“Il tempo si è fatto breve, ma il mio servizio è a vostra disposizione”
"Risentiamoci veramente ferventi e finalmente popolo santo di Dio tutti quanti insieme - rilancia monsignor Valentinetti -. Non più con distinzioni, chi prima, chi dopo, chi sacerdote, chi laico, ma tutti i battezzati - chiamati sacerdoti del Signore, ministri del nostro Dio"
L'arcivescovo Valentinetti presiede la messa conclusiva del pellegrinaggio giubilare diocesano
Il pellegrinaggio giubilare diocesano di sabato 13 settembre, svolto dalle 121 parrocchie della Chiesa di Pescara-Penne presso il Santuario di San Gabriele dell’Addolorata, al termine della meditazione e dell’adorazione eucaristica, si è concluso con la santa messa presieduta dall’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti e concelebrata da tutti i sacerdoti dell’Aricidiocesi.
Nell’omelia il presule ha fatto inizialmente riferimento alla prima Lettera di San Paolo Apostolo a Timòteo (1Tm 1,15-17), prima lettura del giorno: «Quell’oggi in cui Gesù proclama questa Scrittura che voi avete udita, si è compiuta – osserva l’alto prelato -, mi fa pensare a questo nostro oggi, a questo nostro stare insieme. Presbiteri, diaconi, ministri, popolo santo di Dio, servi della liturgia. Questo nostro stare insieme per entrare nel cuore di Dio, per carpirgli ancora una volta la misericordia che abbiamo gustato tutti insieme nel sacramento della riconciliazione, ma anche per sperimentare la nuova luce, la nuova forza, il nuovo cammino che lo Spirito del Signore vuol fare con noi e su di noi».
Da qui il riferimento a tutti i partecipanti, in riferimento alle rispettive funzioni: «Cari fratelli nel sacerdozio, giovani sacerdoti, sacerdoti di mezza età, sacerdoti anziani – rilancia monsignor Tommaso Valentinetti -, oggi lo Spirito del Signore in modo particolare è su di noi per ricordarci l’unzione sacerdotale che abbiamo ricevuto e perché ancora una volta spalanchiamo le porte a Cristo nell’evangelizzazione, nell’essere seminatori di speranza, nell’essere seminatori di fede. Cari diaconi, trovate il vostro collocarvi nella Santa Chiesa di Pescara-Penne, fate camminare la vostra immaginazione e voi, carissimi presbiteri, accogliete i diaconi perché siano capaci di un servizio della Parola, un servizio delle mense, un servizio della carità. E carissimo popolo di Dio, che questa mattina hai avuto la bontà di rispondere all’invito fatto attraverso le comunità, le associazioni, i movimenti e le parrocchie, di trovarci tutti insieme a godere finalmente di una speranza nuova, di un cammino nuovo, di una conversione nuova che la Santa Chiesa di Pescara-Penne vuole vivere e realizzare».
Infine, l’arcivescovo di Pescara-Penne ha rilanciato il suo impegno, guardando anche all’immediato futuro e al periodo conclusivo del suo episcopato pescarese: «Io sono contento di accompagnare questa Chiesa fino a quando il Signore vorrà – sottolinea l’arcivescovo -. Il tempo si è fatto breve (tra due anni monsignor Tommaso Valentinetti compirà 75 anni dovendo, in base a quanto previsto dal Diritto canonico, rassegnare le dimissioni al netto di un’eventuale proroga concessa dal Santo Padre), però il mio servizio e la mia carità sono a vostra disposizione, come sempre. Compatite le mie mancanze, compatite i miei errori, ma risentiamoci fortemente Chiesa una, santa, cattolica, apostolica. Risentiamoci veramente ferventi e finalmente popolo santo di Dio tutti quanti insieme. Non più con distinzioni, chi prima, chi dopo, chi sacerdote, chi laico, ma tutti i battezzati – chiamati sacerdoti del Signore, ministri del nostro Dio -. Il Signore, fedelmente, ci dà il salario e quest’ultimo è ancora una volta deposto nel nostro cuore con un’alleanza eterna e sarà famosa. Sì, sarà famosa tra le genti la tua stirpe, o Chiesa di Pescara-Penne, e la tua discendenza in mezzo ai popoli. Coloro che ti vedranno riconosceranno che tu sei la stirpe benedetta dal Signore».
Al termine dell’omelia e della preghiera dei fedeli, come da prassi liturgica, tutti i presenti alla celebrazione eucaristica hanno recitato il Credo, potendo così lucrare l’indulgenza plenaria prevista dal Giubileo.



