“Ciascuno è chiamato a farsi prossimo per una società più giusta”
"A Pescara - sottolinea Corrado De Dominicis - gli invisibili sono anche gli anziani soli che vediamo accedere alla mensa, ad esempio, non tanto per un bisogno economico, ma soprattutto per un bisogno di relazioni. Ecco, una giornata come quella di ieri ha voluto ricordarci che noi siamo chiamati quotidianamente a essere persone di relazione, mettendo al centro ciascuno"
Corrado De Dominicis, direttore della Caritas diocesana di Pescara-Penne
Quella di ieri è stata una mattinata di festa, in allegria e fraternità, per 200 bisognosi accolti dalla Cittadella dell’accoglienza “Giovanni Paolo II” della Caritas diocesana di Pescara-Penne, che ha celebrato la 9ª Giornata mondiale dei poveri dando vita ad alcune ore di animazione, tra karaoke e uno spettacolo di “clown dottori”, curati dall’Associazione Pronto sorriso. La mattinata si è poi conclusa con un momento di preghiera, diretto dall’equipe di animazione e formazione della Caritas diocesana alla presenza dell’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti, e con un pranzo finale di comunità.

Al termine dell’evento, gli operatori Caritas hanno donato uno scaldacollo a ciascun utente, in vista dell’imminente inverno: «È stata una giornata di festa – sottolinea Corrado De Dominicis, direttore della Caritas diocesana di Pescara-Penne -, ma soprattutto di amicizia, per provare a fare insieme il cammino che ciascuno di noi quotidianamente si trova a fare non tanto in un rapporto di aiuto, ma in un rapporto di fraternità. Tutto questo per ricordarci sempre che ciascuno di noi è chiamato a farsi prossimo e fratello di tutti, senza fare alcun tipo di distinzione, per generare quella che dovrebbe essere una società più giusta, più equa, che sappia mettere al centro le persone nella loro dignità e non guardandole con gli occhi del bisogno».
A tal proposito Caritas italiana, nei giorni scorsi, ha presentato il 29° Rapporto su povertà ed esclusione sociale in Italia, intitolato “Fuori campo. Lo sguardo della prossimità”, incentrato su quei fenomeni che generalmente rimangono ai margini dell’attenzione e del dibattito pubblico: disuguaglianze economiche, povertà multidimensionali, azzardo industriale di massa, violenza sulle donne, povertà energetica. Chi vive queste situazioni sono “invisibili”. Sono questi i “fuori campo” della nostra società, ben presenti anche nell’area metropolitana di Pescara: «I “fuori campo” della nostra realtà – approfondisce De Dominicis – sono sovrapponibili a quelli che sono stati presentati nel report di Caritas Italiana e aggiungerei che una parte di loro sono gli anziani soli che vediamo accedere alla mensa, ad esempio, non tanto per un bisogno economico, ma soprattutto per un bisogno di relazioni. Ecco, una giornata come quella di ieri ha voluto ricordarci che noi siamo chiamati quotidianamente a essere persone di relazione, mettendo al centro ciascuno. In più, facendo riferimento anche ai dati che sono stati presentati da Caritas italiana, bisogna anche un po’ rompere la narrazione per cui la povertà sia una colpa dell’individuo, leggendo un po’ oltre quella che è la narrazione che viene fatta del fenomeno delle povertà. Anche perché, spesso, il problema non è tanto intervenire nella soluzione a valle delle questioni, quanto piuttosto di tornare a quelle che sono le cause di determinate povertà».
LA VIOLENZA SULLE DONNE É ANCHE CAUSA DI POVERTÀ: “LAVORARE SULLE CAUSE DEL FENOMENO”

Il direttore della Caritas diocesana di Pescara-Penne, a questo punto, ha posto l’esempio della violenza contro le donne: «È certamente importante – esorta Corrado De Dominicis – intervenire nel momento in cui si verificano questi atti spregevoli, ma è molto più importante – o è importante allo stesso modo – riuscire a lavorare sulle cause che generano questo fenomeno. Che poi, come ci ha raccontato il report di Caritas italiana, genera anche delle conseguenze in merito alla povertà». Quest’ultima, nel caso della violenza di genere, è essenzialmente culturale: «Quindi – invita ancora De Dominicis – bisogna lavorare meglio rispetto all’educazione, in riferimento a quelle che sono le agenzie educative e culturali del nostro territorio. Ciò innanzitutto per riuscire a formare uomini e donne che riconoscano questi fenomeni e siano consapevoli, soprattutto gli uomini in questo caso, di cosa significa essere violenti nei confronti di una donna».
La Caritas diocesana è particolarmente sensibile alla tematica e, non a caso, aderisce alla rassegna “#365giorninoallaviolenzasulledonne”, promossa dall’Assessorato alle Politiche sociali del Comune di Pescara diretto da Adelchi Sulpizio: «Tutto questo – ribadisce il dirigente Caritas – significa rafforzare un lavoro di rete sul territorio, per crescere e imparare tutti quelle piccole ma importanti regole che governano le nostre relazioni».
Una Giornata mondiale dei poveri che, dunque, ha fornito molti spunti di lettura attraverso i quali ripartire nell’affrontare il cammino quotidiano: «È importante – conclude il direttore della Caritas diocesana di Pescara-Penne – guardare la persona non tanto come una portatrice di bisogni, di situazioni, di povertà, ma guardandola con gli occhi della speranza. Viviamo questo ultimo tempo dell’anno giubilare dedicato proprio alla speranza. Anche il messaggio di Papa Leone XIV per questa giornata era dedicato alla speranza. Non dobbiamo dimenticare che quest’ultima siamo chiamati a portarla anche in quelle vite che sono ferite o che purtroppo hanno subito più di una caduta. E con questo sguardo, farci compagni di persone che probabilmente hanno delle difficoltà, delle povertà, delle problematiche, ma hanno anche tante risorse. Dobbiamo mettere a frutto le risorse che ciascuno porta dentro e che magari ha messo un po’ “sotto la polvere”, perché la vita ci ha ferito, e farle riemergere per creare delle belle reti di relazioni che ci permettano di costruirle. Compiamo insieme questo percorso».





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