Il logo di Tony Nevoso “accenderà” la lampada votiva di San Francesco
"Il pellegrinaggio che vivremo come Regione il 3 e 4 ottobre prossimi - sottolinea monsignor Michele Fusco, vescovo di Sulmona-Valva e delegato all'organizzazione dell'evento -, porterà ad Assisi la fatica e la speranza del nostro popolo, le sue ferite e i suoi sogni, le sue preghiere e le sue mani operose. Porteremo il volto di una Chiesa che desidera essere discepola del Vangelo, umile come Francesco, libera come lui, lieta nel servizio e coraggiosa nella testimonianza"
La conferenza stampa di presentazione dell'evento, nella basilica di Santa Maria di Collemaggio a L'Aquila, con il logo sullo sfondo

Sarà il logo elaborato dal grafico dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne Tony Nevoso ad accompagnare la regione Abruzzo che il 3 e il 4 ottobre prossimi, nella solennità di San Francesco d’Assisi patrono d’Italia, offrirà l’olio che alimenterà per il 2025 la lampada votiva sulla tomba del Santo, a 21 anni di distanza dall’ultima volta che avvenne nel 2004: «Il logo – si legge nella didascalia ufficiale – è una rappresentazione intrisa di un profondo simbolismo. Al cento un ramoscello d’ulivo da cui si erge una fiamma, alimentata dall’olio del suo frutto, evoca la luce della lampada che illumina la tomba di San Francesco d’Assisi. Questa fiamma trascende il mero atto di illuminare, intendendo dissipare il buio della morte per infondere la Speranza che si volge alla luce eterna. Le foglie, di un vibrante “verde speranza”, sottolineano il concetto di essere “Pellegrini di speranza”, particolarmente risonante in questo tempo giubilare. Un dettaglio significativo è il riflesso della luce sull’oliva, che assume la sagoma della regione Abruzzo, chiamata quest’anno a compiere il gesto di donare l’olio per la lampada. La dicitura “Da Francesco…” con la “F” stilizzata a richiamare il Tau francescano, simboleggia la vita del Santo, offerta con amore e in piena comunione con Cristo crocifisso per la salvezza dell’umanità. L’ulivo stesso, inoltre, è un potente simbolo di pace, quella pace che viviamo come “Regno di Dio”. A completare e arricchire questo complesso simbolismo, il logo include anche il rosone della basilica di Santa Maria di Collemaggio a L’Aquila, unendo idealmente tutte le Chiese d’Abruzzo in un messaggio di unità e fede».


E proprio la basilica di Santa Maria di Collemaggio a L’Aquila, ieri mattina, ha ospitato la conferenza stampa di presentazione degli eventi in occasione della festa del Patrono d’Italia: «Per la nostra comunità aquilana – esordisce monsignor Antonio D’Angelo, arcivescovo di L’Aquila – la gioia è doppia perché oltre all’offerta dell’olio, ci unisce alla città di Assisi il tema del Perdono, come ricorda Papa Francesco nella Bolla di indizione del Giubileo “Spes non confudit”, al numero 5. Il Papa, infatti, cita la Perdonanza celestiniana e il Perdono di Assisi, come due eventi giubilari della Misericordia che precedono il Giubileo del 1300. Auguro a tutti una buona preparazione a questo evento e ciascuno possa sperimentare la tenerezza dell’amore del Padre».

In particolare, ad Assisi, le celebrazioni avranno inizio nel pomeriggio del 3 ottobre, con il saluto del sindaco della città umbra Walter Stoppini e del presidente della Regione Umbria Stefania Proietti alla delegazione della Regione Abruzzo. In seguito, alle 18, ci sarà la celebrazione dei primi vespri nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. L’indomani 4 ottobre, festa del Patrono d’Italia, alle 8.30 ci sarà dapprima l’incontro tra le autorità al Palazzo Municipale di Assisi, dal quale partirà una processione fino alla Basilica di San Francesco, dove il presidente della Conferenza episcopale Abruzzo-Molise – nonché vescovo di Isernia-Venafro – monsignor Camillo Cibotti, alle 10 presiederà la santa messa solenne nella chiesa superiore, alla presenza di tutte le autorità e dei pellegrini. Qui il sindaco de L’Aquila Pierluigi Biondi, in quanto primo cittadino della città capoluogo di regione, accenderà la lampada votiva dei Comuni d’Italia: «L’Aquila e l’Abruzzo – sottolinea Biondi – saranno protagonisti ad Assisi non solo con la sua storia e la sua devozione, ma anche con la dignità e la coesione di una comunità che guarda al futuro con radici salde e spirito aperto».

Più tardi, alle 11.30, dalla piazza inferiore di San Francesco, avrà luogo il saluto del ministro generale dell’Ordine dei Frati minori conventuali Fra Carlos Alberto Trovarelli, seguito dal messaggio del presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, dal messaggio di un membro del governo italiano nonché di altre autorità e rappresentanti ecclesiali. La celebrazione della santa messa e i messaggi istituzionali verranno trasmessi in diretta televisiva su Rai 1. Sarà la Presidenza della Regione Abruzzo ad offrire non solo l’olio che alimenterà la lampada votiva, ma anche il restauro di due opere presenti nelle basiliche di San Francesco d’Assisi: «La Regione Abruzzo – commenta il presidente Marsilio – ha accolto con grande piacere la possibilità di offrire l’olio. Un gesto di profondo significato, che va ben oltre il mero valore materiale. Si tratta di una testimonianza di devozione, di impegno e la volontà di preservare e promuovere i valori fondamentali della pace e della solidarietà. L’olio, prodotto della nostra terra, è emblema di lavoro e prosperità, espressione della dedizione del popolo abruzzese. Con questo gesto si rinnova e si rafforza il legame spirituale e culturale tra la comunità abruzzese e San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia. Auspichiamo che i suoi insegnamenti continuino a ispirare il cammino verso un futuro fondato su giustizia, amore e pace nel mondo».
Inoltre, le Chiese locali doneranno un ostensorio realizzato dagli orafi di Guardiagrele (Chieti), con elementi che richiamano il Miracolo eucaristico di Lanciano (Chieti) destinato alla Basilica di Santa Maria degli Angeli e per il Sacro Convento, offriranno il restauro di una cartagloria (un’antica tabella, usata nel XVI secolo nella celebrazione della messa con il rito tridentino, che conteneva alcune orazioni). Inoltre, in ricordo del dolce che Donna Jacopa preparò a San Francesco prima della sua morte, la comunità di Scanno (L’Aquila), il 3 ottobre, al termine delle celebrazioni in S. Maria degli Angeli, offrirà a tutti i presenti il mostacciolo, tipico dolce abruzzese.

E ieri il vescovo di Sulmona-Valva monsignor Michele Fusco, delegato Ceam all’organizzazione dell’evento, ha anche presentato il messaggio che i vescovi abruzzesi hanno dedicato allo speciale appuntamento: «Francesco – osserva il presule, sintetizzando il messaggio dei suoi confratelli nell’episcopato – ci consegnerà alcuni inviti: ritornate al Vangelo, tornate a Cristo, amate la Chiesa, servite i poveri, custodite il creato, vivete la pace. Il pellegrinaggio che vivremo come Regione il 3 e 4 ottobre prossimi, porterà ad Assisi la fatica e la speranza del nostro popolo, le sue ferite e i suoi sogni, le sue preghiere e le sue mani operose. Porteremo il volto di una Chiesa che desidera essere discepola del Vangelo, umile come Francesco, libera come lui, lieta nel servizio e coraggiosa nella testimonianza».

Ad accogliere la delegazione abruzzese, ovviamente, saranno i Frati minori conventuali di Assisi: «Tra gli affreschi giotteschi delle storie di san Francesco nella chiesa superiore della Basilica a lui dedicata – ricorda fra Marco Moroni, custode del Sacro Convento di San Francesco – ce n’è uno che riguarda un uomo d’Abruzzo, il Conte di Celano che ospitò a mensa il santo. E proprio durante il pasto Francesco gli predisse la sua morte imminente. Così il nobile riuscì a fare testamento, regolare i suoi conti con la coscienza e addormentarsi nella pace. Mi piace ricordare qui questo episodio, curioso e significativo, come un’icona e un simbolo della relazione che lega l’Abruzzo a San Francesco, riconosciuto come maestro e padre nei momenti decisivi della vita e nei passaggi epocali, quando siamo chiamati a fare scelte importanti. Anche oggi siamo in un passaggio decisivo della nostra società e civiltà, in questo cambiamento d’epoca. Spero che Francesco d’Assisi, per gli amici forti e gentili di questa Regione e per tutti noi, possa essere ancora fonte di ispirazione per abbandonare tutto ciò che non serve e non ci fa bene (le rivalità, le divisioni, le chiusure anche “storiche”) e abbracciare con sapienza la vera tradizione che ci permette di fecondare il presente con i semi del futuro, che sono la solidarietà, la fiducia, la creatività e la speranza. L’Abruzzo è una regione in cui come in pochi altri casi la fede, la natura, la società e l’economia sono proprio interconnesse: l’antica impronta francescana continui a ispirare scelte e prassi sapienti, affinché questa tradizione viva sia ancor più vivificata e valorizzata».


