tardo-medievale, ma non sapevamo la data precisa. Quindi è un’informazione molto importante, una bella scoperta. Per il resto, l’intervento di restauro è stato concentrato per lo più sulla pulitura e il consolidamento, ma per lo più pulitura, perché l’opera è in condizioni conservative – nonostante l’antichità – veramente buone, sia dal punto di vista strutturale, sia per quanto concerne la policromia che la doratura del manto. L’unico problema era questo accumulo, molto pesante, di polveri e particellato atmosferico, ma soprattutto nero fumo di candele. E poi, lì in chiesa, c’era una stufa a gasolio i cui fumi si sono andati a depositarsi sulla statua, ricoprendola di uno strato nero. Quindi, fondamentalmente, l’80% del restauro si è snodato su questa pulitura da questo strato».

Camillo Chiarieri, storico

Una statua, quella della Madonna di Casanova, appartenuta alla famosa Abbazia di Santa Maria di Casanova: «Un’abbazia cistercense – ricorda Camillo Chiarieri, storico – fondata nel 1191 con un finanziamento della contessa Margherita di Loreto Aprutino, la quale aveva fatto un voto affinché marito e figlio tornassero indenni dalle crociate. L’abbazia divenne tra le più grandi e potenti d’Europa che, all’interno del Regno di Napoli, rappresentava uno stato nello stato che addirittura batteva moneta. I suoi possedimenti erano così estesi che il Monastero di Santa Maria a mare, sull’Isola di San Domino alle Tremiti, era una dipendenza di Santa Maria Casanova. La sua grande storia termina nel 1807 quando, dopo un periodo di declino, gli ultimi monaci la abbandonarono in seguito all’abolizione degli ordini religiosi e monastici voluta da Napoleone».

Dom Loreto Camilli, abate cistercense di Casamari

Quindi i monaci cistercensi hanno abitato l’alta valle vestina fin dall’undicesimo secolo. Un rapporto, quello con la comunità di Civitella Casanova, che si era interrotto però da diversi anni e che, con il ritorno dell’antica statua lignea mariana nella sua comunità, è stato riallacciato attraverso la presenza dell’abate dell’Abbazia cistercense di Casamari dom Loreto Camilli, il quale ha celebrato la santa messa nella chiesa della Cona: «Io – osserva l’abate – vedo l’immagine bellissima del Cenacolo, quando Maria riusciva a tenere insieme gli apostoli e così anche per Civitella Casanova, questa immagine possiamo applicarla guardando Maria con tutto il popolo di Civitella e con questi monaci, che sono grati di essere stati chiamati a partecipare a questa festa, a questo ritorno glorioso della Vergine Santa».

Don Norbert Maoko, parroco di Civitella Casanova

A celebrare il ritorno della Madonna di Casanova tra la sua gente anche il parroco, don Norbert Maoko: «È una cosa bella – afferma il presbitero – la statua della Madonna è stata ristaurata, ma siamo noi i suoi figli che ci dobbiamo anche noi rinnovare com’è stato per la Beata Vergine Maria. Questa statua è un patrimonio storico per questa comunità. Ne siamo contenti, ma soprattutto che sia per la gloria di Dio e la salvezza di noi pellegrini di speranza in cammino in questo mondo».

Marco D’Andrea, sindaco di Civitella Casanova

Hanno presenziato all’evento anche le autorità civili e militari, rappresentate dai carabinieri della locale stazione, dal vice presidente del Consiglio regionale d’Abruzzo Antonio Blasioli e dal sindaco di Civitella Casanova Marco D’Andrea: «Quello con la Madonna di Casanova – ricorda il primo cittadino – è un legame fortissimo, che dura dal 1807 – quando venne chiusa l’Abbazia – anno in cui la statua fu accolta nella parrocchia di Civitella Casanova, instaurando un forte legame non solo con la comunità civitellese, ma anche con le comunità religiose limitrofe».

About Davide De Amicis (4766 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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